jayan
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martedì 28 settembre 2010
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odissea nel mondo dei sogni
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Capolavoro di Nolan. Ottima sceneggiatura, fotografia, regia, interpretazione di Di Caprio (e gli altri attori, in particolare Watanabe). Ci porta nel mondo dei sogni, anzi, addirittura nei sogni al'interno di altri sogni... sognare di sognare fino al terzo livello. E' come un'odissea compiuta nel mondo dei sogni, invece che nello spazio (riferimento al grande, insuperabile "2001 odissea nello spazio", o come l'odissea di Omero che vuole ritornare a casa. Così il protagonista vuole ritornare negli States, libero, per riabbracciare i figli e non essere incarcerato per l'accusa di aver ucciso la moglie. Per far ciò accetta l'incarico di entrare nei sogni di un erede miliardario e instillare un'idea, missione difficilissima perché deve accedere al terzo livello, quello del subconscio più profondo.
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Capolavoro di Nolan. Ottima sceneggiatura, fotografia, regia, interpretazione di Di Caprio (e gli altri attori, in particolare Watanabe). Ci porta nel mondo dei sogni, anzi, addirittura nei sogni al'interno di altri sogni... sognare di sognare fino al terzo livello. E' come un'odissea compiuta nel mondo dei sogni, invece che nello spazio (riferimento al grande, insuperabile "2001 odissea nello spazio", o come l'odissea di Omero che vuole ritornare a casa. Così il protagonista vuole ritornare negli States, libero, per riabbracciare i figli e non essere incarcerato per l'accusa di aver ucciso la moglie. Per far ciò accetta l'incarico di entrare nei sogni di un erede miliardario e instillare un'idea, missione difficilissima perché deve accedere al terzo livello, quello del subconscio più profondo. Così inizia un viaggio che è come entrare in un labirinto fatto di scatole cinesi, una dentro l'altra, una dipendente dall'altra. E' entusiasmante e tiene incollati alla poltrona fino alla fine. E' bello anche il messaggio: "Qual è la realtà vera? Il sogno o la veglia?" . Una frase mi ha colpito molto: "I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano". E' simile al concetto della vita secondo il pensiero orientale: "La vita è un grande sogno, è illusione. L'unica realtà è l'Infinito, infinita beatitudine. Le gioie e i dolori che proviamo nella vita sono soltanto illusioni dovute al fatto che crediamo di essere limitati... Ma quando ci svegliamo da questo brutto sogno ci rendiamo conto di stare molto meglio e che quella era soltanto illusione". Ebbene, Nolan, è riuscito a farci entrare in questi sogni, o meglio incubi, a farceli sembrare reali... e quando ci siamo svegliati (nel film) ci sembrava forse di essere ancora nel sogno...
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tool81
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mercoledì 29 settembre 2010
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nolan sulle orme dei grandi
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Film meraviglioso, uno dei più belli che visto negli ultimi anni. E' intrigante e sorprendente. Ma soprattutto favolosa la storia e la sceneggiatura scritte dallo stesso Nolan, dato che sembra inconcepibile come abbia fatto a incastrare così bene tutti gli eventi del film... Da vedere assolutamente!!!
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fabian t.
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giovedì 30 settembre 2010
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a dream within a dream
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Lodi, lodi e ancora lodi per questo interessante e sbalorditivo film, sorprendente dal punto di vista dell'idea base ma soprattutto per la sua realizzazione in un contesto cinematografico americano abbastanza asettico e banale. Edgar Allan Poe, con la sua poesia sul sogno nel sogno, sembra aleggiare vagamente in un'opera di evidente impegno registico, nonostante non ci si trovi di fronte a un capolavoro, ovviamente. Di certo non è un'esperienza da consigliare a chi si commuove vedendo "5 appuntamenti per farla innamorare" o a chi si maciulla le sinapsi con i reality show. "Inception" è un film che prevede la compartecipazione dello spettatore. Come in tutti i film, ci sono punti forti (in questo caso la maggior parte) e punti deboli che comunque non alterano più di tanto la qualità del prodotto finale.
