Anno | 2005 |
Genere | Azione |
Produzione | Francia, Gran Bretagna |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Guy Ritchie |
Attori | Jason Statham, Ray Liotta, Vincent Pastore, André Benjamin, Terence Maynard Andrew Howard, Mark Strong, Francesca Annis, Anjela Lauren Smith, Elana Binysh, Faruk Pruti, Shend, Bill Moody, Stephen Walters, Vincent Riotta. |
Tag | Da vedere 2005 |
MYmonetro | 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 16 gennaio 2012
Uscito di prigione Jake Green vuole vendicarsi di Dorothy Macha. Umiliato e battuto al tavolo da gioco, Dorothy manda i suoi scagnozzi a ucciderlo ma Jake viene salvato da Zach e Avi che gli offrono protezione. Al Box Office Usa Revolver ha incassato 41,7 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Uscito di prigione dopo sette anni di isolamento Jake Green è deciso a vendicarsi di Dorothy Macha, l'uomo che ha ucciso la moglie del fratello. Umiliato e battuto al tavolo da gioco dal giovane rivale, Dorothy manda i suoi scagnozzi a ucciderlo ma Jake viene salvato da Zach e Avi, due squali del prestito che gli offrono protezione in cambio di denaro e risposte.
Dopo la parentesi greca ambientata nell'azzurro mare d'agosto, che lo ha visto rimettere le mani sulla commedia firmata da Lina Wertmüller e guadagnare un Razzie Award come peggior regista dell'anno, Guy Ritchie torna al cinema che sa fare meglio, quello gangsteristico e vagamente pulp. Assistito nell'adattamento (di un suo soggetto) da Luc Besson, confeziona un film scenograficamente perfetto e narrativamente difficile. L'imminente morte di Mr. Green (Jason Statham) è solo un pretesto per azionare un gioco - che non rivela nell'immediato chi sia la vittima e chi l'avversario - e dare inizio a una partita avvincente, specie quando si sposta sul piano psicologico. Attraverso gli scacchi, che il protagonista ha imparato a conoscere in isolamento grazie agli studi di meccanica quantistica e alle indicazioni di due misteriosi vicini di cella, si snocciola la formula che sta alla base di Revolver: "l'unico modo per diventare più furbi è di giocare con un avversario più furbo". È solo la prima di una serie di citazioni - sovraimpresse sullo schermo - che infittisce la trama ricca di codici da decifrare. Che Ritchie sia rimasto affascinato dalla cabala è evidente dall'uso che fa di simboli e di riferimenti numerologici, a partire dalla trinità formata da Zach, Jake e Avi e dal numero 32 che torna sovente. I segni occulti disseminati lungo il film sono tutti elementi di una struttura espressiva che replica l'equivoco della realtà, ovvero l'ingannevolezza delle apparenze. A essere importante non è tanto il quadro generale ma i singoli dettagli, gli stessi che appaiono sulla bacheca dell'agente Dave Kujan di Chazz Palminteri e che alla luce dei fatti sono capaci di mostrare una realtà altra e un nemico - o avversario - altro. Sebbene Guy Ritchie non trovi nella narrazione la stessa brillante soluzione de I soliti sospetti, il suo Mr. Gold sembra replicare quel potente criminale di nome Kayser Söze che nessuno ha mai visto. Tuttavia, il male sul quale posa lo sguardo il regista inglese ha tutt'altre sembianze. Incorniciato da un numero di brani classici - tra i quali la sonata "Al chiaro di luna" di Ludovico Van - che accompagnano dolcemente sanguinose sparatorie e i momenti più introspettivi dell'attore feticcio di Ritchie, Revolver rappresenta il primo passo verso la "guarigione" di un autore di culto con il blocco del regista.
