Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Regia di | Francesco Dominedò |
Attori | Alessandro Borghi, Matteo Branciamore, Alessandro Tersigni, Giorgia Wurth, Lidia Vitale Emma Nitti, Christian Marazziti, Rolando Ravello, Angelo Orlando, Francesco Venditti, Stefano Sammarco, Claudia Zanella, Giada De Blank, Francesco Arca, Massimo Bonetti, Antonella Salvucci. |
Uscita | venerdì 24 giugno 2011 |
Distribuzione | Iris Film Distribution |
MYmonetro | 2,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 15 luglio 2016
Ambientato tra Quarticciolo e Roma est, il film narra una storia di criminalità, con personaggi che sembrano usciti da un fumetto.
CONSIGLIATO NÌ
|
Manolo è, da sempre, uno sbruffone. Da bambino, insieme ai quattro coinquilini di cella del riformatorio, crea un gruppo di piccoli criminali. Con un patto di sangue suggella un'amicizia che resiste a matrimoni e figli, a droga e vizi. Una volta cresciuti, decidono di metter a punto una rapina 'facile facile', la portano a termine e scoprono di avere, tra le mani, un malloppo che va oltre le più alte aspettative: oltre ai milioni di euro previsti, trovano anche una valigetta dal contenuto segreto. Mentre si perdono in una nuova vita di perdizione e lusso sfrenato, la mafia russa, radicata a Roma da decenni, capisce che sono loro ad avere la preziosa refurtiva. Per i 'cinque' l'esistenza si trasforma in una corsa per la sopravvivenza.
Matteo Branciamore, strafatto di cocaina e intento a giocherellare con una pistola in mano, è un'immagine che molti spettatori faranno fatica ad accettare. Chi ha amato Marco (il bravo ragazzo dalle aspirazioni canterine de I Cesaroni), strabuzzerà gli occhi di fronte a un personaggio fuori dagli schemi che si dimena e urla, sognando un futuro da 'magnaccia'. Il suo Manolo, disegnato a tinte fortissime e contorni troppo definiti, è il carachter meno riuscito del gruppo. In linea con la regia, energica e concitata (a tratti più adatta a un videoclip che a un film per il grande schermo), l'attore esagera ed estremizza un personaggio che rimane maledetto e affascinante solo sulla carta. Gli altri attori, di formazione principalmente televisiva (fiction o reality), dimostrano invece di saper reggere, con più equilibrio, i toni di una storia molto ambiziosa. Il regista punta a raggiungere la tradizione altissima dei gangster movie americani - e il tentativo è apprezzabile, considerando la realizzazione esigua di film di genere in Italia - ma 5 (Cinque) si ferma molto più in basso, scontrandosi con limiti produttivi intrinsechi e una sceneggiatura troppo legata agli stereotipi cinematografici del mondo criminale. La simbologia del numero, poi, sembra un decalogo a metà, senza capo né coda. E ritorna prepotente a coprire tutti i vuoti narrativi della storia.
Il film è così un esempio di buona volontà e grandi aspirazioni che, malgrado il peccato di presunzione stilistica, non va snobbato né decantato. Ma va analizzato nella sua fattura e preso come un invito alla riflessione, per augurare al cinema italiano di genere di tornare ad una fervida vitalità.
