jacopo b98
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lunedì 20 maggio 2013
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un film che tradisce fitzgerald, ma che emoziona
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A New York Nick Carraway (Maguire) va a trovare la cugina Daisy (Mulligan), sposata al ricco Tom Buchanan (Edgerton), e fa la conoscenza, ad una delle sue sfarzose feste, di Jay Gatsby (DiCaprio), misterioso padrone di casa invisibile, dato per morto, per mai esistito, ecc., un miliardario innamorato ricambiato di Daisy, che aveva abbandonato per l’inizio della guerra. Riuscirà a ricongiungersi alla sua donna, ma il finale sarà amaro, perché, come dice Nick, “Non si può rivivere il passato”. Secondo adattamento cinematografico del capolavoro di Fitzgerald, sceneggiato da Luhrmann e Craig Pearce, costato oltre cento milioni di dollari, è una magniloquente versione, all’insegna del pop e del kitsch, talvolta gratuito, come sempre nel cinema del suo regista.
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A New York Nick Carraway (Maguire) va a trovare la cugina Daisy (Mulligan), sposata al ricco Tom Buchanan (Edgerton), e fa la conoscenza, ad una delle sue sfarzose feste, di Jay Gatsby (DiCaprio), misterioso padrone di casa invisibile, dato per morto, per mai esistito, ecc., un miliardario innamorato ricambiato di Daisy, che aveva abbandonato per l’inizio della guerra. Riuscirà a ricongiungersi alla sua donna, ma il finale sarà amaro, perché, come dice Nick, “Non si può rivivere il passato”. Secondo adattamento cinematografico del capolavoro di Fitzgerald, sceneggiato da Luhrmann e Craig Pearce, costato oltre cento milioni di dollari, è una magniloquente versione, all’insegna del pop e del kitsch, talvolta gratuito, come sempre nel cinema del suo regista. Coloro che il capolavoro di Fitzgerald l’hanno letto, lo hanno criticato: ha aperto Cannes 2013 fuori concorso e, al termine della proiezione non ha ricevuto un solo applauso: la critica, gelida, ha detto di tutto e si è soffermata soprattutto sul suo essere, secondo loro, noioso; il pubblico era diviso; l’unica entusiasta era la nipote di Fitzgerald, ultranovantenne, che ha subito fatto i complimenti a Luhrmann. Se non altro tutti hanno dovuto ammettere la straordinaria bravura di DiCaprio, assolutamente perfetto per il ruolo. Coloro che il romanzo non l’hanno letto, l’hanno decisamente apprezzato, come dimostra l’accoglienza statunitense: cinquantun milioni di dollari il primo weekend. Diciamo che i difetti ci sono ed è impossibile nasconderli: una sceneggiatura debole, talvolta sciocca, seppur abbastanza aderente al libro, anche nei dialoghi; una eccessiva sdolcinatezza nella storia d’amore, che culmina in alcune scene piuttosto imbarazzanti, su tutte il tè a casa di Nick; inoltre i due sceneggiatori hanno messo troppo al centro la storia d’amore, come c’era da aspettarsi, rendendo di difficile comprensione il messaggio fitzgeraldiano. Tuttavia è innegabile la presenza di alcuni aspetti positivi: la componente spettacolare, cento milioni spesi bene in scenografie pacchiane ed esagerate e costumi sfarzosi; la superba colonna sonora di musica pop, coordinata Craig Armstrong e dal repper Jay-Z, anche interprete di alcuni brani; il suo essere kitsch, estremamente criticato, invece, a mio parere, non disturba, anzi, rende ancora più palesemente folle la ricchezza di Gatsby e del sogno americano in lui incarnato. Il cast di star funziona e recita bene, nonostante alcuni dicono che la Daisy della Mulligan sia troppo debole e pallida in confronto a quella di Mia Farrow. Francamente ci si poteva aspettare di meglio, ma certo anche di molto peggio: i fan di Luhrmann di certo apprezzeranno, per quelli di Fitzgerald e per i puristi in generale, è meglio astenersi.
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madrac
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lunedì 20 maggio 2013
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"il grande bah"
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Il coinvolgimento di chi guarda sembra ricercato tramite accecanti ed elaborate immagini, ottenute con una computer grafica spesso invadente, piuttosto che lo spessore dei personaggi.
Il regista non si riserva la possibilità di interagire con l'intelligenza dello spettatore consegnandogli un film didascalico, dove ogni elemento della storia viene spiegato e messo in evidenza da voci fuori campo ed interpretazioni dozzinali ed ingenerose da parte dei nomi pur eccellenti che formano il cast.
Coronano l'opera l'uso anacronistico del tema di Rhapsody in Blue e della caricatura di Cab Calloway alle feste di Gatsby.
Sfavillante agli occhi ma decisamente mediocre nel coinvolgimento e nell'intreccio.
