Anno | 2009 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia, USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Dario Argento |
Attori | Adrien Brody, Nicolò Morselli, Anna Varello, Liam Riccardo, Giancarlo Judica Cordiglia Barbara Mautino, Taiyo Yamanouchi, Giuseppe Lo Console, Valentina Izumi, Daniela Fazzolari, Silvia Spross, Robert Miano, Luis Molteni, Lorenzo Pedrotti, Elsa Pataky, Emmanuelle Seigner, Massimo Franceschi. |
Uscita | venerdì 1 luglio 2011 |
Distribuzione | Lumière Group Multimediale |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,05 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 luglio 2011
Una giovane giapponese lascia un'amica in discoteca a divertirsi e prende un taxi per tornare in albergo. Il taxi però va per tutt'altra strada. In Italia al Box Office Giallo/Argento ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 25,2 mila euro e 12 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Nell'ormai sistematica oscillazione tra i due generi di riferimento della sua filmografia, Dario Argento torna al thriller richiamando sin dal titolo - anche se nel film c'è una spiegazione narrativa - l'appartenenza al filone che più gli ha dato lustro decenni fa e che americani e inglesi chiamano proprio giallo-movies per sottolinearne la nazionalità e specificità.
Torino. Una giovane giapponese lascia un'amica in discoteca a divertirsi e prende un taxi per tornare in albergo. Il taxi però va per tutt'altra strada. La hostess Linda sbarca all'aeroporto per fare una visita alla sorella Celine, modella impegnatissima, a Torino per lavoro. La giapponese, intanto, è prigioniera in uno scantinato, vittima del suo misterioso rapitore, che fotografa lei e anche il cadavere di un'altra donna. Linda va a casa di Celine in attesa che la sorella si liberi dai suoi impegni, ma anche Celine è vittima dello strano tassista e scompare. Non prima però d'aver telefonato alla sorella, dicendole d'aver preso un taxi con un tassista che si comporta stranamente. Celine si ritrova imprigionata nello scantinato. La preoccupata Linda intanto si rivolge alla polizia. L'ispettore Enzo Avolfi - un tipo strano, specializzato in casi difficili - decide di occuparsene.
L'inizio alterna con sapienza immagini apparentemente scollegate tra loro: un uomo con una siringa, due ragazze all'Opera, un'auto che viaggia in una strada cittadina notturna. Poi le cose si chiariscono e il quadro si delinea. Un serial killer è all'opera. La struttura narrativa è classica e alterna le azioni dell'omicida con quelle di chi lo cerca. Con l'andare del tempo, il cinema di Argento ha radicalizzato la rappresentazione insistendo su dettagli violenti e sgradevoli, forse inseguendo il cinema della crudeltà imperante in questi anni o forse seguendo invece un proprio percorso di nichilismo cinico, di spoliazione e deglamourizzazione della violenza, di quotidianizzazione pessimista dell'incubo. Anche la regia segue questa tendenza e rinuncia in parte a quei movimenti di macchina eleganti e spericolati che hanno definito nel tempo lo stile di Argento. Solo in parte, perché in certi momenti - soprattutto nei traumatici flashback - si riscopre il classico e sempre magico Argento-touch. La scarsità di momenti registici flamboyant va intesa come una scelta di sobrietà, di classicità, un tentativo di raccontare in modo diretto ed efficiente una trama che però avrebbe avuto bisogno di fuochi pirotecnici per supplire alle sue carenze narrative. Il problema principale è infatti che la storia collassa dopo una prima metà interessante e tende ad appoggiarsi, per motivazioni e sviluppi, su un classico trauma infantile non eccessivamente credibile. Non emerge il pathos, tutto sembra ridursi alla classica ricerca del serial killer che abbiamo già visto molte volte e manca il colpo d'ala che rivitalizzi una materia risaputa. Talvolta le trame dei film di Argento sono state accusate di incoerenza: la sceneggiatura di Sean Keller e Jim Agnew è sufficientemente coerente, nei parametri del genere, ma è pura routine. La parte finale recupera comunque qualche vivacità e riesce a suscitare una relativa tensione, pur in assenza di sorprese particolari e con qualche incongruenza comportamentale di troppo.
