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zia abby
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lunedì 3 giugno 2013
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dov'è la magia?
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La sola cosa che ricordo di questo film è la sensazione, uscendo, di aver buttato via due ore della mia vita per un progetto che a me è risultato davvero poco convinto e convincente. Uno errore grossolano è la scelta sbagliata di alcuni attori. La protagonista non avrebbe fatto perdere la testa neanche ad un ergastolano. Durante il film non si chiariscono mai determinati dubbi: Come mai Gatsby dopo la guerra è rimasto via senza mai dare uno straccio di spiegazione alla sua amata? Gatsby in che modo è òegato alle imprese-comunque illegali- dei suoi soci di Chicago? Ma la peggiore è che non c'è mai una immagine, un singolo momento di magia.
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La sola cosa che ricordo di questo film è la sensazione, uscendo, di aver buttato via due ore della mia vita per un progetto che a me è risultato davvero poco convinto e convincente. Uno errore grossolano è la scelta sbagliata di alcuni attori. La protagonista non avrebbe fatto perdere la testa neanche ad un ergastolano. Durante il film non si chiariscono mai determinati dubbi: Come mai Gatsby dopo la guerra è rimasto via senza mai dare uno straccio di spiegazione alla sua amata? Gatsby in che modo è òegato alle imprese-comunque illegali- dei suoi soci di Chicago? Ma la peggiore è che non c'è mai una immagine, un singolo momento di magia. Quando lei è sul letto di Gatsby e lui fa cadere dall'alto tutte le cose bellissime che ha sognato prima e poi ha avuto la scena risulta inutile, fredda, algida. La magia che in passato lo stesso regsita aveva saputo tenere per 2 ore dov'è finita. Che dire? Un brutto, bruttissimo film.
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fabian t.
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domenica 2 giugno 2013
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tanto rumore... per poco
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Elefantiaco, eccessivo, autocompiaciuto e borioso, decisamente tedioso. Nonostante un grande Di Caprio, il film è solo tanto, tanto fumo per molto poco arrosto. La regia non ha la idee chiare cercando di virare verso la commedia, il dramma o il grottesco; invece fallisce più o meno su tutti i fronti. Quello che non funziona è il far credere che stia per accadere qualcosa di sorprendente, quando invece non succede proprio nulla di che. Sicuramente accattivanti le scenografie, le auto d'epoca e i costumi, ma questo non basta. La gran parte degli attori mostra atteggiamenti e modi di fare palesemente moderni e non in sincrono con il periodo storico affrontato. Aggiungere poi continui effetti speciali digitali poco appropriati e attori secondari non proprio all'altezza (a partire proprio da Carey Mulligan), non ha giovato affatto al film.
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Elefantiaco, eccessivo, autocompiaciuto e borioso, decisamente tedioso. Nonostante un grande Di Caprio, il film è solo tanto, tanto fumo per molto poco arrosto. La regia non ha la idee chiare cercando di virare verso la commedia, il dramma o il grottesco; invece fallisce più o meno su tutti i fronti. Quello che non funziona è il far credere che stia per accadere qualcosa di sorprendente, quando invece non succede proprio nulla di che. Sicuramente accattivanti le scenografie, le auto d'epoca e i costumi, ma questo non basta. La gran parte degli attori mostra atteggiamenti e modi di fare palesemente moderni e non in sincrono con il periodo storico affrontato. Aggiungere poi continui effetti speciali digitali poco appropriati e attori secondari non proprio all'altezza (a partire proprio da Carey Mulligan), non ha giovato affatto al film. Ma la cosa che più infastidisce, almeno per i miei gusti, è la biasimevole decisione di inserire musiche ipermoderne del tutto fuori luogo, snobbando completamente l'incredibile e inestimabile repertorio musicale di quegli anni, dallo Swing al Fox-Trot, scelta invece azzeccatissima nel precedente "Il grande Gatsby" di Jack Clayton del 1974. In definitiva da vedere, ma senza pretese.
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nottik
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domenica 2 giugno 2013
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giusta critica e con ragion pura ...ma...
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arrivo a questa recensione dopo aver scorso le critiche di critiche illustri che lo hanno fatto a ragion pura.
brevemente, non sono daccordo ma devo esserlo perchè nell' approccio alla visione non sono arrivato fino in fondo e ho avuto bisogno del secondo round.
il bello, che è meno del capolavoro nel cinema basta già par ipnotizzarti e per essere concepito come porzione unica a cui si farebbe un torto se la si avanzasse e si pensasse di poterla riscaldare e consumare l'indomani.
un film in cui aspetti per un pò quella sterzata che confermi le aspettative ma che purtroppo (e qui devo convenire con i detrattori), non arriva mai.
superficiale nella critica però menzionare quella ricostruzione di una newyork anni venti originalissima e affascinante.
