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onufrio
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mercoledì 30 luglio 2014
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il mondo di gatsby
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Baz Luhrman ci porta nel mondo di Gatsby e lo tinge a sua immagine e somiglianza con la piacevole arroganza dei colori volutamente spocchiosi ed il contrasto delle note con le musiche moderne in un epoca antica, forse quest'ultima scelta poco azzeccata poiché negli anni in cui è ambientata la storia, anni 20 del 900, di musica bella ed interessante ce n'era da utilizzare per queste scene, per quelle megafeste piene di gente di tutte le razze sociali. Tratto dall'omonimo romanzo, già prodotto al cinema con Redford nei panni di Gatsby, Di Caprio regge bene il confronto e Maguire addirittura ne supera la parte di quello che all'epoca (1974) fu Sam Waterston.
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Baz Luhrman ci porta nel mondo di Gatsby e lo tinge a sua immagine e somiglianza con la piacevole arroganza dei colori volutamente spocchiosi ed il contrasto delle note con le musiche moderne in un epoca antica, forse quest'ultima scelta poco azzeccata poiché negli anni in cui è ambientata la storia, anni 20 del 900, di musica bella ed interessante ce n'era da utilizzare per queste scene, per quelle megafeste piene di gente di tutte le razze sociali. Tratto dall'omonimo romanzo, già prodotto al cinema con Redford nei panni di Gatsby, Di Caprio regge bene il confronto e Maguire addirittura ne supera la parte di quello che all'epoca (1974) fu Sam Waterston. Appaiono un pò scialbe le figure femminili che si mantengono nella loro parte seguendo un basso profilo misto a rassegnazione.
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marce84
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lunedì 7 luglio 2014
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la grande ipocrisia
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Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann è un film ridondante di musica, colori, feste, esagerazioni. Proprio come lo erano gli anni ’20 in America, i cosiddetti “Anni Ruggenti”. Anni in cui le illusioni di ricchezza e di un futuro prospero stavano crescendo e in parallelo si abbassava il livello morale di una società corrotta e vuota. Il tutto avrebbe portato, infatti, nel giro di poco meno di un decennio alla Grande Depressione del ’29.
Nel film questo è facilmente interpretabile e il regista non smette di sottolinearlo, di portare tutto all’eccesso da un lato per criticare l’America dall’altro per dire agli spettatori “guardate che tutto è illusione, l’esagerazione porta alla tragedia, la ricchezza priva di valori è effimera”.
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Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann è un film ridondante di musica, colori, feste, esagerazioni. Proprio come lo erano gli anni ’20 in America, i cosiddetti “Anni Ruggenti”. Anni in cui le illusioni di ricchezza e di un futuro prospero stavano crescendo e in parallelo si abbassava il livello morale di una società corrotta e vuota. Il tutto avrebbe portato, infatti, nel giro di poco meno di un decennio alla Grande Depressione del ’29.
Nel film questo è facilmente interpretabile e il regista non smette di sottolinearlo, di portare tutto all’eccesso da un lato per criticare l’America dall’altro per dire agli spettatori “guardate che tutto è illusione, l’esagerazione porta alla tragedia, la ricchezza priva di valori è effimera”.
In questo contesto la figura di Gatsby, come al solito ben interpretato da Di Caprio, è complice e vittima allo stesso tempo. Perché Gatsby è il prodotto di quella società, fatta di illusioni, di facili promesse di ricchezza, di corruzione, di arricchimento sfrenato e voglia irrefrenabile di scalare la classe sociale. Però Gatsby è anche vittima, in quanto, nonostante tutto, egli è portatore di un sentimento puro e incorrotto, di un disegno folle ma ricco di speranza. Ma in questo contesto l’amore puro non può trionfare e la tragedia è dietro l’angolo.