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Il coinvolgimento di chi guarda sembra ricercato tramite accecanti ed elaborate immagini, ottenute con una computer grafica spesso invadente, piuttosto che lo spessore dei personaggi.
Il regista non si riserva la possibilità di interagire con l'intelligenza dello spettatore consegnandogli un film didascalico, dove ogni elemento della storia viene spiegato e messo in evidenza da voci fuori campo ed interpretazioni dozzinali ed ingenerose da parte dei nomi pur eccellenti che formano il cast.
Coronano l'opera l'uso anacronistico del tema di Rhapsody in Blue e della caricatura di Cab Calloway alle feste di Gatsby.
Sfavillante agli occhi ma decisamente mediocre nel coinvolgimento e nell'intreccio.
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alex2044
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lunedì 20 maggio 2013
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rutilante ma la magia del cinema dov'è ?
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Di Caprio e Maguire entrambi bravissimi non salvano il film . Troppa cartapesta , troppi suoni eccessivi e quindi inutili . L'emozione è bandita e forse perfino lo stupore visivo .Il film è un deja-vu che può anche annoiare , si può vedere ma il grande cinema è un'altra cosa .
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vincenzo iennaco
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lunedì 20 maggio 2013
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kolossal visivo ma non emozionale
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Nella New York dei “ruggenti” anni 20 lo scrittore Nick Carraway si ritrova a cavalcare quell'onda di gran fermento economico, e trasferitosi in una zona esclusiva della città, s'imbatte nel mondo del suo vicino, Jay Gatsby, un “nuovo ricco” avvolto da un'alone affascinante ed al tempo stesso misterioso. Tra feste faraoniche e caravanserragli aristocratici, Nick sarà complice del ricongiungimento tra Gatsby e sua cugina Daisy, e sempre più testimone di un'amore tanto travolgente quanto effimero. Ed il “grande sogno americano”, qui incarnato da Gatsby, si sgretolerà sotto i colpi di una società preconcetta e ridotta ad icona di se stessa.
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Nella New York dei “ruggenti” anni 20 lo scrittore Nick Carraway si ritrova a cavalcare quell'onda di gran fermento economico, e trasferitosi in una zona esclusiva della città, s'imbatte nel mondo del suo vicino, Jay Gatsby, un “nuovo ricco” avvolto da un'alone affascinante ed al tempo stesso misterioso. Tra feste faraoniche e caravanserragli aristocratici, Nick sarà complice del ricongiungimento tra Gatsby e sua cugina Daisy, e sempre più testimone di un'amore tanto travolgente quanto effimero. Ed il “grande sogno americano”, qui incarnato da Gatsby, si sgretolerà sotto i colpi di una società preconcetta e ridotta ad icona di se stessa.
L'australiano Baz Luhrmann trova pane per i suoi denti in questo grande classico della letteratura americana, confezionando un kolossal visivamente rigoglioso e abbacinante (in questo senso degno successore di “Romeo+Giulietta” e “Moulin Rouge”), restando fedele anche nella scelta (discutibile, ma coerente con se stesso) di musiche anacronistiche.
Ma ciò non basta, nonostante l'afflato corale nelle interpretazioni e complice una struttura narrativa dualistica, a far scoccare nello spettatore quella scintilla emozionale che avrebbe potuto far gridare al capolavoro.
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flyanto
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lunedì 20 maggio 2013
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il ritratto di un uomo e di un'epoca ormai infrant
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Ennesimo remake del film "Il Grande Gatsby", tratto dal famoso ed omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui viene narrato l'incondizionato amore provato dal personaggio Gatsby per la bella e ricca Daisy, sposata però ad un altro uomo, ricco e donnaiolo. Tutta la sua ricchezza poco onestamente accumulata, il suo essersi dato da fare in ogni modo per raggiungerla ed i suoi numerosi sfoggi caratterizzati da fastosi parties non costituiscono altro per Gatsby che la maniera per avvicinarsi e conquistare definitivamente la sua amata di sempre e liberarla da un matrimonio ormai per lei "di facciata". Egli si servirà dell'aiuto del suo vicino di casa, Nick Carraway, che peraltro è il cugino stesso di Daisy e che funge per tutta l'opera da narratore esterno delle varie vicende.
