Anno | 2007 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 55 minuti |
Regia di | Silvia Giulietti |
Attori | Federico Del Zoppo, Daniele Nannuzzi, Giuseppe Berardini, Michele Cristiani . |
Uscita | domenica 20 ottobre 2019 |
Distribuzione | Officine Ubu |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,98 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 19 luglio 2022
Un ritratto che racconta della sua umanità, del suo genio e della sua arte, cui hanno contribuito in silenzio, senza clamori, anche quegli "Angeli Nascosti". In Italia al Box Office Gli angeli nascosti di Luchino Visconti ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 1,4 mila euro e 379 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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In questi tempi in cui la memoria sembra fermarsi a ieri (quando non sia stata già soppiantata dall'accaduto del giorno in corso) un documentario come quello di Silvia Giulietti si rivela prezioso. Soggetto (e oggetto) del ricordo è uno dei grandi della storia del cinema: Luchino Visconti. A parlarne non sono però i 'soliti noti': critici, produttori, attori, colleghi. Sono nomi e cognomi meno conosciuti e cioè: Daniele Nannuzzi, direttore della fotografia; Lucio Trentini, organizzatore di produzione; Federico del Zoppo, direttore della fotografia; Nino Cristiani, operatore alla macchina da presa; Mario Tursi, fotografo di scena. A parte il primo, figlio del più famoso Armando, si tratta di professionisti tanto competenti quanto poco 'glamour'. È grazie alle loro testimonianze non convenzionali che emerge un ritratto di un artista all'opera privo sia di intenti agiografici che di sguardi voyeuristici. Va detto innanzitutto che gli interventi degli 'angeli' sono accompagnati da una galleria fotografica di altissima qualità proveniente dall'archivio di Mario Tursi.
È raro trovare immagini che siano così fortemente evocative di un modo di stare sul set decisamente unico. Perché vi si trovano conferme dell'attenzione ai minimi particolari da parte del Maestro, del suo carattere esigente con gli altri (ma prima di tutto con se stesso), del suo rapporto non sempre facile con gli attori.
Ma viene anche messa in luce la capacità di scusarsi dopo una sfuriata, il desiderio di stare in compagnia non solo con chi condivideva la raffinatezza del suo mondo e della sua cultura ma anche con chi, con la propria maestria, faceva diventare le sue idee immagini impresse su una pellicola.
Non è una raccolta di aneddoti questo documentario (anche se il racconto dell'intenzione di protestare Romy Schneider dopo il primo giorno delle riprese di Ludwig o l'imposizione di lezioni di ballo a Burt Lancaster per Il Gattopardo sono da antologia). È una messa in luce del 'farsi' del cinema di un Maestro riletto attraverso il ricordo di chi, mentre i capolavori stavano prendendo forma, non aveva certo il tempo di stare a prendere appunti perché stava contribuendo direttamente al processo creativo.
Sia che avesse l'occhio nel mirino della macchina presa (cosciente di dover 'guardare' con l'occhio di Visconti) sia che dovesse far sì che le esigenze del Maestro si contemperassero con le disponibilità della produzione. Esigenze a volte apparentemente eccessive. Come quella che Tursi rievoca quando racconta di foto di scena da lui scattate e divise in due gruppi da Visconti. In uno c'erano quelle "di un film che non è il mio", cioè quelle scattate da un'angolazione che non corrispondeva a quella dell'inquadratura della macchina da presa. Nell'altro quelle 'giuste'. Una pretesa eccessiva? Forse. Ma è da questa meticolosità nell'attenzione a ogni singolo elemento (ivi compresa la promozione) che sono nati dei classici destinati a restare nella storia della settima arte.
Sono questi angeli dietro il lavoro di Visconti? I suoi collaboratori, «i suoi occhi», anzi, come dice Daniele Nannuzzi, figlio del grande Armando, entrambi direttori della fotografia per il maestro. Gli altri sono Federico Del Zoppo e Peppe Berardini, DOP pure loro; Nino Cristiani, operatore; Lucio Trentini, organizzatore di produzione; Mario Tursi, fotografo di scena.
Un nuovo ritratto di Luchino Visconti, dipinto attraverso lo sguardo dei suoi più stretti (e meno noti) collaboratori. Nella produzione iFrame Gli angeli nascosti di Luchino Visconti (2007), diretto e montato da Silvia Giulietti, già regista del documentario La morte legale (2018), si omaggia uno dei padri del Neorealismo, autore di titoli iconici quali Ossessione (1943), La terra trema (1948), Senso [...] Vai alla recensione »