I personaggi che riescono ad adattarsi meglio all’epoca sono i coniugi Buchanan, ricchi, ambigui, opportunisti: parlo chiaramente di Tom Buchanan, che curiosamente il regista ha scelto di rappresentare quasi come se fosse un personaggio “da cartone animato”, “un pupazzo”, come per dire “lui rappresenta la negatività dell’epoca, però non prendetelo troppo sul serio, potete anche usare l’ironia per sopportarlo”. E l’altra è Daisy, oggetto del desiderio di Gatsby, ma scostante, insicura e che alla fine fa la scelta più comoda.
Difficile sopravvivere ai tempi se si è invece come Gatsby, dall’animo puro e dalla speranza incorruttibile o come Nick Carraway, persona dalle buone maniere, che non vuole “sporcarsi” con il marcio che lo circonda, mantenendo il distacco nei confronti del mondo, pur chiedendo anch’egli un proprio posto.
In conclusione, credo che la rappresentazione di Luhrmann sia stata resa così eccessiva e caotica, proprio per sottolineare meglio un aspetto della società umana, metaforizzata con l’America degli anni ’20, ovvero l’ipocrisia umana: sentimento che privilegia l’apparenza, il caos, la superficie, ma che nasconde il vuoto, l’immoralità, l’ambiguità e che, probabilmente è simboleggiata, nella forte immagine della bara solitaria di Gatsby, che contrasta con le scene di festa sfrenata che aveva organizzato in casa sua.
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luigi chierico
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martedì 1 luglio 2014
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splendido
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Ancora una volta un film tratto da un romanzo tanto bello quanto noto.Solitamente il confronto non regge,ma questa volta i dialoghi e le scene sontuose del film si alternano con la lettura di alcune pagine del libro. La simbiosi è ben riuscita e soddisfa spettatori e lettori. In considerazione che il celebre romanzo di F. Scott Fitzgerald (1896-1940),in parte autobiografico,ha indotto nel passato alla trasposizione cinematografica nel 1949,1974 e 2000,si può validamente sostenere che c’è voluto coraggio per farne nel cinema sonoro questa quarta edizione del 2013 anche perché,come dice lo scrittore nel film,”Non si replica il passato”.
Al grande regista australiano Baz Luhmann il coraggio non manca,basta pensare alla realizzazione del magnifico film “Moulin Rouge” che solo nel titolo ricorda il precedente del 1952 di Jhon Huston con Josè Ferrer nella parte del pittore Toulouse-Lutrec.
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Ancora una volta un film tratto da un romanzo tanto bello quanto noto.Solitamente il confronto non regge,ma questa volta i dialoghi e le scene sontuose del film si alternano con la lettura di alcune pagine del libro. La simbiosi è ben riuscita e soddisfa spettatori e lettori. In considerazione che il celebre romanzo di F. Scott Fitzgerald (1896-1940),in parte autobiografico,ha indotto nel passato alla trasposizione cinematografica nel 1949,1974 e 2000,si può validamente sostenere che c’è voluto coraggio per farne nel cinema sonoro questa quarta edizione del 2013 anche perché,come dice lo scrittore nel film,”Non si replica il passato”.