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Lodi, lodi e ancora lodi per questo interessante e sbalorditivo film, sorprendente dal punto di vista dell'idea base ma soprattutto per la sua realizzazione in un contesto cinematografico americano abbastanza asettico e banale. Edgar Allan Poe, con la sua poesia sul sogno nel sogno, sembra aleggiare vagamente in un'opera di evidente impegno registico, nonostante non ci si trovi di fronte a un capolavoro, ovviamente. Di certo non è un'esperienza da consigliare a chi si commuove vedendo "5 appuntamenti per farla innamorare" o a chi si maciulla le sinapsi con i reality show. "Inception" è un film che prevede la compartecipazione dello spettatore. Come in tutti i film, ci sono punti forti (in questo caso la maggior parte) e punti deboli che comunque non alterano più di tanto la qualità del prodotto finale. I primi sono costituiti da almeno tre elementi: la sceneggiatura, la caratterizzazione dei personaggi e, non ultimo, la durata stessa del film. Sì perché è da lì che scopri quanto possa essere commerciale o meno una storia che, per essere complessa e dunque accattivante, ha bisogno di tempo per essere sviluppata adeguatamente. Tra i punti deboli, dal mio punto di vista, ci vedrei anzitutto i numerosi combattimenti e relative sparatorie, alquanto noiosetti e ripetitivi, soprattutto quelli sulla neve; a questo aggiungerei la mancanza di un livello squisitamente poetico-filosofico che offra risvolti più ampi rispetto al semplice svolgersi di una missione per conto di un miliardario. Fatto sta che comunque il film ha il pregio di sforzarsi di coinvolgere lo spettatore nonostante l'intricarsi degli eventi e soprattutto di 'innestargli' un'idea che, narrativamente, è desunta dalla fantascienza (Henry Kuttner, Fredric Brown, Fritz Leiber, Philip Dick, ecc.) e dalla filosofia (il velo di Maya, il pensiero platonico, ecc.): che cos'è veramente la realtà in cui crediamo di vivere? Siamo il sogno di un essere intellettualmente superiore? Siamo realmente liberi e autonomi?
E dunque: "All that we see or seem is but a dream within a dream".
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martedì 5 ottobre 2010
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triplice salto nell'inconscio
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Siete sicuri che la realtà che state vivendo non sia un sogno? Christopher Nolan conferma le sue capacità di “prestigiatore ” della mente e ci regala un'altra storia intrigante e perversa. Come perverso è il triplice salto nell’inconscio e allo stesso modo la volontà di mettere su grande schermo tutto questo! Non resta che fare i complimenti al regista di Memento, Il Cavaliere Oscuro e di The Prestige, perché non solo il film funziona, ma rende anche abbordabile al pubblico la trama alquanto intrecciata. Impresa non facile, se si considera che Nolan, non contento della complessità dell’operazione, realizza il tutto con una fotografia molto suggestiva. La pellicola si arricchisce di effetti speciali e scene di azione molto rapide; entrambe sono dosate con saggezza e diventano funzionali all’intreccio narrativo, non ne sostituiscono la sostanza.
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Siete sicuri che la realtà che state vivendo non sia un sogno? Christopher Nolan conferma le sue capacità di “prestigiatore ” della mente e ci regala un'altra storia intrigante e perversa. Come perverso è il triplice salto nell’inconscio e allo stesso modo la volontà di mettere su grande schermo tutto questo! Non resta che fare i complimenti al regista di Memento, Il Cavaliere Oscuro e di The Prestige, perché non solo il film funziona, ma rende anche abbordabile al pubblico la trama alquanto intrecciata. Impresa non facile, se si considera che Nolan, non contento della complessità dell’operazione, realizza il tutto con una fotografia molto suggestiva. La pellicola si arricchisce di effetti speciali e scene di azione molto rapide; entrambe sono dosate con saggezza e diventano funzionali all’intreccio narrativo, non ne sostituiscono la sostanza. La sceneggiatura è il vero capolavoro di questo film, non stuipisce che il regista abbia impiegato molti anni alla sua stesura. Lontano dal trend del 3d, ma con un cast accurato e ricco di interpreti famosi, scorre veloce e vi trascina tra i meccanismi della mante umana, reali o interpretativi. Sarete sovrastati dalle proiezioni del subconscio dei protagonisti, rapide e inaspettate. Un lavoro “non catalogabile”, unico nel suo genere, capace di creare suspense da thriller in un contesto da fantascienza (quale migliore ambientazione della mente umana?), con sequenze da action-movie che non appiattiscono il pensiero ma anzi, lo tengono sempre attento sulla scena. Due ore e mezzo incollati allo schermo: se non si può definire un “capolavoro” questo, allora ci siamo molto vicini!
