Anno | 2005 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Gran Bretagna, Francia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Marco Tullio Giordana |
Attori | Alessio Boni, Michela Cescon, Rodolfo Corsato, Matteo Gadola, Andrea Tidona Adriana Asti, Ana Caterina Morariu. |
Uscita | venerdì 13 maggio 2005 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,53 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 20 gennaio 2021
Nel corso di un giro in barca a vela, Sandro, figlio di un industriale, viene sbalzato fuoribordo. Creduto morto, è stato in realtà salvato da una 'carretta del mare' che trasporta clandestini. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Quando sei nato non puoi più nasconderti ha incassato 1,5 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Sandro è il giovane figlio di un industriale bresciano. La sua esperienza quotidiana lo mette a contatto con persone provenienti da diversi paesi extracomunitari ma la sorte che lo attende gliene farà sperimentare direttamente le profonde sofferenze. Infatti, nel corso di una vacanza in barca a vela verrà sbalzato fuoribordo, creduto morto dai genitori ma salvato e issato a bordo di una 'carretta del mare' che trasporta clandestini. Qui diventerà amico di due giovani romeni, Radu e Alina. Una volta sbarcati e alloggiati in un centro di raccolta i tre conserveranno il loro legame al punto che Sandro chiederà ai genitori di adottarli. I due però tradiranno la fiducia loro accordata anche se Sandro non smetterà di sostenerli.
E imbarazzante riferire di questo film di Marco Tullio Giordana. Lo è perché viene dopo due opere di alto impegno sia civile che cinematografico come I cento passi e La meglio gioventù. Questa volta qualcosa non ha funzionato. Giordana, Rulli e Petraglia hanno scritto una sceneggiatura che non riesce a commuovere e che, sul piano dell'analisi sociale, ingabbia gli elementi nello stereotipo di buona volontà. Gli scafisti sono dei 'cattivi' quasi ridicoli. Metà dei clandestini sembra presa da un casting di modelli. Lo stesso Alessio Boni appare a disagio nel ruolo dell'industrialotto in bilico tra solidarietà e difesa del proprio benessere. Si salvano il giovane protagonista Matteo Gadola, che rende credibile la determinazione altruistica del suo personaggio, e Andrea Tidona che offre al sacerdote che si occupa del Centro di Accoglienza una ruvidezza carica di umanità davvero efficace.
E' come se Giordana, dopo l'affresco de La meglio gioventù (che affrontava decenni di storia italiana attraverso storie individuali), si trovasse in difficoltà a raccontare una storia collettiva nel 'breve' spazio di due ore. Quindi lavora di sintesi ed è tentato dalle metafore visive (come nella sequenza finale) associate ad una fotografia lucida per una storia 'sporca'. Tutto ciò impoverisce un intento che, anche in questo caso provenendo da un regista onesto come Giordana, è assolutamente condivisibile: raccontare le contraddizioni positive e negative di un Paese come il nostro che si trova a confrontarsi da tempo con l'emigrazione.
Sarà per un'altra volta.
Fin dall’inizio, Sandro, il protagonista di Quando sei nato non puoi più nasconderti, è sospeso tra due mondi: da una parte, quello della famiglia e dell’ambiente sociale d’origine; dall’altra, quello degli immigrati, che può mostrarsi come realtà integrata, normalizzata (che produce apertura e accettazione da parte degli italiani), o come realtà altra, estranea (che produce chiusura e rifiuto da parte degli italiani). La svolta arriva con la caduta in acqua di Sandro, un’immersione che segna il distacco dal padre, dai genitori, una morte simbolica cui segue una seconda nascita. Sulla barca di clandestini (in un viaggio che ricorda Capitani coraggiosi di Kipling), Sandro entra in contatto diretto con l’alterità non normalizzata del mondo degli immigrati, con i reietti che sono in viaggio verso la speranza in un futuro migliore. Per sopravvivere sulla barca, Sandro deve immergersi nel mondo degli immigrati, far finta di non essere italiano, diventare immigrato, trasformarsi nell’altro. Così i due mondi di partenza si integrano. Sandro approfondisce la conoscenza di un mondo che, fino ad allora, aveva conosciuto solo superficialmente, solo negli aspetti più simili a quelli del suo mondo d’origine, e che aveva invece respinto negli aspetti di più accentuata diversità. Nella sua rinascita, Sandro, emancipatosi dal padre naturale, trova un secondo padre in Radu. Una volta rinato, Sandro capisce che non può più nascondersi, che deve prendere una posizione decisa. Tornato nel suo mondo d’origine, deve emanciparsi anche dal secondo padre. Alla fine gli resta solo il legame fraterno con Alina, che incontra in seguito a una discesa infernale in una fabbrica abbandonata. Tale discesa è il correlato dell’immersione in mare, ma l’immersione è casuale, involontaria, mentre la visita nella fabbrica è voluta, frutto di una decisione consapevole. Emancipatosi dai due padri, Sandro si apre alla fratellanza, sceglie di porsi al fianco del più debole, anche se in lui domina infine un senso di impotenza e spaesamento.