5 (CINQUE) disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€3,99 | – | |||
€3,99 | – |
ringrazio MYmovies per avermi offerto la possibilità di partecipare a questa anteprima. Il film è piacevole e credo sia ancora più godibile al cinema perché solo il grande schermo riesce a catturare pienamente lo spettatore, soprattutto quando si tratta di una storia forte come questa, che afferra i sensi. A mio parere è più riuscito laddove, allontanandosi [...] Vai alla recensione »
All'anteprima di Mymovies live dell'omonimo film non posso non sottolinare la sostanziale disattenzione della platea e supponenza durante la proiezione del film; il presupposto di attenzione diviene elemento base per esprimere un giudizio attento sul lavoro di una ragista che, comunque , propone un suo lavoro , pane par la sua vita professionale, p [...] Vai alla recensione »
Personaggi caricaturali immersi in un complesso quadro narrativo con molti (troppi) temi. Tutto sembra onirico, con la macchina da presa troppo dinamica per un film statico e veramente poco originale. Gli attori secondari emergono, e vengono ricercati dallo spettatore, nella speranza di alzare il tasso recitativo che forse l'impostazione narrativa rende insopportabile e a tratti comico: appaiono [...] Vai alla recensione »
Qua si entra in territori sconosciuti anche al più squallido prodotto televisivo...Un'accozzaglia di immagini prive di un minimo di senso artistico,"attori"che sbofonchiano in un incomprensibile romanesco...ma lasciamo perdere..la gente non riesce nemmeno a comprendere i confini della decenza!
Nicoletta Dose scrive: "Il regista punta a raggiungere la tradizione altissima dei gangster movie americani – e il tentativo è apprezzabile, considerando la realizzazione esigua di film di genere in Italia - ma 5 (Cinque) si ferma molto più in basso" Destano sconcerto le suddette affermazioni, considerando che i modelli di questo "5(cinque)" sono evidentemente MOLTO italiani (e recenti oltretutto): [...] Vai alla recensione »
....niente di nuovo in questo film sulla criminalità,si è già riflettuto su questo mondo perduto,e non vedo la necessità di portare sullo schermo violenza che si aggiunge già alla realtà quotidiana,potremmo per una volta dedicare tempo denaro e volontà a trame costruttive per invogliare i giovani sulla retta via,anzichè insegnare a qualcuno [...] Vai alla recensione »
Nel panorama del cinema indipendente italiano, più ampio di quel che sembri, sopravvivono almeno due categorie di prodotti. Ci sono i film di testa, faticosamente girati per iniziativa di registi-autori innamorati di un pensiero, di un’immagine o di una storia, e i film di pancia, altrettanto faticosamente realizzati da registi imbarcati nel progetto esclusivamente per il piacere di girare. Cinque, regia dell’attore Francesco Maria Dominedò, è un film di cuore e di pancia: girato da un gruppo di amici, realizzato con pochi soldi e con il contributo di tutti (mamme incluse), è un piccolo progetto [...]
C'entra certo il successo di «Romanzo criminale», ma è positivo il fatto che giovani registi decidano di dedicarsi a generi tosti, anti-biografici e spiccatamente cinematografici. Francesco Maria Dominedò esordisce, così, con un beffardo omaggio a uno storico quartiere di Roma dalla tradizione non proprio celestiale: l'adrenalinico e sensuale «5» sembra non a caso una sorta di «C'era una volta al Quarticcio [...] Vai alla recensione »
Sotto il segno taumaturgico e scaramantico del 5, storia di cinque ragazzi di vita romani che dal riformatorio nascono a una vita sregolata, drogata, malavitosa. Una valigetta misteriosa, dialoghi degni di intercettazioni, mini redenzione di mamma e spaghetti e un' orgia di banalità psichedelica sul vivere pericolosamente col sogno della lap dance. Dominedò dirige in maniera pasoliniana senza grinta, [...] Vai alla recensione »
Ennesimo film che sembra un derivato, in picco lo, dei vari Romanzo Criminale. In un riformatorio, cinque adolescenti che parlano solo in romanesco si conoscono, diventano amici, formano una banda. All’inizio, guadagni facili, droga e donne; mai fare, però, il passo più lungo della gamba. l mezzi sono pochi e si vede; la sceneggiatura non è esaltante così come poco convincente è una parte del cast. [...] Vai alla recensione »
Francesco Maria Dominedò è un attore, nella sua filmografia ci sono Fatti della banda della Magliana di Daniele Costantini, e Cover Boy di Carmine Amoroso, storie radicate in una «romanità» viscerale di periferie, smania del successo, anche se astratta nella sua marca riconoscibile. E il film da regista sceglie questi stessi luoghi, anche perché lui sembra sentirli suoi, gli permettono di muoversi [...] Vai alla recensione »