Al grande regista australiano Baz Luhmann il coraggio non manca,basta pensare alla realizzazione del magnifico film “Moulin Rouge” che solo nel titolo ricorda il precedente del 1952 di Jhon Huston con Josè Ferrer nella parte del pittore Toulouse-Lutrec.Ci ha così fatto dono di un film spettacolare, sfarzoso in ogni sua espressione,costumi,ambienti,macchine,feste,panorami di cielo, mare e ponti. Se si eccede nel lusso e nello spreco occorre prendersela con l’autore del romanzo, che a prescindere dal personaggio del suo scritto,anche lui, morto a soli 44 anni,era solito dare grandi feste,all’epoca famose.Per la trama, dato atto alle genialità dell’autore del test,va riconosciuta al regista non solo la sua trasposizione ma averla incarnata in interpreti di grande valore,entrati nei personaggi a pieno merito. Leonardo DiCaprio,destinato ad innamorarsi di una ricca Daysy Buchanan, come di Rose De Witt Bukater nel “Titanic”, è eccezionale. Attore che degnamente ricorda i divi di una volta,ricopre tanti diversi ruoli sempre imponendosi all’attenzione di tutti, nato nel 1974 a meno di 40 anni ha girato circa 30 film e meritato 2 Oscar. Peccato che il romanzo abbia riservato a Gatsby la stessa fine di Jack Davson. Il ruolo dello scrittore Nick Carraway,cugino di Daysy e vicino di casa del ricco Gatsby, è stato affidato a Tobey Maguire, sottotono,assiste a feste,fatti,amori,contrasti e bugie,in un silenzio sconcertante,se così lo ha voluto e descritto l’autore del libro,ha fatto benissimo la sua parte.Niente di speciale le altre due figure più importanti del film: Carey Mulligan,nella parte di Daysy Buchanan,e Joel Edgerton,nella parte di Tom Buchanan.Al di là delle apparenze in sostanza il film tratta due argomenti:l’Amore e il Facile guadagno, ovvero candore e sporcizia, Tradimento e Menzogna, Generosità e Malcostume, onestà e corruzione.All’amore interessato di Daysy per Gatsby e di Tom si contrappone quello grande e generoso di Gatsby per Daysy.Ma a costruire la ricchezza c’è il malcostume e la corruzione dilagante in ogni ambiente della società.Se si vuole suggerire come procurarsi la ricchezza e l’effimero rispetti di tutti,allora la morale del film è inaccettabile. "Tutte le cose belle e preziose svaniscono così presto,e non tornano più!" ed alla morte nessuno più ti ricorda se non il“Vecchio mio”. Cosa dire di positivo su Daysy? personaggio senza personalità, immorale ma non troppo,amante ma non troppo, portatrice di morte più che di amore, guai ad incontrare una Daysy. Si salva soltanto l’amicizia tra Gatsby e Nick,resta vera e,per lo scrittore Nick,Gatsby diventa “The great”.Meritatissimo l’Oscar per i costumi e la scenografia.
Per la vita dello scrittore F. Scott Fitzgerald rinvio al film “Adorabile infedele” di Henry King,con Gregory Peck, Eddie Albert,Deborah Kerr del 1959.chibar22@libero.it
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rita branca
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lunedì 30 giugno 2014
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“morir d’amore” di rita branca
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Il grande Gatsby (2013) film di Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Jason Clarke, Elisabeth Debicki ed altri
Una nuova ( la quarta!) e più bella trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui l’accento è posto maggiormente sulla grandezza del misterioso protagonista Jay Gatsby che non sulla superficialità e inconsistenza della ricchissima e viziata Daisy, la donna di cui, ragazzo poverissimo, si innamora perdutamente e che, con determinazione si propone di conquistare, capovolgendo la sua posizione economica, con mezzi poco chiari e assai chiacchierati.
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Il grande Gatsby (2013) film di Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Jason Clarke, Elisabeth Debicki ed altri
Una nuova ( la quarta!) e più bella trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui l’accento è posto maggiormente sulla grandezza del misterioso protagonista Jay Gatsby che non sulla superficialità e inconsistenza della ricchissima e viziata Daisy, la donna di cui, ragazzo poverissimo, si innamora perdutamente e che, con determinazione si propone di conquistare, capovolgendo la sua posizione economica, con mezzi poco chiari e assai chiacchierati. Come nel romanzo di Fitzgerald, la vicenda è narrata dal cugino di lei, Nick, scrittore di nessun successo, che assiste alle vicende e testimonia la veridicità di un amore straordinario e disposto al sacrificio fino all’assunzione di colpe per un delitto non commesso, per una creatura molto fragile e forse indegna di un sentimento non comune. Nick assiste sconcertato ai burrascosi eventi che si tingono di rosso ed evidenzia la nobiltà di un uomo totalmente incompreso.
