Anni '20. La irrequietezza rasentava l'isteria. Il jazz armonizzava le città, il proibizionismo produceva l'effetto opposto a quello prefigurato, l'alcol costava poco e la felicità pervadeva gli animi delle persone. Erano gli anni del dopo guerra e la gente si sentiva come abbracciata da un forte sollievo e da calda speranza. Erano gli anni in cui uno scrittore americano di nome Francis Scott Fitzgerald scriveva uno dei libri più belli di sempre, destinato ad entrare prepotentemente nella storia della letteratura americana ed internazionale. Il titolo non poteva essere che grandioso anch'esso: The Great Gatsby.
La trama è arcinota ma, nonostante tutto, non ci si stanca mai di riassaporarsela attraverso il libro o i film ad esso ispirati. Nel 1974 fu realizzato il terzo lungometraggio del film, dal titolo omonimo al libro, scritto da Francis Ford Coppola e diretto da Jack Clayton, che portava in scena un cast stellare: Robert Redford come Jay Gatsby, Mia Farrow come Daisy Buchanan, Bruce Dern come Tom Buchanan, Sam Waterstone come Nick Carraway e la vincitrice del Golden Globe Karen Black come Myrtle Wilson. Tuttavia il film allora non riscontrò grande successo a causa probabilmente della sua storia imbalsamata e della mancanza dell' emblematica essenza presente invece nel libro.
2013. Esce al cinema la quarta trasposizione del romanzo, diretta dall'eccentrico regista Baz Luhrmann e presentante un cast stellare quanto ,se non più, quello del 1974: Leonardo Di Caprio negli eleganti panni di Gatsby, Carey Mulligan in quelli di Daisy, Tobey Maguire come Nick, il talentoso Joel Edgerton come Tom e Isla Fisher nel ruolo di Myrtle. Si può dire che questi attori rispecchiano completamente quelli del 74, ma trasportati nella contemporaneità. Di Caprio è il nuovo Redford, Isla Fischer ricorda moltissimo Karen Black, idem per il binomio Joel Edgerton- Bruce Dern. Forse dal punto di vista interpretativo Carey Mulligan è leggermente inferiore a Mia Farrow, ma in bellezza sono entrambe due Afrodite.
La trama presenta alcune modifiche rispetto a quella classica del libro, e in alcuni punti non è del tutto fedele ad esso. Ma ciò, che potrebbe rappresentare un punto di demerito per il film, è invece motivo di ulteriore innovazione ed originalità. Nel libro infatti non si parla di Nick ricoverato in un centro d'assistenza che narra le vicende di Gatsby scrivendo un libro su suggerimento del suo medico curante, ma ciò tuttavia è ben mascherato e celato, oltre che teoria personale sull'ubicazione dello scrittore nel suo dopo-Gatsby.
Il romanzo è una delle storie d'amore più affascinanti, emozionanti e belle di sempre, modello per moltissime altre, sensazionale nella sua sempreverde vitalità e immortalità perenne.
Jay Gatsby (Leonardo Di Caprio), di umilissime origini, maggiore in guerra, ora è diventato un giovane miliardario grazie al contrabbando. In guerra si era innamorato follemente della bellissima Daisy Fay (Carey Mulligan) e i due avevano trascorso assieme giornate paradisiache. Si erano però poi lasciati quando lui era stato chiamato a combattere. Dopo averlo aspettato per qualche anno, Daisy aveva conosciuto Tom, ricco "giocatore di polo", con il quale si era sposata e trasferita nel Long Island. Gatsby però non l'aveva mai dimenticata e mai aveva smesso di amarla, e si era dunque anch'egli trasferito nel Long Island, dalla baia opposta a quella di Daisy e Tom, illuminata da un faro dalla brillante luce color smeraldo. Costruita in tre anni un'enorme villa simile a un castello incantato, ora Gatsby organizza settimanalmente sfarzose feste sperando che in una di queste capiti la sua amata Daisy. Con l'aiuto di Nick e di Jordan Baker, cercherà in tutti i modi, pur mantenendo la sua mirabile modestia, di riconquistare l'amore di Daisy.