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darios
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giovedì 7 ottobre 2010
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straordinario
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Un capolavoro da vedere assolutamente, per me Leonardo di CAprio è uno dei migliori attori americani, la trama di questo film è straordinaria si parla di come impientare idee all' interno dei sogni, tutto avvolto da tanta azione ed anche da una storia d' amore straordinaria, un film innoivativo sotto ogni punto di vista,tanta immaginazione e creatività, anche la qualità di recitazione degli attori è alta film consigliatissimo
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francesco di benedetto
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sabato 3 marzo 2012
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summa dell'immaginario occidentale degli anni '00
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Un compendio metaforico del disorientamento e di alcune inquietudini sotterranee, e al fondo reazionarie, del mondo occidentale di questi primi anni Duemila: la globalizzazione come contatto traumatico, violenza primitiva e scontro fra uomini e culture differenti e antagoniste, l’incubo del terrorismo internazionale, l’impatto psicologico nella vita comune della realtà virtuale, irretente e multilivello di internet e del web.
Il tutto riunito sotto la grande metafora dell’innesto virale, dell’intrusione coattiva e traumatica di un ecosistema vitale all’interno di un altro, di un modello di soggettività all’interno di un’altra soggettività, di un particolare spazio o ambiente di ridefinizione e simulazione della “realtà” all’interno di un altro piano di realtà parimenti simulacrale, immersivo e dolorosamente effettuale.
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Un compendio metaforico del disorientamento e di alcune inquietudini sotterranee, e al fondo reazionarie, del mondo occidentale di questi primi anni Duemila: la globalizzazione come contatto traumatico, violenza primitiva e scontro fra uomini e culture differenti e antagoniste, l’incubo del terrorismo internazionale, l’impatto psicologico nella vita comune della realtà virtuale, irretente e multilivello di internet e del web.
Il tutto riunito sotto la grande metafora dell’innesto virale, dell’intrusione coattiva e traumatica di un ecosistema vitale all’interno di un altro, di un modello di soggettività all’interno di un’altra soggettività, di un particolare spazio o ambiente di ridefinizione e simulazione della “realtà” all’interno di un altro piano di realtà parimenti simulacrale, immersivo e dolorosamente effettuale.
Un film che sarebbe stato inconcepibile solo dieci anni fa e che si propone ora come summa poetica (politica?) del nostro immaginario degli anni ’00.
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teo '93
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giovedì 27 settembre 2012
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il labirintico enigma della mente
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E se potessimo varcare i limiti che ci separano dal subconscio? I sogni sono le proiezioni della nostra natura o sono gli uomini ad essere le ombre incoscienti del loro onirico? “La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” amava ripetere il grande studioso Carl Gustav Jung, che arrivò per primo ad elaborare la teoria dell’esistenza di un inconscio collettivo, dominante e creativo, nonché frequente manipolatore delle nostre attività quotidiane. Il geniale prestigiatore visivo Christopher Nolan traffica con mirabile inventiva nella materia enigmatica del sogno per tessere le redini di un racconto cupo, labirintico, scomposto, raffinato. Destabilizza i nostri sensi con movimenti di macchina incalzanti e vorticosi.
