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simonk92
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domenica 26 maggio 2013
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the great gatsby
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Baz Luhrmann ripropone sul grande schermo un classico , tratto dal romanzo di Scott Fitzgerald.
Il film si presenta fin dall'inizio con un grande impatto visivo che accompagna gli spettatori per tutta la sua durata (142 min).
Il film ruota attorno alla figura del Sig.Gatsby,interpretato alla perfezione da Di Caprio.
La scelta di questo stile cinematografico colorato e stravagante rispecchia le caratteritiche del protagonista.
Nonostante questo film non sia stato ben accolto dalla critica e non abbia ripagato a pieno le grandi aspettative che c'erano su di esso , penso che sia un film diverso nel suo genere e che sia probabilmente la migliore trasposizione cinematografica del romanzo scritto nel 1925 da Fitzgerald.
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Baz Luhrmann ripropone sul grande schermo un classico , tratto dal romanzo di Scott Fitzgerald.
Il film si presenta fin dall'inizio con un grande impatto visivo che accompagna gli spettatori per tutta la sua durata (142 min).
Il film ruota attorno alla figura del Sig.Gatsby,interpretato alla perfezione da Di Caprio.
La scelta di questo stile cinematografico colorato e stravagante rispecchia le caratteritiche del protagonista.
Nonostante questo film non sia stato ben accolto dalla critica e non abbia ripagato a pieno le grandi aspettative che c'erano su di esso , penso che sia un film diverso nel suo genere e che sia probabilmente la migliore trasposizione cinematografica del romanzo scritto nel 1925 da Fitzgerald.
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graziano.nanetti
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sabato 25 maggio 2013
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la grande delusione
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Il soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Fitzgerald. Durante i "roaring twenties" Jay Gatsby, misterioso e affascinante miliardario americano, organizza feste nel suo bellissimo palazzo situato a Long Island. Si scopre che queste sono il modo per ritornare in contatto con la sua amata Daisy, ragazza incontrata nel passato, ma andata in sposa a Tom Buchanan, ricco e famoso campione di polo. Nick Carraway, amico e vicino di casa di Gatsby, tenterà di rimettere insieme i pezzi di questa impossibile storia d'amore.
L'opera di Luhrmann non riesce a trasmettere fino in fondo la grandezza del personaggio principale, Gatsby. Anche la scelta di Leonardo Di Caprio appare quanto meno azzardata: con la sua eterna faccia da ragazzino, Di Caprio appare come un adolescente ricco e viziato, alla Justin Bieber, che cerca di soddisfare il suo antico capriccio amoroso.
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Il soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Fitzgerald. Durante i "roaring twenties" Jay Gatsby, misterioso e affascinante miliardario americano, organizza feste nel suo bellissimo palazzo situato a Long Island. Si scopre che queste sono il modo per ritornare in contatto con la sua amata Daisy, ragazza incontrata nel passato, ma andata in sposa a Tom Buchanan, ricco e famoso campione di polo. Nick Carraway, amico e vicino di casa di Gatsby, tenterà di rimettere insieme i pezzi di questa impossibile storia d'amore.
L'opera di Luhrmann non riesce a trasmettere fino in fondo la grandezza del personaggio principale, Gatsby. Anche la scelta di Leonardo Di Caprio appare quanto meno azzardata: con la sua eterna faccia da ragazzino, Di Caprio appare come un adolescente ricco e viziato, alla Justin Bieber, che cerca di soddisfare il suo antico capriccio amoroso. Manca perciò la profondità di carattere che sarebbe stata meglio trasmessa da un attore diverso: considerate che nella trasposizione del 1974 di Jack Clayton era nientemeno che Robert Redford a vestire i panni di Jay Gatsby!
Le scenografie sono alquanto penose: molte scene sembrano mediocri dipinti a cartone animato della New York degli anni '20, cioè quanto di più lontano dalle meravigliose atmosfere di quegli anni vissuti al frenetico ritmo del jazz.
