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Non ho più l'età per fare lo sciupa femmine

Intervista esclusiva da Johannesburg con Christian De Sica
di Giovanni Bogani

Il film di Natale è lui
Christian De Sica (73 anni) 5 gennaio 1951, Roma (Italia) - Capricorno. Interpreta Carlo nel film di Neri Parenti Natale in Sudafrica.

mercoledì 6 ottobre 2010 - News

JOHANNESBURG – Per molti il film di Natale "è" lui, Christian De Sica. La sua mascella, il sorriso un po' sguaiato e un po' da lord, come quello di suo padre Vittorio, la gaglioffaggine e un po' di eleganza, sempre a bagno – però – in una controllata "burineria". Belle auto, belle donne, stanze d'albergo. E lui, in completo bianco, in smoking o in accappatoio, con l'amante sotto il letto. Ovvio che, se vuoi cercare i segreti di fabbrica di questo cinepanettone, Natale in Sudafrica, li devi chiedere a lui.

De Sica, che cosa c'è di nuovo in questo Natale in Sudafrica?
"Prima di tutto, il Sudafrica. Che porta con sé tutto un aspetto nuovo, che è l'avventura. Gli animali, i leoni, le giraffe, le scimmie... Poi, per quello che riguarda me, mi hanno 'scoppiato' da Massimo Ghini. Mi trovo a fare coppia con Max Tortora, che è mio amico da annni, e che condivide con me una certa somiglianza. Vedi? Abbiamo tutti e due gli occhi a vongola". E indica l'occhio un po' all'ingiù, come per una permanente malinconia.
E nel suo personaggio, cosa cambia?
"Per la prima volta non sono carnefice, ma vittima. Non sono io il mascalzone, ma l'ingannato. Anche dalla mia prima moglie Serena Autieri, che mi abbandona e preferisce mio fratello Max Tortora. Nel gioco degli equilibri comici, è la prima volta in cui non tradisco, ma semmai vengo tradito".
Perché questo cambiamento?
"Non ho più l'età per fare lo sciupa femmine".
L'atmosfera che si respira in questi giorni è di gran lavoro, ma anche di serenità quasi goliardica. Ma lo fate perché ci siamo noi giornalisti in giro?
"No no, ci divertiamo ancora a girare i 'panettoni'! Per me è come tornare in famiglia: Aurelio è per me un fratello maggiore, Neri un compagno di giochi, Luigi De Laurentiis è come un figlio. Però, sento che sono al capolinea. Ho sessant'anni, quanti film comici devo ancora fare? Due? Vorrei alzarmi da tavola con ancora un po' di fame. Non vorrei che a farmi smettere fosse il pubblico: 'Ma che sta a fa'? Non vedi come s'è ridotto quello lì?'. No, meglio lasciare prima".
È impossibile che abbiate girato un film intero in Sudafrica senza un riferimento ai Mondiali di calcio. Oppure sì?
"Beh, vista la figura che ha fatto la Nazionale, il riferimento c'era, in sceneggiatura, ma lo abbiamo tolto subito. Se avessimo vinto i Mondiali, magari avremmo aggiunto una scena".
Ma qual era il riferimento?
"Era nell'episodio interpretato da Massimo e Giorgio. Arrivano nell'hotel dove ha alloggiato la Nazionale italiana, e di notte, come se andassero da un'amante, vanno tutti e due in pellegrinaggio nella stanza di Gilardino! Oggi una scena così, lo capisci bene... Insomma, non c'è".

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