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arrivo a questa recensione dopo aver scorso le critiche di critiche illustri che lo hanno fatto a ragion pura.
brevemente, non sono daccordo ma devo esserlo perchè nell' approccio alla visione non sono arrivato fino in fondo e ho avuto bisogno del secondo round.
il bello, che è meno del capolavoro nel cinema basta già par ipnotizzarti e per essere concepito come porzione unica a cui si farebbe un torto se la si avanzasse e si pensasse di poterla riscaldare e consumare l'indomani.
un film in cui aspetti per un pò quella sterzata che confermi le aspettative ma che purtroppo (e qui devo convenire con i detrattori), non arriva mai.
superficiale nella critica però menzionare quella ricostruzione di una newyork anni venti originalissima e affascinante. le coreografie delle feste bellissime perchè misurate e così equilibrate da essere funzionali e non invasive.
peccato mortale nella stroncatura che più o meno nella critica ho visto essere abbastanza condivisa, non citare la perfezione incantevole di una colonna sonora interamente composta da sonorità contemporanee, stratosferica per gusto e misura pur coraggiosamente accostate ad un epoca che il cinema cita continuamente e che un pò del suo fascino, più forte del tempo, deve molto al suo fashion style che la storia ci consegnerà come uno dei più caratteristici e più facilmente riconoscibili tanto quanto lo è la sua colonna sonora.
osare nella musica con una scelta difficile, azzardata e così riuscita è per me blasfemo se non sottolineato.
riassumendo,per dare un impatto al mio parere,direi che non stimo i musical e che se questo film avesse avuto questa intenzione, che purtroppo non ha, sarebbe stato un capolavoro.
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miroforti
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sabato 1 giugno 2013
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il grande gatsby di baz luhrmann
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Il ritorno di Baz Luhrmann, in pompa magna e spumeggianti scenografie, coinvolge il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, nonché uno dei libri più importanti della letteratura del Novecento: Il grande Gatsby. Ambientato nei «folli anni venti», è storia d’amore e nostalgia, di rimpianti e di segreti, tutto a ritmo di musica e cocktail esotici. Ma il passo dal romanzo al grande schermo non è così breve come si è solitamente propensi a pensare - propensione incoraggiata dagli innumerevoli intrecci fra letteratura e cinema -.
Questo Gatsby si apre con una voce narrante e una macchina da scrivere che ci riportano all’Ewan McGregor di Moulin Rouge; anche ora le danze si aprono con un epilogo, riviviamo attraverso il lucido dolore del presente un passato sfolgorante e felice che giunge, inesorabile, alla tragedia.
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Il ritorno di Baz Luhrmann, in pompa magna e spumeggianti scenografie, coinvolge il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, nonché uno dei libri più importanti della letteratura del Novecento: Il grande Gatsby. Ambientato nei «folli anni venti», è storia d’amore e nostalgia, di rimpianti e di segreti, tutto a ritmo di musica e cocktail esotici. Ma il passo dal romanzo al grande schermo non è così breve come si è solitamente propensi a pensare - propensione incoraggiata dagli innumerevoli intrecci fra letteratura e cinema -.
Questo Gatsby si apre con una voce narrante e una macchina da scrivere che ci riportano all’Ewan McGregor di Moulin Rouge; anche ora le danze si aprono con un epilogo, riviviamo attraverso il lucido dolore del presente un passato sfolgorante e felice che giunge, inesorabile, alla tragedia. Il film si presenta, spalanca gli occhi ed è subito sguardo, avido e rapace, che vuole ubriacarsi e ubriacarci di immagini, di stimoli visivi, si incarna negli enormi Occhiali di Dio, che tutto vede e proprio tutto vuole vedere; sono delle lenti speciali e personali quelle del regista, che mette in scena una fedeltà narrativa notevole e ricalca alcuni dei passaggi di prosa più ispirati e memorabili del romanzo, facendo da contraltare all’assoluta evanescenza e frammentazione della realtà concreta nella quale si muovono i personaggi, immersi in feste assurdamente colorate e esuberanti, indagati da movimenti di macchina eminentemente e squisitamente digitali e sottolineati da un luminosissimo 3D. L’Amore è aulico, tragico, quasi divino sotto lo sguardo di Mr. Luhrmann, che attraverso la totalizzazione emozionale che mostra, più vera del vero e al contempo così eterea, riempie la misura, rivelando la meravigliosa bolla di sapone che ha saputo costruire, che in quel momento scoppia, sommergendoci di mille schizzi velocissimi e colorati. Alla landa sconfinata di cenere e polvere è sottratta tutta la sua sporcizia.