Ultima nota pietosa: la colonna sonora sarebbe tutta da rifare, con musiche hip hop martellanti che nulla hanno a che fare con il periodo storico del racconto.
Soltanto il potente marketing americano può portarvi a vedere questo film veramente penoso.
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scoop
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sabato 25 maggio 2013
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luhrmann come fitzgerald
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Il regista è fedele in tutto e per tutto allo spirito del romanzo.
Quando Fitzgerald scrisse Il grande Gatsby si trovava in un periodo difficile a causa di problemi legati all'alcol. La figura di Gatsby non era altro che il suo alter ego; Fitzgerald sentiva di dover mettere ordine ai suoi pensieri e alla sua vita perchè sentiva di essere rifiutato da quell'esplosione di "civiltà", di ricchezza finanziaria del paese, di espansione industriale, di folle pronte ogni sera a divertirsi, di frenesia generale che non lasciava spazio a nulla se non al materialismo. I ruggenti anni '20 e l'Età del jazz sono stati tutto questo sia per Fitzgerald sia per Gatsby. Entrambi, tuttavia, cercano qualcosa di proibito in tutta quella frenesia, cioè di seguire sogni semplici e spirituali, come l'amore.
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Il regista è fedele in tutto e per tutto allo spirito del romanzo.
Quando Fitzgerald scrisse Il grande Gatsby si trovava in un periodo difficile a causa di problemi legati all'alcol. La figura di Gatsby non era altro che il suo alter ego; Fitzgerald sentiva di dover mettere ordine ai suoi pensieri e alla sua vita perchè sentiva di essere rifiutato da quell'esplosione di "civiltà", di ricchezza finanziaria del paese, di espansione industriale, di folle pronte ogni sera a divertirsi, di frenesia generale che non lasciava spazio a nulla se non al materialismo. I ruggenti anni '20 e l'Età del jazz sono stati tutto questo sia per Fitzgerald sia per Gatsby. Entrambi, tuttavia, cercano qualcosa di proibito in tutta quella frenesia, cioè di seguire sogni semplici e spirituali, come l'amore. Gatsby incarna quindi l'altra faccia della medaglia: la solitudine, ciò che Fitzgerald definisce come la malattia di quell'epoca.
Nel film vengono ricalcati il medesimo stile e gli stessi espedienti narrativi impiegati nel libro, come la voce narrante di Nick Carraway, spettatore sempre più sconcertato dalla povertà di sentimenti che anima la ruggente New York che rimane, tuttavia, sempre più appariscente e luminosa. Rimanendo fedele allo spirito del libro, Baz Luhrmann ha evitato di scadere nel banale o nell'eccessivo estetismo fine a se stesso, ma l'ha ben integrato e contrapposto alla sostanza dei suoi personaggi e allo spessore dei dialoghi: ha creato un mix fresco che rende Il Grande Gatsby godibile per gli occhi e il cuore. D'altronde nemmeno il romanzo di Fitzgerald rifiuta la realtà ricca ed esagerata di quegli anni ma si limita a descriverla così come viene vissuta. I suoi personaggi ne sono coinvolti, la animano a loro volta, e non c'è da stupirsi se nel libro come nel film non ci sono nè eroi nè vincitori, ma solo dèi ed icone decadute, dimenticate come tutto quello che è di consumo; non brilleranno forse per i grandi ideali o sentimenti che hanno, ma non è colpa loro, bensì di una società che richiede l'apparenza.
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morghy
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sabato 25 maggio 2013
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da vedere assolutamente
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Uno dei film più appassionanti usciti al cinema negli ultimi mesi!