Impeccabile l’interpretazione di DiCaprio, perfetto e bellissimo nelle vesti del romantico eroe Gatsby; incisive anche quelle degli altri artisti, particolarmente dell’intensa Carey Mulligan, di Tobey Maguire e di Joel Edgerton.
Splendida la fotografia e stupefacente la sceneggiatura.
Un bel film davvero che incoraggia a credere che si possa ancora amare in maniera travolgente, disinteressata e per lungo tempo, dettaglio impressionante in un’epoca in cui questo sentimento non differisce molto dagli altri articoli esistenti sul mercato, frettolosamente acquistati e altrettanto frettolosamente gettati via.
Rita Branca
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cavedano
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lunedì 16 giugno 2014
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delusione
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Il film mi ha deluso profondamente, si salvano le interpretazioni di Di Caprio e Maguire.
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tonysierra
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sabato 10 maggio 2014
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quando vivi per l'amore
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Il film ti porta via con se dopo pochi minuti per poi restarti dentro anche a distanza di tempo...
Un Di Caprio che viene da una povertà che non digerisce e parte per sbarcare il lunario, cosa che gli riesce fino ad un certo punto, un giorno incontra l'amore della sua vita di cui se ne innamora perdutamente, la guerra lo porta lontano e restato di nuovo povero ritorna dopo un anno dalla fine della guerra, lei nel frattempo sposa un uomo ricco. Di Caprio torna, si mette in affari con personaggi non proprio onesti e costruisce per lei una megavilla organizzando feste per la città con la speranza che un giorno la possa rivedere, conosce il cugino di lei e chiede di poterla incontrare, cosa che accade e da li tutta una serie di eventi.
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Il film ti porta via con se dopo pochi minuti per poi restarti dentro anche a distanza di tempo...
Un Di Caprio che viene da una povertà che non digerisce e parte per sbarcare il lunario, cosa che gli riesce fino ad un certo punto, un giorno incontra l'amore della sua vita di cui se ne innamora perdutamente, la guerra lo porta lontano e restato di nuovo povero ritorna dopo un anno dalla fine della guerra, lei nel frattempo sposa un uomo ricco. Di Caprio torna, si mette in affari con personaggi non proprio onesti e costruisce per lei una megavilla organizzando feste per la città con la speranza che un giorno la possa rivedere, conosce il cugino di lei e chiede di poterla incontrare, cosa che accade e da li tutta una serie di eventi...
Film da vedere......buona visione
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peppons89
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domenica 30 marzo 2014
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dinamico
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michele de lorenzo
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sabato 8 marzo 2014
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una delusione, “vecchio mio!”
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Nick Carraway (Tobey Maguire) , un giovane agente di borsa, si trasferisce a Long Island dove vive sua cugina Daisy Buchanan (Carey Mulligan), da poco sposata con il miliardario Tom Buchanan (Joel Edgerton). Nick, circondato da sontuose ville, scopre di avere come vicino di casa un noto e misterioso personaggio, Gatsby (Leonardo di Caprio), il quale organizza feste faraoniche. Ricevendo l’invito di presentarsi ad una di esse conosce di persona il padrone di casa, il suo passato ed il suo tormentoso amore per Daisy.
Il regista visionario di Moulin Rouge, Baz Luhrmann, tenta di riportare, dopo la terza volta al cinema, il famoso romanzo di Fitzgerald.
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Nick Carraway (Tobey Maguire) , un giovane agente di borsa, si trasferisce a Long Island dove vive sua cugina Daisy Buchanan (Carey Mulligan), da poco sposata con il miliardario Tom Buchanan (Joel Edgerton). Nick, circondato da sontuose ville, scopre di avere come vicino di casa un noto e misterioso personaggio, Gatsby (Leonardo di Caprio), il quale organizza feste faraoniche. Ricevendo l’invito di presentarsi ad una di esse conosce di persona il padrone di casa, il suo passato ed il suo tormentoso amore per Daisy.
