Inception |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Elliot Page.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 24 settembre 2010.
MYMONETRO
Inception
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il labirintico enigma della mentedi teo '93Feedback: 2578 | altri commenti e recensioni di teo '93 |
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giovedì 27 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E se potessimo varcare i limiti che ci separano dal subconscio? I sogni sono le proiezioni della nostra natura o sono gli uomini ad essere le ombre incoscienti del loro onirico? “La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” amava ripetere il grande studioso Carl Gustav Jung, che arrivò per primo ad elaborare la teoria dell’esistenza di un inconscio collettivo, dominante e creativo, nonché frequente manipolatore delle nostre attività quotidiane. Il geniale prestigiatore visivo Christopher Nolan traffica con mirabile inventiva nella materia enigmatica del sogno per tessere le redini di un racconto cupo, labirintico, scomposto, raffinato. Destabilizza i nostri sensi con movimenti di macchina incalzanti e vorticosi. Dà vita a un’architettura volumetrica e ingannevole, pronta a implodere o a crollare come gigantesche torri di sabbia sotto il peso di una singola idea della mente umana, “il parassita più resistente di tutti”, in grado di costruire città, ma anche di causare guerre, stermini, accrescere sensi di colpa, far riemergere i tormenti più reconditi e strazianti. “Il seme di un’idea può definirti o distruggerti”. Il Donn Cobb di DiCaprio è un personaggio ambiguo e intrigante, fragile e complesso come i sogni che erige per custodire i propri ricordi. In Cobb il sogno diviene la materializzazione del suo perpetuo conflitto interiore, la rielaborazione metafisica di un lutto mai sopito, la proiezione disincantata della sua essenza, che lo rende incessantemente partecipe dell’impossibilità di aderire a una stabilità emotiva. Quando il ricordo penetra nei suoi sogni muove pericolosamente i segreti della sua anima, rischiando di farlo sprofondare in un vasto abisso onirico. L’inquietante Mal di Marion Cotillard è il richiamo angustiante del suo passato che lo accompagna nella vita e nel sogno, per le strade del mondo reale e tra i tortuosi meandri delle architetture di Ariadne, destinati a confondersi vorticosamente. Forse per Cobb è la realtà a rimanere la vera incognita, l’attimo fugace che passa implacabile mentre i suoi figli corrono lontano prima di poter scorgere i loro volti. Nolan proietta la consapevolezza dell’indecifrabilità della vita (quindi dell’inconscio) nell’opprimente ambiguità di una trottola che gira vorticosamente su di un tavolo. Forse pronta a fermarsi. Forse inarrestabile. La felicità ritrovata nel volto di un figlio? Pura illusione onirica? “Inception”, come la Parigi di Ellen Page, finisce per ripiegarsi su se stesso. Termina dov’era iniziato. Nell’irrisolutezza di un enigma. Nell’oblio di un limbo impenetrabile.
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