Un classico punto (a volte) debole del cinema argentiano, quello della recitazione e della poca profondità dei personaggi, troverebbe qui un buon antidoto nella presenza di attori di personalità se non fosse che Adrien Brody, nel tratteggiare la figura del detective (e non solo quella), eccede troppo spesso nella caricatura, anche se la sua recitazione bizzarra è se non altro originale e non è priva di interesse. La sua partner Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski, il regista con cui Brody ha vinto un premio Oscar (per Il pianista), è abbastanza convincente nel rappresentare lo sgomento e il tormento del suo personaggio. Buona la colonna sonora di Marco Werba, mentre il fascino di Torino, città non nuova all'immaginario argentiano, fornisce uno sfondo misterioso e azzeccato.
Giallo sceglie le sue vittime in base alla loro bellezza, perché lui non è bello. Schernito e deriso nell'orfanotrofio in cui era stato rinchiuso da piccolo, ora prova piacere nel rapire donne bellissime e nel torturarle. Le sottopone ad indicibili sevizie, lasciandole a lungo agonizzanti, fino a quando non è completamente appagato. Poi le uccide brutalmente e si disfa dei loro corpi.
Giallo è una "macchina di morte" di incredibile efficienza; sa sempre con esattezza quando e come colpire; e sa, con precisione, quale sarà la sua vittima successiva. È molto scaltro ed intelligente, individuando le sue prede soprattutto fra le turiste. L'ultima è una studentessa asiatica, che ha appena rapito e tiene prigioniera nel suo sordido nascondiglio. Ma ha già individuato anche la prossima: una splendida fotomodella di nome Celine.
Intanto Linda, sua sorella, è appena giunta a Torino ed è molto preoccupata perché Celine non dà più sue notizie. Decide di rivolgersi alla polizia che affida il caso all'Ispettore Enzo Avolfi, personaggio piuttosto schivo e che non gode di grande stima fra i suoi colleghi. Le caratteristiche del caso lo inducono a concentrare la sua attenzione su un pericoloso serial-killer, soprannominato Giallo, ancora in libertà. Fra Enzo e Linda si crea un vero e proprio affiatamento e le indagini procedono in collaborazione. Intanto viene rinvenuto il corpo privo di vita della giovane studentessa asiatica. L'Ispettore Avolfi, che conosce bene la psicologia di quel serial-killer, è certo che, se non riuscirà a fermare Giallo, la prossima vittima sarà proprio Celine...
Venghino signori, venghino! il Circo Argento delle assurdita' vi aspetta con un tripudio di effetti speciali (2 a malapena), uno tsunami di efferati omicidi (sempre 2 e nemmeno tanto efferati), personaggi indimenticabili (il detective piu' inetto della storia del cinema, un serial killer che e' l'apoteosi del ridicolo, una coprimaria di un'inutilita' da oscar, una vittima [...] Vai alla recensione »
Siamo a Torino. Enzo Avolfi (Adrien Brody), un ispettore dal passato oscuro, è sulle tracce di un serial killer che sequestra, dopo averle fatte salire a bordo del suo taxi, donne giovani e belle, per poi seviziarle e ucciderle. Quando scompare una fotomodella di nome Celine, la sorella di quest'ultima, Linda, si rivolge all'ispettore Avolfi, il quale, sulla base di un indizio, si convince che Celine [...] Vai alla recensione »
Il mistero più grande(anche perchè è l'unico)che aleggia sopra la figura di Dario Argento e quello di come sia possibile perdere completamente il proprio talento visionario e l'abilità labirintica delle invenzioni narrative(che caratterizzavano il suo periodo d'oro)a favore di un incapacità pressochè totale di costruire tensione condendola e peggiorandol [...] Vai alla recensione »
Che peccato vedere le ossessioni di Dario Argento scolorire e sbiadirsi nello smalto già opaco che patina i lavori del maestro del brivido italiano da ormai più di un decennio. “Giallo” segue i pallidi titoli delle Madri,proponendosi anch’esso come pellicola senza guizzi e colori,quasi che Argento voglia confermare una genialità assopita.