Il regista visionario di Moulin Rouge, Baz Luhrmann, tenta di riportare, dopo la terza volta al cinema, il famoso romanzo di Fitzgerald.
L’ultima trasposizione avvenne nel 1974 con la regia di Jack Clayton e la sceneggiatura di Francis Ford Coppola, ma purtroppo l’intento di Luhrmann di fare meglio dei sui predecessori sfuma ed il regista è vittima della sua esuberanza e oniricità.
La sceneggiatura, oggettivamente, rispetta abbastanza bene la trama del libro, ma Luhrmann, anche sceneggiatore, non ha saputo andare oltre il romanzo, oltre le parole. Non ha saputo cogliere lo spirito del libro,del tutto assente; il Grande Gatsby di Fitzgerald era la cartina tornasole degli anni ’20 ed il film è lontano anni luce da quest’ottica.
Inoltre si concentra solo ed esclusivamente sulla storia d’amore tra Gatsby e Daisy, lasciando solo da sfondo altri temi, il tema storico della ripresa del dopoguerra e la riflessione sull’alta borghesia americana. Il sogno americano passa dunque in secondo piano arricchendo inutilmente il lungometraggio di un romanticismo stucchevole.
Coppola, indubbiamente, aveva fatto di meglio anche se di fatto la sua sceneggiatura non si concretizzò e venne mal prodotta.
Risulta un’opera Hollywoodiana come tante altre, il film non scorre bene e annoia.
Il regista agghinda il film di sfarzosità e barocchismo, esaltando le feste, in pieno “stile Arcoriano” e l’estetica, con un massiccio uso di effetti speciali del tutto gratuiti.
Bella la scenografia e ben fatti i costumi, ma poca affinità chimica tra le musiche e le immagini, l’hip-hop di Beyoncé e Jay-Z non aiuta lo spettatore ad immedesimarsi nell’epoca.
Luhrmann motiva quest’ultima scelta per dare un tocco di modernità e proiettare il film fino ai giorni nostri, ma ciò non è indispensabile, in realtà è la conferma della “linea commerciale” che il director si prefiggeva.
Maguire non convince, il suo personaggio non gli si addice, Di Caprio recita splendidamente uguagliando l’eleganza e la bravura di Robert Redford (Gatsby nel film del 1974), ma di certo ha saputo far di meglio. Scelta azzeccata è la bella attrice Carey Mulligan.
Film mediocre che si risolleva di un po’ solo sul finale; rispetta i soliti diktat del cinema americano, i prerequisiti Hollywoodiani che lo rendono più appetibile alle masse.
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danirox85
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sabato 1 febbraio 2014
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un contrasto affascinante
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Il film mi è piaciuto, non è, a mio parere, la prestazione migliore di Di Caprio, e forse le grandi aspettative che ho ogni volta che mi appresto a vedere un suo film lo penalizzano in quelle rare volte in cui non sfodera una prestazione eccezionale. La scelta delle musiche anacronistiche lasciano perplessi a primo impatto, ma con il passare del film appaiono sempre più adeguate, un contrasto che affascina come affascinano i colori e le esagerazioni delle feste, della vita di Gatsby; e Gatsby è un cocktail di passione, emozioni, vivacità; se il regista voleva che lo spettatore si sentisse presto dal suo mondo, con me ci è riuscito appieno.
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istian gonny
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giovedì 9 gennaio 2014
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il grande leonardo...
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questo film non mi è affato dispiaciuto... narrato perfettamente e nello stesso stile del libro... ma le scenografie e canzoni sono state un vero azzardo che hanno rovinato un pò l'atmosfera del film... grande merito a Leonardo Di Caprio che come al solito ci regala una perfomance ottima
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