Sandro è un adolescente figlio di un’imprenditore bresciano. In famiglia il benessere è sin troppo scontato e spesso diventa perbenismo. Durante una vacanza in barca nelle isole greche col papà e l’amico avvocato Sandro rimane coinvolto in una vicenda drammatica che metterà in moto una serie di conseguenze inaspettata.
Grande professionalità del regista nel raccontare una storia con poche essenziali parole ma con particolari inquadrature che esprimono i sentimenti e le situazioni che vanno a verificarsi dei giovani protagonisti, ma anche di un impeccabile Alessio Boni, personaggio convincente, che ben interpreta la figura dell'imprenditore bresciano di successo.
Bellissimo film , bravi attori e bellissima la scena finale !!!
Sul bordo di un’aiuola spartitraffico, Sandro (Matteo Gadola) e Alina (Ester Hazan) siedono uno di fianco all’altra. Lui l’ha appena ritrovata nella miseria di uno dei molti luoghi dove si addensano le vite dei migranti. I due si sono guardati in silenzio, lei vergognandosi della sua condizione, lui vergognandosi della sua vergogna. E ora sono qui, nel buio della sera, in mezzo al traffico indifferente [...] Vai alla recensione »
Il piccolo Sandro Lombardi potrebbe essere un nipotino dei Carati. In lui ci sono le caratteristiche morali comuni ai personaggi della Meglio gioventù: la voglia di fare, il non rassegnarsi agli stereotipi e ai pregiudizi facendo lavorare anche il cuore oltre la ragione». Marco Tullio Giordana racconta così il ragazzino dodicenne protagonista di Quando sei nato non puoi più nasconderti, unico film [...] Vai alla recensione »
L’estate di Sandro comincia su una barca da sogno e finisce su una carretta dei mari carica di lingue, di etnìe, di miseria. Comincia fra i riti rassicuranti del consumismo, nel silenzio protetto di una famiglia benestante, e prosegue in un crescendo di scoperte e di incontri destabilizzanti, di quelli senza alternative. Capire o morire, crescere o soccombere.
Dopo l'immersione negli anni dai quali veniamo, Marco Tullio Giordana si è fatto nuovamente aiutare da Petraglia e Rulli per raccontare l'oggi della pressione che esercita sulla nostra vita, avendone modificato il panorama, un numero di immigrati che ha raggiunto il 5 per cento della popolazione. Lo hanno fatto affidandosi allo sguardo di un bambino, privo di pregiudizi, ma lo stesso regista è riuscito [...] Vai alla recensione »
Spesso la soluzione di un film sta nel suo finale. Anche quando questo finale non propone alcuna soluzione. Solleverà dubbi (o magari interesse) il finale di Quando sei nato non puoi più nasconderti: l’atteso, nuovo film di Marco Tullio Giordana che (nelle sale dal 13, a Cannes il 15, unico film italiano in concorso) il regista de I cento passi e La meglio gioventù ha tratto dall’omonimo libro di Maria [...] Vai alla recensione »
Marco Tullio Giordana si conferma come uno degli autori più significativi del cinema italiano. Il suo sguardo attento, e la sua partecipazione spesso anche commossa, li ha rivolti di recente quei fenomeni che, negli anni Settanta, hanno coinvolto i giovani, la mafia, con i «Cento passi», una citazione fugace ma non per questo meno approfondita, del terrorismo, con «La meglio gioventù».