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narew
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venerdì 24 maggio 2013
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una luce verde speranza
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catapultato come dal nulla a New York, il protagonista/narratore di Tobey Maguire si ritrova a vagare nel pieno dei (folli) Anni Venti, con musica da sballo, ballerine, alcol, auto strombazzanti e soldi che scorrono a palate tra sceculazioni e boom economico. Il regista Luhrmann muove la sua macchina da presa con fare ansiogeno, con inquadrature mosse e frenetiche, e una luminosotà degli ambienti da capogiro, rendendo estremamente coerente la narrazione in atto. in questo contesto di sogno americano che nasconde già in sè i germi della crisi e della corruzione, il protagonista Nick si sente già fuori luogo, sia dentro che fuori, ma non si perde d'animo nel volere esplorare coi propri occhi questa realtà che grida a gran voce la parola "progresso" che esalta ogni uomo della nuova capitale del mondo.
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catapultato come dal nulla a New York, il protagonista/narratore di Tobey Maguire si ritrova a vagare nel pieno dei (folli) Anni Venti, con musica da sballo, ballerine, alcol, auto strombazzanti e soldi che scorrono a palate tra sceculazioni e boom economico. Il regista Luhrmann muove la sua macchina da presa con fare ansiogeno, con inquadrature mosse e frenetiche, e una luminosotà degli ambienti da capogiro, rendendo estremamente coerente la narrazione in atto. in questo contesto di sogno americano che nasconde già in sè i germi della crisi e della corruzione, il protagonista Nick si sente già fuori luogo, sia dentro che fuori, ma non si perde d'animo nel volere esplorare coi propri occhi questa realtà che grida a gran voce la parola "progresso" che esalta ogni uomo della nuova capitale del mondo. simbolo più spiccante è proprio uno degli uomini più ricchi e misteriosi: Gatsby, vicino di casa di Nick, che organizza feste a entrata libera per tutta New York senza un apparente perchè, esattamente come il potere del denaro. Gatsby incanta Nick nella sua grandezza, sia di potere/denaro ma soprattutto di modi: egli incarna un ideale di uomo diverso dagli altri, un sogno americano puro, vissuto troppo a fondo che si è perso più di tutti, ma non per questo meno ammirabile, perchè Gatsby non va avanti solo per muovere l'economia e la borsa come gli speculatori di Wall Street che si suicideranno nel '29; egli vuole recuperare il passato, un amore che voleva e vuole, ma che non può tornare a diventare vero ed essere vissuto. Gatsby non ha perso la speranza, simboleggiata dalla luce verde che vede dal pontile dall'altra parte del mare; lui, tra tutti gli ipocriti e gli imbroglioni, sfreccia sulla sua spyder gialla superando tutti perchè ci crede, fino alla fine, anche se Daysi non farà mai quella telefonata e lui non avrà il tempo di rispondere, anche se Nick aveva tentato di avvisarlo e ogni altro suo (falso) amico non andrà a porgere l'ultimo saluto alle sue spoglie. perchè la speranza è fallace, ma se l'uomo non ci credesse sarebbe perduto del tutto. In quell'ultimo gesto di protendere la mano verso il proprio desiderio più recondito e poi allontanarsi da esso per un colpo di pistola sta la tragedia della natura umana. ma bisogna provarci, avere il coraggio di sperare, e per questo Gatsby è davvero grande.
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flaw54
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venerdì 24 maggio 2013
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una profonda delusione
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Ero rimasto affascinato da Moulin Rouge e mi sono avvicinato al nuovo Luhrman con una certa attesa: la delusione è stata forte! Un film digitale privo di qualsiasi emozione, del tutto privo di quell'alone di mistero e di non detto che accompagna il Gatsby del romanzo di Fitzegerald. Uno spreco di immagini quasi cartoonesche ( e in due d anche difettose )con un Edgerton ai limiti del ridicolo e una Mulligan che non fa niente per giustificare l'ossessione del protagonista. Più che l'America degli anni 20 sembra un circo barnum rutilante e ossessivamente immaginifico. Solo Di Caprio giustifica la sua presenza, ma le due stelle sono una valutazione sicuramente eccessiva!!!