E' interessante notare come il popolino italiota sia talmente incrostato a dei clichet vecchi di 40 anni da non accorgersi nemmeno che il "maestro" dell'horror del cinema italiano non è mai finito forse perchè in realtà non è mai esistito. Il suo genio consiste nel fatto di aver saputo furbescamente trasformare in denaro le fobie di un pubblico masochista [...] Vai alla recensione »
Commentare un film di Dario Argento ormai è come sparare sulla croce rossa. Dopo l'ignobile La terza madre, si pensava che l'ex maestro del cinema horror italiano avesse toccato ll fondo. Sbagliato. Giallo (in "attesa" di Dracula 3D) è il peggio del peggio, è lo zero assoluto, l'imbarazzo totale. Personaggi poco approfonditi, inquadrature senza senso, [...] Vai alla recensione »
Il film è il classico giallo dove c'è un killer in cerca di vittime e un investigatore dal carattere particolare..La recitazione di Adrien Brody e Emmanuelle Seigner è ottima .I momenti di suspance ci sono specialmente nella sequenza dove Elsa Pataky deve scappare;lo spettatore riesce a percepire la pressione del personaggio.Forse l' unica pecca del film è che il movente dell' assassino è scontato [...] Vai alla recensione »
Un film che sembra uscito da un libro meta Stephen King e meta Edgar Allan Poe. In Stephen King, perchè descrive tanto come è l'assassino e in Edgar Allan Poe perchè c'è un trauma infantile di questo Avolfi. Insomma direi questo film gli darei una critica positiva.
Un thriller ne troppo buona ne troppo pessimo, Dario Argento è ritornato con il suo tradizionale thriller con lo stile di oggi giorno. Non dico per forza ma per chi si interessa lo può andare a vederlo
Sembra il prodotto di un dilettante alle prime armi. Dario Argento è un mistero, nel senso che non si capisce come abbia potuto fare il regista. Non conosce minimamente il linguaggio cinematografico, non sa collegare le scene, massacra le scene, non ha ritmo. Qui è addirittura senza idee e senza voglia di fare, usa dialoghi da oratorio, insiste con una fotografia primordiale.
Proseguo il mio commento...molto difficilmente l'ex maestro del brivido avrebbe potuto fare peggio di così e sarei tentato di scrivere definitivamente la parola fine sulla sua ormai semidistrutta carriera artistica...ma è giunta voce alle mie orecchie che egli abbia in preparazione una sua versione della storia di Dracula del romanzo di Bram Stoker.
ASSURDO E RIDICOLO L' ASSASSINO , ASSURDO L' INVESTIGATORE , MALGRADO IL BRAVO ADRIEN BRODY. NON SI RICONOSCE L'AUTORE DI QUELLO CHE FU PROFONDO ROSSO ,OTTIMO FILM DI GENERE DEI 70.QUI SOLO INUTILI SCENE RACCAPRICCIANTI E TANTA NOIA.
Interpretato e prodotto da Adrien Brody, "Giallo" è un insulso thriller senza suspense e privo di pathos. La colpa è senza dubbio di Dario Argento, regista che si distingue certamente per un certo stile delle inquadrature, della costruzione della scena, ma che ormai è totalmente incapace di coinvolgere lo spettatore e di rendere credibile una storia che, trattata in [...] Vai alla recensione »
Credo che sia la giusta e meritata punizione. Questo film non fa altro che confermare il fatto che ormai Dario Argento è caduto in un baratro dal quale non farà più ritorno. Se dovesse mai uscire al cinema, consiglio tutti i vecchi fan di questo regista di non spendere i soldi per il biglietto del cinema e andare, magari, a mangiare una pizza in alternativa
lo stereotipo fatto film. Inverosimile!
E finalmente - o purtroppo? - è uscito in Italia direttamente in home video (brutto segno) l'ultimo film di Dario Argento. Siamo a Torino. Enzo Avolfi (Adrien Brody), un ispettore dal passato oscuro, è sulle tracce di un serial killer che sequestra, dopo averle fatte salire a bordo del suo taxi, donne giovani e belle, per poi seviziarle e ucciderle.