Gli ultimi film - «Pasolini», «I cento passi», una parte della «Meglio gioventù» - li aveva ambientati negli anni Settanta: «Perché li considero il laboratorio dell’Italia di oggi», dice Marco Tullio Giordana. Poi il regista si è posto altre domande, ha sentito l’urgenza di affrontare altri temi, altre realtà che ci riguardano più da vicino. E «In quando sei nato non puoi più nasconderti», tratto dal [...] Vai alla recensione »
Due anni fa il trionfo al festival di Cannes del suo La meglio gioventù, diventato poi, in patria, un fenomeno di costume. E adesso, al termine di una stagione difficile per il nostro cinema, Marco Tullio Giordana torna nelle sale - e sulla Croisette, unico film italiano in concorso - con Quando sei nato non puoi più nasconderti: storia che parla di immigrati clandestini e di carrette del mare, della [...] Vai alla recensione »
L’Italia che si metterà in mostra a Cannes è l’Italia che si confronta con l’immigrazione, scopre il dolore degli altri e la povertà, s’interroga, s’illude, conosce la paura e le delusioni, eppure continua a convivere con la nuova società integrata e multiculturale. L’Italia che il mondo vedrà nella vetrina cinematografica più importante è la protagonista del nuovo film di Marco Tullio Giordana, Quando [...] Vai alla recensione »
Film duro e ispido questo di Marco Tullio Giordana in concorso a Cannes, meno accattivante e romantico di I cento passi o La meglio gioventù, ma preciso come bisturi nell’incidere la carne del presente italiano. Un ragazzino della Brescia ricca cade in mare durante una crociera nell’Egeo. Lo salvano i clandestini di una carretta dei mari diretta verso le coste italiane.
Il film di Marco Tullio Giordana, stritolato fra il tripudio cinéfilo per «Guerre stellari» e i porno-intellettualismi d'autore del messicano «Battaglia nel cielo», non aveva oggettivamente molto spazio. Ma, certo, il nostro (unico) rappresentante in gara non ha esibito le doti giuste per trascinare una platea diffidente e umorale come quella del festival: «Quando sei nato non puoi più nasconderti» [...] Vai alla recensione »
Quando sei nato non puoi più nasconderti» di Marco Tullio Giordana ispirato al libro di Maria Pace Ottieri, unica opera italiana in concorso, fa un passo avanti nei rapporti con gli immigrati: è il primo film che va oltre una incuriosita compassione o una fattiva assistenza verso le persone che vengono in Italia, clandestine oppure no, a cercare lavoro, futuro, speranza, soldi.
Sandro è un ragazzo fortunato. Ha tutto quanto si può chiedere dalla vita: genitori in gamba (e ricchi, il che non guasta mai), una casa super, ottima scuola e tanto tempo libero a disposizione. E c’è in vista una vacanza da raccontare agli amici, un lungo viaggio in barca a vela con papà e un simpaticissimo amico di famiglia. Comincia così, con la descrizione di una felice isola di benessere, Quando [...] Vai alla recensione »
Di notte, in pieno Mediterraneo, un adolescente cade in mare dalla barca a vela in rotta per l'Italia al ritorno da una crociera. Nessuno se ne accorge. Il ragazzo è dato per morto. Invece è stato tirato a bordo da una carretta del mare carica di clandestini. Parte così il film di Marco Tullio Giordana «Quando sei nato non puoi più nasconderti», tratto dal libro di Maria Pace Ottieri, in gara a Cannes. [...] Vai alla recensione »
Niente si sa, E niente si deve sapere fino a data da destinarsi. Mistero e silenzio (solo le riprese siciliane del Padrino furono così inavvicinabili) hanno avvolto uno dei set più blindati dei cinema italiano: quello del nuovo film di Marco Tullio Giordana, Quando sei nato non puoi più nasconderti, terminato di girare il 21 dicembre, fra Gallipoli, l’isola greca di Igoumenitsa e Brescia.
Noi e loro. i cittadini del mondo ricco e i nuovi barbari. accoglienza e rifiuto. solidarietà e diffidenza. Tolleranza e razzismo. Ospitalità e disprezzo. Sono solo alcune delle dicotomie che sostentano e sostengono quasi tutto il cinema italiano che mette in scena, romanza, rappresenta il contraddittorio rapporto tra la nostra società, la nostra psicologia, la nostra cultura e gli “alieni“: i migranti, [...] Vai alla recensione »