Un gran cast e un’incredibile colonna sonora per “Il grande Gatsby” di Luhrman.
Corruzione e ambizione dominano la società americana, è la primavera del ’22 e l’aspirante scrittore Nick Carraway, interpretato da Tobey Maguire, ha lasciato il Midwest per cercar fortuna a New York. Va a vivere in una casa modesta, a pochi passi dal milionario Jay Gatsby (Leonardo Di Caprio), tornato dall’Europa per riconquistare la donna dei suoi sogni (Daisy) che, intanto, ha sposato un ricco giocatore di football. Ogni week end la dimora di Gatsby accoglie personaggi famosi e illustri borghesi per le feste più conosciute della città. Nonostante i continui ricevimenti e i piacevoli bagordi, sono in molti a non conoscere il volto di Gatsby. Un alone di mistero avvolge il milionario nella prima parte del film in cui Luhrman propone allo spettatore un magistrale quadro della società americana, rapita dal potere, dalla ricchezza e dallo sfarzo. Sequenze spettacolari, opera di un regista visionario che dopo “Romeo+Juliet” e “Moulin Rouge”, ancora una volta, incanta lo spettatore, quasi stordendolo, con un’incantevole e ritmato turbinio di immagini e suoni e, mentre dal jazz si passa all’hip hop con la voce strepitosa di Beyoncé e i brani di Jay-Z, Will.i.am, Lana Del Rey, Kanie West, Florence and The Machine, Jack White e Fergie, colorando di modernità il romanzo di Francis Scott Fitzgerald, la figura di Gatsby si spoglia del misterioso fascino che ha catturato lo spettatore fino a quel momento, grazie all’incontro con Nick Carraway, suo vicino di casa nonché cugino della bellissima e adorata Daisy (Carey Mulligan). Lo scrittore diventerà complice di Gatsby dandogli la possibilità di incontrarla di nuovo a distanza di cinque anni e di intrattenere con lei una relazione extra-coniugale. Nick Carraway diventerà testimone di tradimenti, illusioni e sfortune che riveleranno il lato più buono e positivo del grande Gatsby, il suo ottimismo e il suo amore sincero, l’uomo corrotto dal sogno incorruttibile.
Luhrman calca la mano sugli usi e i costumi del tempo, costruendo un’opera estetica in cui predomina l’entusiasmo e l’eccitazione ma, a metà strada, il film perde l’enfasi iniziale e si abbandona all’esplicitazione eccessiva dei sentimenti anziché puntare sulla forza espressiva degli attori, che comunque non manca. Alla voce narrante è affidato l’arduo compito di chiudere il dramma, regalando un’immagine metaforica della luce verde che separa la casa di Gatsby da quella di Daisy, una chiusura che manca di pathos forse perché affidata alla figura dell’intellettuale Carraway che ci viene mostrato continuamente con la sua faccia inebetita piuttosto che meravigliata. Per il sapiente uso della macchina da presa, la colonna sonora innovativa, le tematiche che affronta e la recitazione degli attori, è un film decisamente da vedere.
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