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E se potessimo varcare i limiti che ci separano dal subconscio? I sogni sono le proiezioni della nostra natura o sono gli uomini ad essere le ombre incoscienti del loro onirico? “La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” amava ripetere il grande studioso Carl Gustav Jung, che arrivò per primo ad elaborare la teoria dell’esistenza di un inconscio collettivo, dominante e creativo, nonché frequente manipolatore delle nostre attività quotidiane. Il geniale prestigiatore visivo Christopher Nolan traffica con mirabile inventiva nella materia enigmatica del sogno per tessere le redini di un racconto cupo, labirintico, scomposto, raffinato. Destabilizza i nostri sensi con movimenti di macchina incalzanti e vorticosi. Dà vita a un’architettura volumetrica e ingannevole, pronta a implodere o a crollare come gigantesche torri di sabbia sotto il peso di una singola idea della mente umana, “il parassita più resistente di tutti”, in grado di costruire città, ma anche di causare guerre, stermini, accrescere sensi di colpa, far riemergere i tormenti più reconditi e strazianti. “Il seme di un’idea può definirti o distruggerti”. Il Donn Cobb di DiCaprio è un personaggio ambiguo e intrigante, fragile e complesso come i sogni che erige per custodire i propri ricordi. In Cobb il sogno diviene la materializzazione del suo perpetuo conflitto interiore, la rielaborazione metafisica di un lutto mai sopito, la proiezione disincantata della sua essenza, che lo rende incessantemente partecipe dell’impossibilità di aderire a una stabilità emotiva. Quando il ricordo penetra nei suoi sogni muove pericolosamente i segreti della sua anima, rischiando di farlo sprofondare in un vasto abisso onirico. L’inquietante Mal di Marion Cotillard è il richiamo angustiante del suo passato che lo accompagna nella vita e nel sogno, per le strade del mondo reale e tra i tortuosi meandri delle architetture di Ariadne, destinati a confondersi vorticosamente. Forse per Cobb è la realtà a rimanere la vera incognita, l’attimo fugace che passa implacabile mentre i suoi figli corrono lontano prima di poter scorgere i loro volti. Nolan proietta la consapevolezza dell’indecifrabilità della vita (quindi dell’inconscio) nell’opprimente ambiguità di una trottola che gira vorticosamente su di un tavolo. Forse pronta a fermarsi. Forse inarrestabile. La felicità ritrovata nel volto di un figlio? Pura illusione onirica? “Inception”, come la Parigi di Ellen Page, finisce per ripiegarsi su se stesso. Termina dov’era iniziato. Nell’irrisolutezza di un enigma. Nell’oblio di un limbo impenetrabile.
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marzaghetti
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domenica 27 gennaio 2013
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il fuggevole attimo in cui nasce un'idea profonda
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Inception è puro, cristallino, grandissimo cinema. Nolan fonde in mirabile alchimia azione e riflessione, esplosioni di immense scenografie e implosioni di fragili anime, impossibili inseguimenti e possibili paradossi; ma dopo tanto sconquasso, l'assedio al più intimo segreto di un uomo è il fuggevole attimo in cui la nuce di un idea si insinua nel cuore, così profonda da cambiarti la vita. Forse il film è troppo razionale e lucido per essere un'odissea onirica, l'intreccio è tanto geniale quanto oneroso da districare, e a volte ci si incarta, ma per me è stato come trovare la luce nel profondo del sonno.
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Inception è puro, cristallino, grandissimo cinema. Nolan fonde in mirabile alchimia azione e riflessione, esplosioni di immense scenografie e implosioni di fragili anime, impossibili inseguimenti e possibili paradossi; ma dopo tanto sconquasso, l'assedio al più intimo segreto di un uomo è il fuggevole attimo in cui la nuce di un idea si insinua nel cuore, così profonda da cambiarti la vita. Forse il film è troppo razionale e lucido per essere un'odissea onirica, l'intreccio è tanto geniale quanto oneroso da districare, e a volte ci si incarta, ma per me è stato come trovare la luce nel profondo del sonno. Valutazione: 4,5.
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alessandro rega
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lunedì 23 dicembre 2013
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e fra mente e sogno, azione.
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Inception è un Thriller del 2010, diretto da Christopher Nolan.
Si tratta di un’opera molto fluida, la quale scorre molto velocemente ed è ricca di azione che mozza il fiato per tutti i 148 minuti. Si tratta, inoltre, di un film girato in modo intelligente e con una trama parecchio elaborata, piena di intrighi; che basa la sua solidità su di una storia fondata da elementi base introdotti nell’opera stessa.
Mi spiego: le scene si susseguono assai fluidamente, cambiando continuamente i campi d’azione e creando un intreccio di realtà parallele, realtà e sogni dominati da elementi (che possono essere persone, oggetti etc..) ispirati alla realtà ma che non la rappresentano, sarebbero impossibilitati in essa e in essa assumerebbero valori minori.