Dario Argento era un maestro dell'horror, di quello vero e di grandissima qualità. Io non lo amo, come non amo il genere, ma dov'è finito il vero Argento? Dove sono quei bei mitici film di una volta? Probabilmente risucchiato dalla crisi nera (proprio il colore adatto...) che attanaglia il genere horror, nel quale in molti si addentrano e nessuno o quasi ne esce vincitore ormai [...] Vai alla recensione »
Mi spiace davvero iniziare così queste quattro righe ma, davvero, l'ultima sfida di Dario Argento sembra, ormai, diventata quella del raggiungimento del peggio di sé. Guardando filmetti come questi viene da chiedersi come sia possibile solo guardare i "giornalieri" delle riprese e immaginare Argento dire: "bella! Montiamo questa!" A meno che "questa" non sia davvero la migliore! Ma al di là dell'immagine, [...] Vai alla recensione »
penso che con questo film Argento tenta di tornare ai tempi d'oro riuscendosi quasi del tutto! Beh devo dire che è uno dei migliori degli ultimi anni dopo gli orrendi: Il cartaio e la terza madre. Fidatevi questo è molto meglio, è tornanto il vero thriller!!
Liam Riccardo interpreta il ruolo del figlio Marco Alessandrini nel film "La Prima Linea"
L'ho visto in inglese e mi è parso interessante con un'atmosfera cupa ed angosciosa.
...anchio che torni allo stile dei primi film! Il cartaio e la terza madre sono stati veramente deludenti, speriamo che questo giallo rilanci la sua bravura. Tre stelle di incoraggiamento.
L'unica ragion d'essere di questo film è forse la volontà da parte di Argento di dimostrare che poteva fare peggio che con i precedenti "Nonhosonno" e "Il cartaio".L'assassino è una sorta di caricatura squagliata di Enzo Salvi con riccioli alla Rambo che dice esclusivamente scemenze,e ne commente pure.
l'attore che interpreta il "terribile" Giallo si chiam Byron Dreida che è l'anagramma del nome dell'attore premio oscar che interpreta l'ispettore Avolfi. dò tre stelle perchè Argento ha girato "phenomena" che ho visto a 13 anni al cinema ma in realtà le stelline dovrebbero essere due
andando in negozi come mediaword lo trovate già in dvd
Come ha fatto Adrien Brody ad accettare di girare questa schizza?
Dalle recensioni negative, vedo che forse non avete capito molto di questo film, molto originale nel finale, quando la donna si fida più di un assassino che non del poliziotto che ha rischiato la vita per salvare lei e la sorella..probabilmente è la metafora della vita attuale, dove ci si fida solo delle apparenze e si vede solo la superficie, invece di vedere in profondità.
Dalle recensioni negative, vedo che forse non avete capito molto di questo film, molto originale nel finale, quando la donna si fida più di un assassino che non del poliziotto che ha rischiato la vita per salvare lei e la sorella..probabilmente è la metafora della vita attuale, dove ci si fida solo delle apparenze e si vede solo la superficie, invece di vedere in profondità.
Ho visto il film in lingua originale, la versione italiana lo rende semplicemente una tavanata galattica. Credevo ke almeno un doppiaggio adeguato aiutasse un po ma non e stato cosi. Poi vogliamo aggiungere le ingenuita della sceneggiatura? E poi dico io, che bisogno c'era di far diventare Brody un italiano emignato a NY e poi tornato in italia?? Viene inquadrato un giubbotto antiproiettile cn [...] Vai alla recensione »
Adrien Brody ha bloccato l'uscita americana in DVD del thriller diretto da Dario Argento, “Giallo”. L'attore, infatti, si è rivolto alla corte federale della California accusando i produttori della "Hannibal Pictures" di non averlo pagato e di averlo truffato. La situazione non ha stupito lo stesso Argento che ha affermato: «Mi dispiace per il nostro film, già tormentato da infinite difficoltà produttive [...] Vai alla recensione »
E inutile dire che poteva fare di più visto che la trama del protagonista dal passato tormentato e storia ormai vecchia. vedendolo in lingua originale mi e piaciuto spero che sia doppiato in maniera corretta. A. Brody si salva recitando bene la sua parte (i dialoghi non erano il massimo da quando ho compreso). Se avete visto roba come il cartaio e madre cazzatus vi andate a perdere un film corretto? [...] Vai alla recensione »
Niente da fare.. il vecchio e caro Dario non ne azzecca piu' una... dopo i capolavori dei primi anni, tra cui spiccano L'uccello dalle piume di cristallo, Phenomena, Tenebre e chiaramente PROFONDO ROSSO, è inciampato in una serie di film mediocri, specialmente quelli degli ultimi dieci anni (Il Cartaio ne è una prova, assolutamente ridicolo e imbarazzante!) Con Giallo presenta al pubblico un lavoro [...] Vai alla recensione »
Già dopo pochi secondi di proiezione viene il primo dubbio legittimo: perché mai in un film italiano, i sottotitoli per un colloquio in giapponese sono in inglese? Ma, superato questo interrogativo nel corso della visione ne vengono altri sulla accuratezza delal regia, e ci riferiamo agli imbarazzanti e visibilissimi microfoni che pendono sulle teste dei personaggi.