Rispetto al film del '74, questa versione de "Il Grande Gatsby" è molto più dettagliata, soprattutto in ciò c'è riguarda il torbido passato di Gatsby. Nell'altro film, infatti, Gatsby veniva presentato abbastanza superficialmente, senza analizzarne sufficientemente la natura e i forti e puri motivi che lo spinsero al contrabbando e alla truffa assieme al caro amico Mayer Wolfshime, truccatore delle World Series del 1919. È invece meno approfondita la figura di Myrtle Wilson, come tuttavia avviene anche nel libro. Oltre all'interpretazione di Di Caprio, a mio giudizio migliore rispetto a quella di Redford, elemento che valorizza molto film è quella di Joel Edgerton, bravissimo nei panni del marcio e ricco marito di Daisy e amante di Myrtle. Carey Mulligan non è ai livelli di Mia Farrow, ma non sfigura nella scena, anzi è forse la sua minore abilità recitativa a renderla ancor più l'oca giuliva che Fitzgerald voleva rappresentare. Ottimo Tobey Maguire, che finalmente ha raggiunto una maturità tale da permettergli di recitare ad alti livelli.
Ma ciò che sicuramente rende questo "Il grande Gatsby" un capolavoro è l'elevatissima vivacità e dinamicità che caratterizza moltissimi film del regista, vero e proprio artista nel suo genere. Luhrmann, infatti, coi suoi colori, suoni, costumi e pathos scenografico è riuscito a creare un suo stile, unico e inimitabile. Splendido nelle sue coloratissime immagini e fotografie, unico nella sua eccentrica essenza. Altro elemento che ho moto apprezzato è stata la coraggiosissima scelta di modernizzare l'opera, utilizzando effetti speciali, visivi e colonne sonore contemporanee, principalmente pop. Esso infatti rinfresca e smuove la natura statica del racconto, facendolo sbocciare nella sua candida e rinfrescante bellezza. Così come era avvenuto per Romeo + Giulietta, l'esperimento riesce alla perfezione, rendendo "Il grande Gatsby" un magnifico film.
Inoltre in questo film il 3D è magistralmente realizzato e permette all’incantato spettatore di contemplarne al meglio la sfarzosità e lucentezza, oltre, quasi, a coinvolgerlo nelle feste stesse organizzate da Gatsby.
In concorso al 66 festival di Cannes, il film ha ricevuto pochi applausi e fredde critiche. Come accadde per gli altri film di Luhrmann, "Il grande Gatsby" ha letteralmente diviso il pubblico a metà, tra pro-Gatsbyiani e anti-Gatsbyiani. In America ha ricevuto giudizi negativi anche da critici che avevano apprezzato i precedenti film del regista, mentre quelle positive sono poche. Ma si sa: la maggioranza non dà la ragione. Il pubblico invece dimostra di aver apprezzato molto di più questo moderno riadattamento de "Il grande Gatsby", con una media di voti che oscilla tra il 7.5-8/10. Dal canto mio, posso solo dire che è stato una sbaglio presentare questo genere di film a un festival d'elite e di intellettualoidi come quello di Cannes, mentre sarebbe stato sicuramente meglio aspettare direttamente gli Oscar 2014, dove un film come questo ha moltissime speranze di portare a casa una luccicante statuetta d'oro.
In conclusione, "Il grande Gatsby" di Baz Luhrmann è uno splendido cocktail di colori, luci, brillantezza, musica, scenografie e immagini mozzafiato, trasfigurato ai giorni nostri con un sublime atto di sensibile modernizzazione, di cui il regista è il maestro indiscusso. Siamo solamente a Maggio, ma credo che questo possa essere il migliore film dell'anno (almeno per i miei gusti).
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