È questo il suo cinema, è questo il suo postmodernismo. Potremmo ora chiamare in causa il passato, il sogno, la luce verde, che tanto ardentemente Gatsby tenta di raggiungere; potremmo parlare di umanità, di estraneità e solitudini; di indifferenza, di ricchezza e povertà, di società e di meschinità. O potremmo lasciare tutto ciò a Fitzgerald, che con tante eleganza e maestria è riuscito a esprimere in quella manciata di capitoli. E si perdonerà a Luhrmann di aver tralasciato l’amore quotidiano tra Nick e Jordan, non eterno, non premeditato o covato in un sogno, ma pacato e maturo, trascorso e consumato nella parentesi di un’estate.
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penelope
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venerdì 31 maggio 2013
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il grande gatsby alla ricerca del passato perduto
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Il grande Gastby, l'uomo che tutto osserva dalla torre del suo magnifico e possente palazzo, rema controcorrente nel vortice degli eventi che travolgono i suoi piani, le sue ambizioni più grandi, come quella di lottare contro il tempo che, inesorabilmente, tutto cambia. Si riconosce subito il tocco maestoso ed estremamente visivo di Luhrmann, che sembra unire gli elementi chiave di Moulin Rouge con quelli di Romeo+Giulietta;la ricchezza dell'America degli anni Venti è cosi vestita di un'aurea bohemienne, in cui lo sfarzo e lo scintillio dei spettacolari costumi (firmati Prada e Miu Miu), si unisce al fatalismo e ad un tragico susseguirsi di eventi.
La lotta di Gatsby per apparire è tenace, è totalizzante per lui e per le persone che lo circondano, ma non per la tanto sognata e immaginata Daisy, che si rivela incarnazione vivente delle aspirazioni sociali e morali del protagonista.
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Il grande Gastby, l'uomo che tutto osserva dalla torre del suo magnifico e possente palazzo, rema controcorrente nel vortice degli eventi che travolgono i suoi piani, le sue ambizioni più grandi, come quella di lottare contro il tempo che, inesorabilmente, tutto cambia. Si riconosce subito il tocco maestoso ed estremamente visivo di Luhrmann, che sembra unire gli elementi chiave di Moulin Rouge con quelli di Romeo+Giulietta;la ricchezza dell'America degli anni Venti è cosi vestita di un'aurea bohemienne, in cui lo sfarzo e lo scintillio dei spettacolari costumi (firmati Prada e Miu Miu), si unisce al fatalismo e ad un tragico susseguirsi di eventi.
La lotta di Gatsby per apparire è tenace, è totalizzante per lui e per le persone che lo circondano, ma non per la tanto sognata e immaginata Daisy, che si rivela incarnazione vivente delle aspirazioni sociali e morali del protagonista. L'effimero della sua esistenza gli si scaglia contro in un attimo, come la donna che, imprevidibilmente, pone fine alla sua lunga corsa verso quel "futuro orgastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi".
Onore alla scenografia, ai costumi, alla colonna sonora di questo film, in cui il jazz diviene r'n'b e viceversa, ed onore alla magistrale interpretazione dell'attore protagonista Leonardo Di Caprio, che recita quasi in silenzio, aiutandosi con gli occhi e quel sorriso, "uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento, che si incontrano quattro o cinque volte nella vita".
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[+] non è bello ciò che è bello, ma che bello che bell
(di zia abby)
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frontedelcinema
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mercoledì 29 maggio 2013
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perfette focalizzazioni e aggiunte sul romanzo.
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Il film ha evidenziato quello che giustamente c’era da evidenziare del lungo e bel romanzo. Ma la cosa più bella è che lo ha fatto, aggiungendoci degli ingrandimenti mirati su alcuni aspetti cruciali della vita.
La vita è fatta di strane coincidenze, di fortune inaspettate, tacite incomprensioni, insomma di mille cose che sfuggono alle nostre decisioni. Il grande Gatsby è stato visto in una chiave di lettura diversa, come il grande destino.
E la speranza, che nutre il romanzo, come la sceneggiatura del film, diventa l’unica vera chiave di accesso alla nostra grande ventura.
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andrea.bonino.97
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mercoledì 29 maggio 2013
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l'ingenuo ma bellissimo gatsby
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Terza trasposizione del libro "the great Gatsby", il nuovo film di Baz Luhrmann si presenta fin da subito ricco di attori famosi: Leonardo Di Caprio, ottimo per la parte del ricco-sofferente, Tobey Maguire, nella parte di Nick, e a seguire attrici come Isla Fisher, che si era gia fatta notare in alcune commedie di stampo più leggero, e Carey Mulligan, che insieme a Di Caprio, è colei che rende il film dinamico, con la sua rappresentazione da giovane e spensierata, che si era ormai abbandonata al suo triste destino di moglie tradita.
