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picchiri
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giovedì 20 giugno 2013
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di caprio sprecato!!!!
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Tante aspettative ...purtroppo tutte deluse!!! Di Caprio grande attore, ma in questo film le sue capacità non vengono sfruttate per niente. Trama esile...quasi inesistente. Noioso...me ne sarei andata via dopo la prima parte....solo la curiosità, di vedere se il secondo tempo era meglio, mi ha trattenuta, ma pesantissimo fino alla fine.UNa tortura vederlo tutto!!!! Eppure amo il cinema....ma film del genere (tanto fumo e niente arrosto) sono l'aspetto più deludente dell'ARTE cinematografica!!!!!!!!!!
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nimbostratus
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sabato 15 giugno 2013
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fiore
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Pellica di grande impatto, carica ed emozionante.
Fotografia ed inquadrature esaltanti.
Recitazione coinvolgente, riesce a trasmettere le manierose infiocchettature dell'epoca.
Coraggiosa scelta della colonna sonora, di taglio odierno.
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kevlar80
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sabato 15 giugno 2013
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leggete prima il romanzo, poi vedete il film..
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Prima di giudicare questo film leggetevi il romanzo...leggo spesso che questo film è troppo dinamico, kitch ecc....il romanzo è tutto questo: 125 pagine di frenesia, lusso, rivoluzione culturale, gioia...in altre parole: è un mondo fluttuante, parallelo al mondo dell'ukiyoe giapponese. La realtà è il denaro, il sogno è l'amore e il desiderio dei protagonisti...è un film che va rivisto diverse volte per capirne la sottigliezza dei messaggi intrinsechi. Lo stesso vale per il romanzo. Cmq il film rispecchia molto bene lo sviluppo del romanzo, usa gli stessi costumi e peculiarità citate nel testo. Non è cosa da poco dei film tratti da romanzi (l'opposto è Lo Hobbit, che su 200 pagine di romanzo hanno realizzato 3 film di 3 ore ciascuno).
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Prima di giudicare questo film leggetevi il romanzo...leggo spesso che questo film è troppo dinamico, kitch ecc....il romanzo è tutto questo: 125 pagine di frenesia, lusso, rivoluzione culturale, gioia...in altre parole: è un mondo fluttuante, parallelo al mondo dell'ukiyoe giapponese. La realtà è il denaro, il sogno è l'amore e il desiderio dei protagonisti...è un film che va rivisto diverse volte per capirne la sottigliezza dei messaggi intrinsechi. Lo stesso vale per il romanzo. Cmq il film rispecchia molto bene lo sviluppo del romanzo, usa gli stessi costumi e peculiarità citate nel testo. Non è cosa da poco dei film tratti da romanzi (l'opposto è Lo Hobbit, che su 200 pagine di romanzo hanno realizzato 3 film di 3 ore ciascuno)...Leggete il romanzo poi vedetevi il film, e vedrete il film sotto completa nuova luce.
Soundtrack stupendo.
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babis
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giovedì 13 giugno 2013
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il grande di caprio
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Il film racconta l'incontro tra Gatsby, uomo ricchissimo e misterioso, e Nick, giovane scrittore, nella New York del 1922; Gatsby, uomo dal grande carisma, è segretamente innamorato della cugina di Nick, Daisy,e questo amore, celato per 5 anni, quando emergerà dal passato trasformerà la vita di tutti; Gatsby è un uomo diverso dagli altri, non è "indifferente ed incurante" e desidera fortemente far sbocciare questo amore; ma Daisy non è come lui...
Il film è magniloquente all'inizio, ti travolge con splendide scenografie, ti stupisce con i suoi costumi e la storia ti prende fino alla fine; bravissimi gli attori e sono rimasta piacevolmente colpita da Maguire, Di Caprio ormai è insuperabile nei film "in costume".