Dario Argento Ritorna sul grande schermo ... Aspetta... il film è uscito prima in dvd e poi al cinema! Oh Cavolo! Inizio a confondermi! Cinema dvd, dvd cinema? Mah! Argento torna sul... torna con un film davvero imbarazzante,una trama superficiale davvero limitativa.La storia povera di idee e senza scrupoli ci propone la storia di un killer maniaco con evidenti problemi fisici e psicologici [...] Vai alla recensione »
Sembra un film girato negli anni 70. La recitazione di "Emmanuelle Seigner" è imbarazzante! Spero che il prox film di Dario Argento -Dracula- non sia girato alla stessa maniera.
In realtà il mio voto è 2,5 ma arrotondando arriviamo ad un 3 scarso. Il film non può essere considerato il capolavoro di Dario Argento perchè ci sono molti altri film decisamente migliori di questo. La suspense è quasi accetabile, la tensone un pò di più ma questo film da scarsi accenni di paura. Una scena stupida è quella di una donna che si risveglia nonostante sia quasi massacrata.
niente di che, patinato, un patchwork di scontatezze.
trama elementare per un thriller/horror poco credibile e poco approfondito,un detective che si porta dietro una donna nella ricerca di un serial-killer,una preda che dovrebbe già essere morta dissanguata a metà pellicola,poca azione, adrian brody che si divide i due ruoli forse l'unica trovata degna di nota come l'anagramma del nome,atmosfera da anni 60 , e si fuma continuamente,tutt [...] Vai alla recensione »
Daria Argento è uno di quei registi da cui ci si aspetta sempre di più! Si vede infatti che nelle recensioni dei suoi film si parla di pathos e altre amenità narrative, dimenticandosi che si tratta di un film, di fiction e quando si recensiscono film di altri autori, magari campioni d'incassi ci si limita a dire se il film è divertente ecc.
CIAO, PURTROPPO NON SONO ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO CON TE E MI MERAVIGLIO CHE UN FANS DI DARIO DA ANNI RAGIONI COSI'. ANCHE IO LO SEGUO DA ANNI E HO TUTTI I SUOI FILM VISTI OGNUNO UN MILIONE DI VOLTE. DARIO NON DEVE CONFONDERSI CON TUTTI GLI ALTRI REGISTI HORROR CHE FANNO FILM VERAMENTE SCHIFOSI, SOLO SPLATTER E NIENTE ALTRO. I FILM DI DARIO ERANO TUTT'ALTRO CHE CIO', FACEVANO PAURA ,SI' MA NON SCHIFO [...] Vai alla recensione »
In questo film c'è una sola cosa peggiore della trama e della regia: la recitazione. È vero che anche nei suoi capolavori, Dario Argento ha sempre inserito attori e attrici (fra cui moglie e figlia) scadenti, ma a tutto c'è un limite. Se non ha più voglia di fare cinema, può dedicarsi a tutti quei bei passatempi da pensionati: viaggi, mangiate in riviera, collezione di francobolli.
Girato nel 2008, distribuito direttamente in DVD nel 2010, per poi uscire al cinema nel 2011 con una pubblicità patetica ispirata a Hitchcock. Vita travagliata per questo "Giallo" di Dario Argento. C'è chi ha odiato questo film (molti), c'è chi lo ha amato (pochi). Chi scrive fa parte della seconda categoria. Il Maestro Argento per il suo film sceglie ancora il [...] Vai alla recensione »
Allora, prima Adrien Brody, premio Oscar per Il Pianista, si è rivolto alla corte federale della California e ha bloccato l'uscita americana di Giallo, chiedendo un'ingiunzione permanente sulla distribuzione. Poi i produttori hanno perso la causa legale di Brody, obbligati a non diffondere la pellicola negli Usa senza prima versare all'attore i suoi 650 mila dollari.