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Ennesimo remake del film "Il Grande Gatsby", tratto dal famoso ed omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui viene narrato l'incondizionato amore provato dal personaggio Gatsby per la bella e ricca Daisy, sposata però ad un altro uomo, ricco e donnaiolo. Tutta la sua ricchezza poco onestamente accumulata, il suo essersi dato da fare in ogni modo per raggiungerla ed i suoi numerosi sfoggi caratterizzati da fastosi parties non costituiscono altro per Gatsby che la maniera per avvicinarsi e conquistare definitivamente la sua amata di sempre e liberarla da un matrimonio ormai per lei "di facciata". Egli si servirà dell'aiuto del suo vicino di casa, Nick Carraway, che peraltro è il cugino stesso di Daisy e che funge per tutta l'opera da narratore esterno delle varie vicende. Dopo numerose vicissitudini però la storia si conclude molto tragicamente, principalmente per Gatsby che, per un equivoco, viene ucciso a sangue freddo nella sua piscina privata. L'opera di Baz Luhrmann è nel complesso maestosa nella sua realizzazione e sicuramente di maggior effetto rispetto a quella precedente di 40 anni fa interpretata da Robert Redford e Mia Farrow, ma sono passati, appunto, 40 anni, e le varie migliorie tecniche, grazie anche all'uso del computer, avvenute nel mondo del cinema, sono facilmente riscontrabili e tali da giustificare la maestosità del film. A parte ciò, che secondo me, rappresenta l'unica differenza con la pellicola precedente, questa di Luhrmann è un'opera altamente riuscita e perfettamente aderente al testo originale dello scrittore. La tematica principale del famoso "sogno americano", presto infranto, qui è ben esposta e molto ben rappresentati sono pure l'epoca in generale di precarietà, di effimero benessere e forti differenze sociali. Le persone ricche sono "noncuranti", come affermerà lo stesso Fitzgerald attraverso le parole del narratore Nick fuori campo, e pertanto insensibili agli sforzi della gente comune nel condurre e sopportare la propria dura esistenza o, come nel caso di Gatsby, a seguito di sacrifici e compromessi. Essi esistono e vivono solo nella propria gabbia dorata, distanti e distaccati da tutto e tutti. Di questo film, inoltre, si deve ammirare e lodare in particolare l'interpretazione di Leonardo Di Caprio che non oscura affato quella precedente di Robert Redford. Ben calati nei loro ruoli sono pure gli altri attori, da Tobey Mc Guire, a Joel Edgerton ed a Carey Mulligan, sebbene non spicchino però in una maniera così eclatante. Stupendi e meravigliosi le scenografie, i costumi disegnati da Miuccia Prada ed i gioielli veri della gioielleria Tiffany che contribuiscono notevolmente ad una rappresentazione efficace e quanto mai realistica dell'epoca degli anni '20. Una menzione particolare va anche alla bella colonna sonora composta anche dall' adattamento in chiave moderna di molti brani di autori quali, per esempio, Gershwin, propri di quell'epoca. Insomma, non un capolavoro ma senza alcun dubbio un' opera ben realizzata.
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gufetta76
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lunedì 20 maggio 2013
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un gran circo
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Spettacolare, vorticosamente, spettacolare, non so se Scott Fitzgerald, volesse questo per il suo libro, certo è che il pubblico è rimasto ipnotizzato per due ore.
Gran film. La storia dell'ascesa del povero Jay al grande Gatsby,attraverso gli occhi del suo unico amico è l'illusione del mito americano, raccontata in gran stile holliwodiano.Bei colori, belle musiche, scenografia superlativa. Bravissimo Di Caprio che regge tutto il film. Esagerata la rappresentazione delle feste, proprio un gran circo, qui il regista si ripete ( dejavu in Romeo e Giulietta). Altro appunto sono le recitazioni femminili, penosissime, possibile che la maggior parte delle attrici americane abbiano l'espressività di un comodino?
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giorgio mancinelli
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lunedì 20 maggio 2013
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il grande gatsby: come si costruisce un mito
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Versione patinata e fascinosa di un romanzo cult che ha attraversato generazioni di fan e che Baz Luhrmann (Moulin Rouge) carica di superficialità togliendo del tutto ai personaggi quella già esigua consistenza che avevano nel romanzo. Sì da immetterli in un 'favola bella e amara', una via di mezzo fra il cartoon e il musical. Forse il regista avrebbe fatto meglio a scegliere la formula che più gli è congeniale e trasformarlo in un 'musical'.
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gufetta76
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lunedì 20 maggio 2013
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spettacolare
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Gran film. La storia dell'ascesa del povero Jay al grande Gatsby,attraverso gli occhi del suo unico amico. L'illusione del mito americano.Bei colori, belle musiche, scenografia superlativa. Bravissimo Di Caprio che regge tutto il film. Esagerata la rappresentazione delle feste qui il regista si ripete ( dejavu in Romeo e Giulietta). Altro appunto negativo sono le recitazioni femminili, penosissime, possibile che la maggior parte delle attrici americane abbiano l'espressività di un comodino?
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silvia63
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domenica 19 maggio 2013
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bellissimo!
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Film bellissimo!
Un Di Caprio strepitoso, bravissimo come sempre. Da vedere assolutamente.
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katia07
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domenica 19 maggio 2013
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molto bello
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