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lolligno69
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giovedì 13 giugno 2013
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fedele al testo
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Il grande timore che mi assale all'inizio del film e' quello di non lasciarmi andare troppo e di non voler snobisticamente condividere il reato di lesa maesta'.
L'inizio del film e' magniloquente , con inquadrature kolossal e pirotecniche;
ma affidiamo la mano morbidamente al regista e lui non la strattona e ci fa attraversare si col rosso ,gaudenti con nelle orecchie l'audiolibro ben recitato dell'immortale prosa fitzgeraldiana.
Il voice over snocciola spudoratamente perle e subito mi adatto grugnendo sottovoce e cercando di coglierne il piu' possile.Ad es :'Negli anni piu' vulnerabili della mia giovinezza,mio padre mi diede un consiglio che non mi e' mai piu' uscito di mente.'Quando ti viene voglia di criticare qualcuno.
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Il grande timore che mi assale all'inizio del film e' quello di non lasciarmi andare troppo e di non voler snobisticamente condividere il reato di lesa maesta'.
L'inizio del film e' magniloquente , con inquadrature kolossal e pirotecniche;
ma affidiamo la mano morbidamente al regista e lui non la strattona e ci fa attraversare si col rosso ,gaudenti con nelle orecchie l'audiolibro ben recitato dell'immortale prosa fitzgeraldiana.
Il voice over snocciola spudoratamente perle e subito mi adatto grugnendo sottovoce e cercando di coglierne il piu' possile.Ad es :'Negli anni piu' vulnerabili della mia giovinezza,mio padre mi diede un consiglio che non mi e' mai piu' uscito di mente.'Quando ti viene voglia di criticare qualcuno....'.
'L'evitare giudizi e' fonte di speranza infinita'.
Il regista ,effervescente,barocco ma assolutamente non masochista non perde colpi e battiture.
La sceneggiatura molto fedele procede spedita,ottima fotografia e costumista probabilmente ancora in mutua dopo uno sforzo direi inumano,la flebo e' anche per la scenografa.
Il cast e' tutto in parte e non fa rimpiangere il film del 1974 con sceneggiatura di FFCoppola.
Una particolare nota di merito per l'eccellente Joe Edgerton nella parte del mascellare Tom Buchanan,personaggio chiave e marito della noncurante Daisy , una liscia Mullighan,scelta in netto contrasto col film anni '70(Faye Danaway,luciferina e asimmetrica).McGuire ha stampato in faccia lo stupore che abbiamo noi in poltrona,assolto.
Su Leonardo Di Caprio penso che ormai non si possa dire altro che e' un attore straordinario: partendo dalle retrovie ha sbaragliato tutti i suoi coetanei (penso a Depp,addirittura a Norton e ad altri) fino ad essere ormai riferimento di registi infallibili quali Eastwood e Scorsese : i detrattori si ritraggano.
Domina la scena e giganteggia in una parte non facile e che avrebbe potuto affossare l'intero progetto,non proprio economico.
Ancora non mi capacito come abbiano fatto a non dagli l'Oscar per l'interpretazione insuperabile di Hoover in Edgar di Clint Eastwood (miglior interpretazione degli ultimi 4-5 anni in assoluto).
La voce narrante incalza,appare la splendida auto gialla,si baciano,le musiche coraggiosamente piacciono pure ai teenagers e si entra nella parte centrale,l'incontro tra Gatsby e Tom,il marito.
Il solito triangolo,ma noi siamo sempre a tavola,ammessi dal genio dello
scrittore ,nascosti dentro la giacca di Nick Carraway e ,ovviamente,tifiamo per Gatsby e non per il giocatore di polo('Non mi piace che lui mi chiami giocatore di polo').
E' una scena altamente drammatica,calda,scritta a tempo di bebop.
Qui ,a mio avviso, il regista pecca di manierismo,mi accorgero' solo dopo che e' l'unica parte dove manca la voce narrante.