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Inception è un Thriller del 2010, diretto da Christopher Nolan.
Si tratta di un’opera molto fluida, la quale scorre molto velocemente ed è ricca di azione che mozza il fiato per tutti i 148 minuti. Si tratta, inoltre, di un film girato in modo intelligente e con una trama parecchio elaborata, piena di intrighi; che basa la sua solidità su di una storia fondata da elementi base introdotti nell’opera stessa.
Mi spiego: le scene si susseguono assai fluidamente, cambiando continuamente i campi d’azione e creando un intreccio di realtà parallele, realtà e sogni dominati da elementi (che possono essere persone, oggetti etc..) ispirati alla realtà ma che non la rappresentano, sarebbero impossibilitati in essa e in essa assumerebbero valori minori.
Leonardo di Caprio è l’attore che interpreta il protagonista della storia, un esperto di sogni capace di insinuarsi nelle menti altrui e, così facendo, estrapolare informazioni o addirittura innestare un’idea che influirà sulla vita del soggetto sognante ed avrà ripercussioni sulle sue decisioni.
Il suo è un personaggio sostanzialmente di buon animo, ma che deve fare i conti con un passato molto turbolento; infatti la morte della moglie avvenne, a sua detta, per colpa sua e ciò influirà sul suo lavoro rischiando più volte di far fallire lui e i suoi colleghi.
Proprio su questo tema si sviluppano le vicende: le peripezie avvengono soprattutto fra continui cambi di realtà e di “livelli di sogno”.
Il poteva essere fuorviante, facendo ipotizzare un film onirico che descrive in modo opprimente gli aspetti più inquietanti della mente. Ma non è per niente questo l’obiettivo del film (e menomale…altrimenti era stato reso malissimo) !
Christopher Nolan è un regista indubbiamente talentuoso, però punta soprattutto sull’azione, sapendo sì dare un aspetti inquietante e cupo all’opera (pur facendolo in modo raffazzonato), ma non sapendo altresì inserire messaggi filosofici, né conferire un atmosfera lugubre od onirica ad essa. Pertanto, questo film non analizza la mente umana, ma si concentra sugli aspetti più spettacolari di un ipotetica realtà parallela che essa potrebbe scaturire nel sogno. Perché nei sogni si possono abbattere i limiti della fisica e, così facendo, conferire alla storia un aspetto surreale e fantascientifico.
In tutto questo, Nolan ci mette tanta action che, oltre a portare avanti la storia, rende più spettacolare il film e sortisce anche un bell’effetto visivo .
Ottimi, dunque, gli effetti speciali ed il montaggio delle scene; buona, nel complesso, la recitazione e la sceneggiatura.
Di Nolan avevo visto solamente i primi due Batman e non mi erano sembrati granché, oltretutto, il terzo prometteva talmente male che decisi anche di non vederlo, avendo troppi pregiudizi. Mi sembra un buon regista, abile ed intelligente, ma ha uno stile troppo banale e commerciale, pur essendo bravo ad arricchire il film di spunti interessanti e, parecchie scene d’azione sono veramente fatte bene ed emozionano alquanto. Non è, secondo me, un grande regista (lo dico avendo però visto pochi suoi film, anzi, se leggeste questa recensione e aveste altri suoi film da consigliarmi, scrivete i titoli nei commenti, così io me li sparo…grazie mille a chi lo farà LOL), come questo non è un capolavoro, ma certamente un lungometraggio realizzato ottimamente, che raggiunge e supera anche di un po’ il suo modesto scopo e che non delude affatto.
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carlo vecchiarelli
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domenica 6 aprile 2014
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il grande bluff
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La domanda sorge spontanea: può l'industria cinematografica di Hollywood riuscire a sperimentare nuovi linguaggi e investire in progetti che abbiano più la parvenza di sfide piuttosto che di investimenti sicuri, senza compromettere la piena riuscita del prodotto ?
L'esperimento, affascinante e costosissimo, è stato affidato nelle mani di uno dei più noti registi dell'entertainment del nuovo millennio.
