Il grande Gatsby |
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Un film di Baz Luhrmann.
Con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher.
continua»
Titolo originale The Great Gatsby.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- Australia, USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 16 maggio 2013.
MYMONETRO
Il grande Gatsby
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gatsby e l'inquietudine negli Anni Ventidi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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venerdì 24 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Scelto per aprire fuori concorso la rassegna di Cannes 2013 il Gatsby di Luhrmann ha echi di Moulin Rouge nelle scene coreografate di danze sfrenate nei ruggenti Anni Venti, un amore sofferto e drammatico come quello di Romeo + Juliet, una voce fuori campo che evoca la inarrivabile bellezza letteraria di Fitzgerald ma lascia talvolta perplessi pur costruendo un affresco d'epoca di grande fascino. Siamo ai primi Anni venti e il giovane Nick Carraway, aspirante scrittore, si trasferisce a New York dove inizia a frequentare, grazie alla cugina Daisy, il mondo torbido, annoiato e trasgressivo dell'high society. Il giro di feste sfrenate, di tradimenti e alcool a gogò nasconde una noia sociale, un'inquietudine culturale e un vuoto esistenziale che Nick inizialmente fatica a comprendere ma a cui presto si abituerà grazie alla conoscenza del suo vicino di casa, il ricchissimo J. Gatsby, passato oscuro e fascino esibito nei sfarzosissimi party che dà ogni sera nella sua villa. Nick scoprirà pian piano molte verità su Gatsby, personaggio da sempre ambiguo, complesso, con un bisogno assoluto di controllo su se stesso e sugli altri, capace di un amore puro ed idealizzato verso Daisy e di scatti di pura violenza. Le vicende sentimentali si intrecciano nella pellicola di Luhrmann con l'ampiezza scenografica e coreografica, alternando un intimissimo senso di vuoto con un caleidoscopio di luci, suoni, colori che stordiscono e catturano. C'è un cuore aritmico che è in bilico fra fibrillazioni sociali e bradicardiche delusioni affettive in Gatsby, c'è un'ambizione sfrenata che non stempera l'inquietudini delle umili origini, ma c'è soprattutto un mondo, un'epoca, un esplosione di musica jazz, di mondanità e di stordimento che se nelle pagine di Fitzgerald aveva il tono languido della trasgressione decadente ha, in un film che esce nel 2013, gli echi di un annoiato fine settimana in qualunque metropoli del mondo. Difficile imputare al regista questo senso di banalità che traspare dalle pur bellissime scene di ballo e di bevute, ma forse quello che manca per fare di questo Gatsby un grande Gatsby è la capacità di andare oltre le apparenze, anche se Di Caprio è magistrale nel caratterizzare il sulfureo J. che si trasforma in goffo e imbarazzato adolescente quando deve rivedere il grande amore della sua vita. C'è la morte alla fine della strada di chi esagera in sicurezza di sè, in speculazioni economiche ed emotive, e c'è lo sguardo gigantesco di un cartellone pubblicitario che tutto vede e niente giudica, perchè un personaggio come Gatsby risucchia ogni remora morale, ogni pregiudizio e ogni etica, inghiottite dal vortice di vitalità, di forza e di fragilità nascosta che emana ad ogni gesto, ad ogni desiderio, ad ogni sorriso. Bravissimo Di Caprio come dicevamo, un po' sottotono la Mulligan che non accende mai la su Daisy e Maguire fa ciò che deve, il testimone sbiadito di una vita superlativa, che fra fuochi d'artificio e bollicine di champagne non riesce mai ad assaporare il senso profondo della vita, vittima di quella sete insaziabile di perfezione e di assoluto che lo consuma.
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