Vabbefaniente si riparte in folle corsa verso casa e tutto crolla.
Morte,amore,passione,verita',coraggio.Tutto viene meno e lui il Grande Gatby lava pure la macchina che neppure il cognato di Fini a Montecarlo. E' la Fine.
Bang ! Muore il nostro eroe , Tom e Daisy se ne vanno e vengono sepolti sotto un aggettivo magistralmente tombale : noncuranti .
La Pivano scrive (ho appena controllato) sbadati.
Erano gente sbadata,Tom e Daisy:sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia sbadataggine o in cio' che comunque li teneva uniti'.
Finale (mi sento ispirato):cosi continuiamo a remare,barche contro corrente,risospinti senza posa nel passato.
E allora mi vedro' pure il film del 1949.
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danylt
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martedì 11 giugno 2013
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dietro il grande di caprio non c'è un grande film
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Dopo aver letto le varie critiche prima di andare a vedere il film, sono entrata in sala con il pensiero positivo di chi vorrebbe andare contro corrente...ho pensato che il ritorno di Luhrmann + Leo Di Caprio (che adoro) + un libro famoso e amato, mi avrebbe dato un risultato positivo. Invece quello che mi sono trovata davanti sono stati immagini colorate e messe in primo piano, fotogrammi quasi invasive ma che invece di tenere lo spettatore attento e meravigliato, hanno provocato l'effetto contrario.
Una sceneggiatura, che a parte le frasi prese direttamente dal libro, è noiosa e scialba e degli attori persi e dispersi in una scenografia arricchita di feste e festoni con scene lunghe e che non intrattengo.
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Dopo aver letto le varie critiche prima di andare a vedere il film, sono entrata in sala con il pensiero positivo di chi vorrebbe andare contro corrente...ho pensato che il ritorno di Luhrmann + Leo Di Caprio (che adoro) + un libro famoso e amato, mi avrebbe dato un risultato positivo. Invece quello che mi sono trovata davanti sono stati immagini colorate e messe in primo piano, fotogrammi quasi invasive ma che invece di tenere lo spettatore attento e meravigliato, hanno provocato l'effetto contrario.
Una sceneggiatura, che a parte le frasi prese direttamente dal libro, è noiosa e scialba e degli attori persi e dispersi in una scenografia arricchita di feste e festoni con scene lunghe e che non intrattengo. La tensione si sente solo nell' ultima scena corale dove ad intrattenere ed emozionare è il solo Di Caprio, fino al suo picco di emotività. C'è solo lui davvero dentro al personaggio, e riesce a farti sorridere, piangere ed affezionarti a Gatsby, donandogli carisma e personalità. E lo fa ammaliando e conquistando lo spettatore come succede con "faccia da schiaffi" Tobey Maguire, che alla fine si rivelerà il suo unico e vero amico in mezzo ad un mondo di apparenza, superficialità e solitudine.
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ireneravelli
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lunedì 10 giugno 2013
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non male a troppon poco per aprire cannes
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Assolutamente da non concepire come un capolavoro. Come giallo poco riuscito. Bene per le immagini anche se condivido l'inutilità del 3D.
Ciò che colpisce non è come è stato girato ma come come è stato raccontato: la perseveranza che porta all'oblio, all'alienazione in un contesto storico che ti impone la grandezza per esistere.Perfetto Di Caprio nel ruolo del giovane ingenuo. Meravigliosa colonna sonora e costumi di scena.
Poetico il taglio finale. Non male.
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cloris86
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sabato 8 giugno 2013
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discreto
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Molti sono stati troppo buoni o troppo cattivi giudicando questo film. Di Caprio è sempre un colpo sicuro anche in questo film si rivela idoneo nel suo ruolo trovando del fascino non solo grazie al suo aspetto, ma anche grazie a ciò che la storia ricama intorno al suo personaggio. L'idea di creare un miscuglio musicale nelle feste è molto carina, inizialmente le musiche quasi hip hop stonano con l'ambientazione, ma poi avendo capito la chiave di lettura è tutto molto interessante.