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donni romani
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venerdì 24 maggio 2013
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gatsby e l'inquietudine negli anni venti
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Scelto per aprire fuori concorso la rassegna di Cannes 2013 il Gatsby di Luhrmann ha echi di Moulin Rouge nelle scene coreografate di danze sfrenate nei ruggenti Anni Venti, un amore sofferto e drammatico come quello di Romeo + Juliet, una voce fuori campo che evoca la inarrivabile bellezza letteraria di Fitzgerald ma lascia talvolta perplessi pur costruendo un affresco d'epoca di grande fascino. Siamo ai primi Anni venti e il giovane Nick Carraway, aspirante scrittore, si trasferisce a New York dove inizia a frequentare, grazie alla cugina Daisy, il mondo torbido, annoiato e trasgressivo dell'high society.
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Scelto per aprire fuori concorso la rassegna di Cannes 2013 il Gatsby di Luhrmann ha echi di Moulin Rouge nelle scene coreografate di danze sfrenate nei ruggenti Anni Venti, un amore sofferto e drammatico come quello di Romeo + Juliet, una voce fuori campo che evoca la inarrivabile bellezza letteraria di Fitzgerald ma lascia talvolta perplessi pur costruendo un affresco d'epoca di grande fascino. Siamo ai primi Anni venti e il giovane Nick Carraway, aspirante scrittore, si trasferisce a New York dove inizia a frequentare, grazie alla cugina Daisy, il mondo torbido, annoiato e trasgressivo dell'high society. Il giro di feste sfrenate, di tradimenti e alcool a gogò nasconde una noia sociale, un'inquietudine culturale e un vuoto esistenziale che Nick inizialmente fatica a comprendere ma a cui presto si abituerà grazie alla conoscenza del suo vicino di casa, il ricchissimo J. Gatsby, passato oscuro e fascino esibito nei sfarzosissimi party che dà ogni sera nella sua villa. Nick scoprirà pian piano molte verità su Gatsby, personaggio da sempre ambiguo, complesso, con un bisogno assoluto di controllo su se stesso e sugli altri, capace di un amore puro ed idealizzato verso Daisy e di scatti di pura violenza. Le vicende sentimentali si intrecciano nella pellicola di Luhrmann con l'ampiezza scenografica e coreografica, alternando un intimissimo senso di vuoto con un caleidoscopio di luci, suoni, colori che stordiscono e catturano. C'è un cuore aritmico che è in bilico fra fibrillazioni sociali e bradicardiche delusioni affettive in Gatsby, c'è un'ambizione sfrenata che non stempera l'inquietudini delle umili origini, ma c'è soprattutto un mondo, un'epoca, un esplosione di musica jazz, di mondanità e di stordimento che se nelle pagine di Fitzgerald aveva il tono languido della trasgressione decadente ha, in un film che esce nel 2013, gli echi di un annoiato fine settimana in qualunque metropoli del mondo. Difficile imputare al regista questo senso di banalità che traspare dalle pur bellissime scene di ballo e di bevute, ma forse quello che manca per fare di questo Gatsby un grande Gatsby è la capacità di andare oltre le apparenze, anche se Di Caprio è magistrale nel caratterizzare il sulfureo J. che si trasforma in goffo e imbarazzato adolescente quando deve rivedere il grande amore della sua vita. C'è la morte alla fine della strada di chi esagera in sicurezza di sè, in speculazioni economiche ed emotive, e c'è lo sguardo gigantesco di un cartellone pubblicitario che tutto vede e niente giudica, perchè un personaggio come Gatsby risucchia ogni remora morale, ogni pregiudizio e ogni etica, inghiottite dal vortice di vitalità, di forza e di fragilità nascosta che emana ad ogni gesto, ad ogni desiderio, ad ogni sorriso. Bravissimo Di Caprio come dicevamo, un po' sottotono la Mulligan che non accende mai la su Daisy e Maguire fa ciò che deve, il testimone sbiadito di una vita superlativa, che fra fuochi d'artificio e bollicine di champagne non riesce mai ad assaporare il senso profondo della vita, vittima di quella sete insaziabile di perfezione e di assoluto che lo consuma.
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vocation
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venerdì 24 maggio 2013
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un film d’effetto bas......