Ambientato nel primo '900, Il Grande Gatsby, racconta del traferimento di Nick, in una tranquilla casa sulle sponde della baia di Long Island, che però a come suo vicino, l'enorme villa del misterioso signore, di cui molte persone non conoscono nemmeno la sua faccia.
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Terza trasposizione del libro "the great Gatsby", il nuovo film di Baz Luhrmann si presenta fin da subito ricco di attori famosi: Leonardo Di Caprio, ottimo per la parte del ricco-sofferente, Tobey Maguire, nella parte di Nick, e a seguire attrici come Isla Fisher, che si era gia fatta notare in alcune commedie di stampo più leggero, e Carey Mulligan, che insieme a Di Caprio, è colei che rende il film dinamico, con la sua rappresentazione da giovane e spensierata, che si era ormai abbandonata al suo triste destino di moglie tradita.
Ambientato nel primo '900, Il Grande Gatsby, racconta del traferimento di Nick, in una tranquilla casa sulle sponde della baia di Long Island, che però a come suo vicino, l'enorme villa del misterioso signore, di cui molte persone non conoscono nemmeno la sua faccia. Esattamente di fronte alla villa, risiede la cugina di Nick, Daisy Buchanan, moglie di un amico di Nick, che però viene traditacon la moglie di un benzinaio li vicino; Nick scoprirà che 5 anni prima Daisy aveva avuto una storia d'amore sofferta con Gatsby. Una volta invitato dal suo ricco vicino, Nick va alla sua festa, nel quale conoscerà il suo finalmente Gatsby, e diventato suo amico tenterà di riconcigliare la relazione tra sua cugina e gatsby.
Con una colonna musicale molto recente ma ben adattata allo stile che il film presenta, Il Grande Gatsby, inizia in modo pimpante, ma cala fin fa subito lo spettatore nella finta felicità che l'epoca del primo '900 presentava. Un plauso speciale va alla scena della prima festa di Gatsby, che si protrae per 20 minuti, che permetteranno perfino allo spettatore di divertirsi grazie all'abbondanza di allegria che pervade ogni festa offerta dal misterioso riccone di New York. Presto la drammaticità, accompagnata a braccetto da una allegria malinconica, avvolgerà i fatti che vengono raccontati in 130 minuti circa, in un insieme di elementi con contraddistinguono ogni scena, la rendono memorabile, e tengono con il fiato sospeso lo spettatore che affascinato resta a guardare, ma che nel cuor suo s'immagina già la triste sorte che toccherà ai due sfortunati innamorati. La fine conferma che le persone per quanto siano contente di una cosa, nel momento in li viene strappata via, cercano rimedio in qualcos'altro e fanno finta che nulla sia accaduto..
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marcus1980
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mercoledì 29 maggio 2013
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di caprio il migliore
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Film decisamente al disotto delle mie aspettative.
Di Caprio, con la sua professionalità, salva il film che è a dir poco scadente.
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luciacinefila
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mercoledì 29 maggio 2013
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tedioso
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Come accade sovente allorchè le aspettative sono grandi.... la delusione lo è altrettanto. Purtoppo sono uscita dala sala annoiata quanto basta.....il film non è riuscito a trsmettermi alcunchè se non la viva speranza in una sua durata più che breve...Trovo che Di Caprio ultimamente venga utilizzato dai registi di fama (come nel caso di specie) solo ed escusivamente per l'unica espressione che è in grado di riprodurre sul grande schermo e che riesce a mantenere immutata lungo tutto l'arco del film.......Il regista è riuscito nell'impresa assolutamente impossibile di ridurre il romanzo del grande Fitzgerald ad un ammucchiata colorata di ballerini e di suoni lasciando totalmente inesplorata l'anima del racconto da cui trae la sceneggiatura.
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Come accade sovente allorchè le aspettative sono grandi.... la delusione lo è altrettanto. Purtoppo sono uscita dala sala annoiata quanto basta.....il film non è riuscito a trsmettermi alcunchè se non la viva speranza in una sua durata più che breve...Trovo che Di Caprio ultimamente venga utilizzato dai registi di fama (come nel caso di specie) solo ed escusivamente per l'unica espressione che è in grado di riprodurre sul grande schermo e che riesce a mantenere immutata lungo tutto l'arco del film.......Il regista è riuscito nell'impresa assolutamente impossibile di ridurre il romanzo del grande Fitzgerald ad un ammucchiata colorata di ballerini e di suoni lasciando totalmente inesplorata l'anima del racconto da cui trae la sceneggiatura.Peccato.....
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james gatsby
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mercoledì 29 maggio 2013
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bisogna ammirare
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film capolavoro! che va capito fino in fondo ed interpretato!
[+] il brutto non è ogettivo,
(di zia abby)
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