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La domanda sorge spontanea: può l'industria cinematografica di Hollywood riuscire a sperimentare nuovi linguaggi e investire in progetti che abbiano più la parvenza di sfide piuttosto che di investimenti sicuri, senza compromettere la piena riuscita del prodotto ?
L'esperimento, affascinante e costosissimo, è stato affidato nelle mani di uno dei più noti registi dell'entertainment del nuovo millennio. Cristopher Nolan, forte del ( meritato? ) successo dei due ultimi episodi della saga ambientata a Gotham City, è riuscito ad avere carta bianca per un progetto ambizioso a tal punto da rimanerne tormentato, sul quale ha passato mesi nel perfezionare la sceneggiatura: dopo Bunuel, Fellini, Cronemberg, Lynch, Gondry e molti tentativi minori, il cinema torna ad interrogarsi sul tema del subconscio e del sogno.
In un futuro non troppo lontano, Leonardo Di Caprio interpreta Dom Cobb, un outsider misterioso che sfida ogni barriera, specialista nella sottrazione delle informazioni più segrete delle persone interferendo direttamente con i loro sogni. Ritenuto colpevole dell'omicidio della moglie, è costretto a fuggire dagli Stati Uniti lasciando le sue due bambine con la sola guida dei suoceri ( tra cui spicca un Michael Caine sempre più attore feticcio per Nolan ). Per avere l'opportunità di riabbracciarle dovrà scendere a patti con un industriale giapponese, Saito, che chiede non di rubare un'idea ma di impiantarla: radicare l'ipotesi di frazionare un immenso impero economico nella mente del giovane rampollo Robert Fischer Jr. , il cui padre dispotico e autoritario è oramai in fin di vita. L'innesto dell'idea ( l' "Inception" ) rende necessario l'arruolamento di vari specialisti: un chimico d'avanguardia per la condivisione onirica più profonda; un falsario delle immagini che appaiono nei sogni; e un giovane architetto, Arianne, che dovrà costruire una scenografia perfetta per permettere l'inganno più arduo che sia mai stato tentato. Sarà proprio lei durante un forsennato apprendistato a scoprire alcuni dei segreti che tormentano Dom, e che avranno un impatto devastante durante la messa in opera del progetto.
Come in Memento, Nolan affronta le dinamiche del subconscio, questa volta scegliendo di immergere lo spettatore in una realtà che rivela forti analogie con quella rappresentata in "Matrix", illusoria e reale al tempo stesso. Proprio nel gioco ambiguo dell' incapacità di distinguere tra l'immagini manifeste e il loro reale significato, si crea il cortocircuito che è alla base del film e la sua forza stessa, ricreando ad hoc tutte le caratteristiche aleatorie del sogno, a volte talmente cerebrali da sembrare sfuggenti all'attenzione dello spettatore. I livelli onirici da esplorare saranno ben tre, pieni di trappole e sparatorie, perchè nel mondo ricreato dall'architetto, il subconscio di Robert Fischer si difenderà a suon di guardie armate, tanto più terribili e numerose quanto più a fondo si sarà costretti ad addentrare. Ma grandi problemi verranno anche dal passato torbido di Dom con cui egli ha sempre cercato di non fare i conti, che riuscirà a entrare tra le realtà artificiali costringendo i protagonisti e l'architetto a dei cambiamenti fuori programma, che li disperderà tra vari livelli della realtà onirica in cui anche lo spazio temporale avrà le sue differenze tangibili.
Tra questo fascinoso "pastiche" di generi e idee accattivanti, purtroppo "Inception" non riesce ad avere un equilibrio credibile tra le premesse e la loro messa in opera, la curiosità dello spettatore si infrange contro l' autoreferenzialità di un eccessivo cerebralismo, ben lontano da quello di cui alcuni additano Lynch, ma soprattutto contro la stucchevolezza delle scene d'azione, che più che colmare crea vuoti e momenti imbarazzanti per un regista divenuto intoccabile proprio per il recente successo nel genere action. E neanche il finale spicca in originalità, rieccheggia ingombrante infatti, la conclusione ad effetto di un film recentissimo come "Shutter Island" che per di più vede protagonista proprio Di Caprio accusato dell'omicidio della moglie, si fosse trattato della suocera forse Nolan non sarebbe stato più credibile ?
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