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un film d’effetto basato su uno dei più bei e coinvolgenti romanzi della letteratura statunitense del quale riprende fedelmente molti dialoghi, pur tralasciandone alcuni che avrebbero coinvolto maggiormente chi sa poco del libro. chi al contrario conosce il testo di scott fitzgerald ha quasi la sensazione di assistere ad un’opera lirica della quale ha in mano il libretto.
un ottimo di caprio, un quasi altrettanto bravo maguire ed una pletora di attori meno noti ai più, ma che riescono a vestire quasi senza difetto i panni sartorialmente cuciti dall’autore del romanzo addosso ai suoi personaggi.
costumi perfetti e scenografie sontuose, caleidoscopiche, capaci da sole di suscitare il rimpianto di non aver vissuto un secolo fa solo per il gusto di partecipare a quelle feste o per avere l’opportunità di vagare in quei palazzi.
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un film d’effetto basato su uno dei più bei e coinvolgenti romanzi della letteratura statunitense del quale riprende fedelmente molti dialoghi, pur tralasciandone alcuni che avrebbero coinvolto maggiormente chi sa poco del libro. chi al contrario conosce il testo di scott fitzgerald ha quasi la sensazione di assistere ad un’opera lirica della quale ha in mano il libretto.
un ottimo di caprio, un quasi altrettanto bravo maguire ed una pletora di attori meno noti ai più, ma che riescono a vestire quasi senza difetto i panni sartorialmente cuciti dall’autore del romanzo addosso ai suoi personaggi.
costumi perfetti e scenografie sontuose, caleidoscopiche, capaci da sole di suscitare il rimpianto di non aver vissuto un secolo fa solo per il gusto di partecipare a quelle feste o per avere l’opportunità di vagare in quei palazzi.
infine, una straordinariamente azzeccata colonna sonora, del tutto decontestualizzata rispetto al periodo storico, ma capace di far ricredere il più scettico di quelli che non si capacitano di come si possano rappresentare gli anni ’20 del secolo scorso senza un po’ di sano jazz...
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kaylake
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venerdì 24 maggio 2013
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il vuoto della gente
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La superficialità della gente coperta da paillettes, lustrini, soldi e fiumi di champagne! Questi sn stati i "Roaring Twenties"!
Il film rende benissimo l'eccentricità dell'epoca soprattutto attraverso le feste che Gastby organizza x la sua amata Daisy. Colori caldi e accesi cm in "Moulin Rouge!", vestiti straordinari tanto quanto i gioielli; il tt condito da musica hip hop!
Peccato che il film risulti un pò noiosetto lontano mille miglia dai vecchi film di luhrmann decisamente migliori, equilibrati e godibili. In questo ti rimangono impresse queste scenografie fantastiche, vestiti ma...FINE,neanche DiCaprio mi ha stupito particolarmente al di là della barvura e tt.
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La superficialità della gente coperta da paillettes, lustrini, soldi e fiumi di champagne! Questi sn stati i "Roaring Twenties"!
Il film rende benissimo l'eccentricità dell'epoca soprattutto attraverso le feste che Gastby organizza x la sua amata Daisy. Colori caldi e accesi cm in "Moulin Rouge!", vestiti straordinari tanto quanto i gioielli; il tt condito da musica hip hop!
Peccato che il film risulti un pò noiosetto lontano mille miglia dai vecchi film di luhrmann decisamente migliori, equilibrati e godibili. In questo ti rimangono impresse queste scenografie fantastiche, vestiti ma...FINE,neanche DiCaprio mi ha stupito particolarmente al di là della barvura e tt.... già visto in panni simili e ambigui.
Ho visto 2 volte il film(3D poi 2D)così, volevo aggiungere qualche stella in più ma purtroppo ne darò sl 2 x scenografie e vestiti.
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pavoletto
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giovedì 23 maggio 2013
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sorprendente
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una storia emozionante, che ti affascina e immedesima, lasciandoti un ricco bagaglio dentro se stess
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