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Ritchie lascia in parte il suo particolare genere d'azione, fatto di mille personaggi e pezzi che si incastrano nel tempo in modo divertente: si addentra in un messaggio rivelatore, usando come espediente lo sfondo storico di una città odierna, ricca e viziosa, con le sue tipiche figure che affollano la realtà senza capirla. Entra in scena uno qualunque, un uomo punito da [...] Vai alla recensione »
Film di grandissimo spessore, di difficile comprensione, con una sceneggiatura a dir poco aulica ed affascinante; non ci sono mezzi termini: o lo si ama, o lo si odia. La sua grandezza risiede in primo luogo nel suo svilupparsi, nella narrazione, che risalta sia per la sua complessità, sia per quanto riguarda il dispiegarsi delle vicende, sia per [...] Vai alla recensione »
Sono un appassionato del genere e credo che Guy Ritchie con questo film abbia raggiunto una seria maturità artistica, lasciandosi alle spalle film discretamente accettabili , ma troppo volti alla commedia, incentrata principalmente su dei dialoghi pieni di slang e dialetti suburbani. Revolver invece centra alla perfezione il giusto mix tra film psicologico e film d'azione con una scenografi [...] Vai alla recensione »
Dopo il flop di "Travolti dal destino" , Ritchie torna con il genere di film che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Revolver a prima vista puó sembrare un normalissimo film sulla scia di "Lock & Stock" o "Snach" ma andando avanti con la visione ci si accorge che ha ben poco in comune con questi. Infatti Revolver vanta di una trama meno leggera degli altri film di Ritchie e molto piú complessa.
Ennesimo capitolo della saga Guy Ritchie-malavita a Londra: ancora un discreto film, godibile e piacevole ma meno convincente e meno spiritoso e divertente dei precedenti. I soliti personaggi molto caratterizzati e abilmente sviluppati si muovono stavolta in un contesto e in una storia meno appassionanti, sempre tra doppigiochi e fregature all'ordine del giorno.
Premetto (che non mi da la pox di selez le stelle-gradimento!!!)e che sono un fan sfegatato di J.Statham (su tutti vedete Crank!!) e di G.Ritchie (superbo The Snatch!), e sono partito con tutti i presupposti giusti x godermi questa pellicola: l'inizio, con aforismi e dialoghi taglienti è da 5 stelle, tutte le premesse x un gran bel filmone non capito ai botteghini xché non adeguatamente pubblicizzato; [...] Vai alla recensione »
Dal titolo del film mai mi sarei sognato di immaginarmi che questo fosse un bel film, invece mi devo contraddire. Trama avvincente, poco decifrabile a volte, con colpi di scena fino alla fine del film!
Che dire di "Revolver"? Nelle intenzioni di Guy Ritchie c'era sicuramente il noir psicologico ma la sceneggiatura mette davvero troppa carne al fuoco, in crescendo con lo scorrere del film, al punto che l'effetto finale è solo una confusione bella da vedere. La sensazione è che il regista abbia fatto il passo molto più lungo della gamba. Eccezionale la recitazione di Ray Liotta.
un po' complicato e con meno humor dei precedenti, ma davvero bello !
Se avete due ore da buttare fate qualsiasi cosa ma non vedete questo film. Non si capisce niente dall'inizio alla fine; è tutto fatto, evidentemente, sotto l'effetto di psicofarmaci. Gli unici a salvarsi sono gli attori, per recitare bene in un film sconclusionato bisogna essere bravi, e loro lo sono, compreso Jason Statham che non è solo muscoli e arti marziali.
Per me è stato un capolavoro...film complicatissimo da capire...alcune cose ancora non mi sono chiare dopo averlo visto 2 volte...forse in parte è anche ad interpretazione ma per me gran film...Statham e Liotta da incorniciare...grandi attori!
By turns clever, impassioned, incoherent and silly, “Revolver,” the fourth film by the writer and director Guy Ritchie, is a macho parable of a fallen man striving for grace. Mr. Ritchie’s regular collaborator, Jason Statham, stars as Jake Green, an ex-convict seeking revenge against a malevolent casino owner named Dorothy Macha (Ray Liotta). Green hopes to bankrupt Macha by means of “the formula,” [...] Vai alla recensione »