Stupisce Tobey che si rivela sempre un forziere ricco di sensibilità a tratti bambinesche. Insomma potrebbe sembrare un film noioso, ma non lo è. La storia procede fluida fin quando ti ritrovi a riflettere su ciò che vorresti essere a discapito di affetti e sincerità.
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Molti sono stati troppo buoni o troppo cattivi giudicando questo film. Di Caprio è sempre un colpo sicuro anche in questo film si rivela idoneo nel suo ruolo trovando del fascino non solo grazie al suo aspetto, ma anche grazie a ciò che la storia ricama intorno al suo personaggio. L'idea di creare un miscuglio musicale nelle feste è molto carina, inizialmente le musiche quasi hip hop stonano con l'ambientazione, ma poi avendo capito la chiave di lettura è tutto molto interessante.
Stupisce Tobey che si rivela sempre un forziere ricco di sensibilità a tratti bambinesche. Insomma potrebbe sembrare un film noioso, ma non lo è. La storia procede fluida fin quando ti ritrovi a riflettere su ciò che vorresti essere a discapito di affetti e sincerità. Molto interessante questo film sopratutto in un epoca dove tutti voglio apparire e dove tutti cercano soldi e grandezza, senza rendersi conto di ciò che ci fa diventare e attrae intorno a noi. Grande solitudine.
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rainbow74
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venerdì 7 giugno 2013
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superbo
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scenografie eccezionali, bravi tutti gli attori..un sapore dolce-amaro davvero intrigante
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atalante
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lunedì 3 giugno 2013
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in attesa del 2029?
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L'indugiare della macchina da presa, gli spazi del tempo, il respiro medio-lungo sono il male assoluto per il cinema di Luhrmann, il cui retaggio figurativo affonda nella grafica dei video games, nella pubblicità dell'ultimo profumo griffato, nel video clip della più acclamata pop star, autrice della canzone prima in classifica. Quello che produce è godimento tattile, visualizzazione edonistica sospesa tra desiderio e invidia degli oggetti. Lo spettatore avido di immagini ubriache è invitato a prenderne possesso per 144', a buon mercato (10 euro tedeschi); unico scotto da pagare è il peso sul naso degli occhiali 3D.
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L'indugiare della macchina da presa, gli spazi del tempo, il respiro medio-lungo sono il male assoluto per il cinema di Luhrmann, il cui retaggio figurativo affonda nella grafica dei video games, nella pubblicità dell'ultimo profumo griffato, nel video clip della più acclamata pop star, autrice della canzone prima in classifica. Quello che produce è godimento tattile, visualizzazione edonistica sospesa tra desiderio e invidia degli oggetti. Lo spettatore avido di immagini ubriache è invitato a prenderne possesso per 144', a buon mercato (10 euro tedeschi); unico scotto da pagare è il peso sul naso degli occhiali 3D. Questo è il quarto tentativo, nella storia del cinema, di espugnare un testo problematico come "The great Gatsby"; ed è quello destinato a fagocitare i precedenti perché non si lascia intimorire dalla fonte. Il regista domina i tempi teatrali, la sceneggiatura è infallibile quando si tratta di creare la cornice psicanalitica nella quale agisce Nick Carraway e laddove sostituisce l'età del Jazz con la festa postmoderna, riservando al sentimento, col contagocce, istanti efficaci solo perché affidati ad attori capaci di incarnarli: e non è poco. Ma, per carità, con pudore; perché il lino e la seta sono assai più erotici. La solitudine, invece, è un vero e proprio tabù, da lasciar appena intravedere nel finale, neppure rinunciando ad accompagnarla col vento tra le tende (che se la porta via). Da quello che fu il sogno americano a quello che è il sogno globale e virtuale. In attesa del 2029?
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