Titolo originale | Todo sobre mi madre |
Anno | 1999 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Spagna |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Penélope Cruz, Cecilia Roth, Marisa Paredes, Candela Peña, Antonia San Juan Rosa María Sardá, Fernando Fernán Gómez, Toni Cantó, Eloy Azorin, Carlos Lozano, Fernando Guillén, Manuel Morón, José Luis Torrijo, Juan José Otegui, Carmen Balagué. |
Tag | Da vedere 1999 |
MYmonetro | 3,67 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 dicembre 2015
Argomenti: Mamme al cinema
Madrid: Manuela ha un figlio di diciassette anni che muore travolto dalla macchina su cui viaggia una famosa attrice impegnata nella pièce Un tram che si chiama desiderio. Ha vinto un premio ai Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Golden Globes, In Italia al Box Office Tutto su mia madre ha incassato 7,7 milioni di euro .
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Madrid. Manuela ha un figlio diciassettenne che muore nel tentativo di inseguire a piedi, per ottenere un autografo, l'auto di una famosa attrice impegnata nella pièce: "Un tram che si chiama desiderio".
Manuela decide di trovare il padre del ragazzo che vive a Barcellona ed è diventato Lola, un travestito. La donna incontra Agrado, altro travestito, che fa la vita e conosce anche l'attrice indiretta responsabile della morte del figlio.
Vincitore dell'Oscar come miglior film straniero, Tutto su mia madre è una perfetta fusione di passione per l'arte (a partire ovviamente dal cinema da cui si prende esplicitamente in prestito il titolo riferendosi a All About Eve). E' proprio a un'icona che Almodovar ama come Bette Davis che il film si ispira per raccontare quello che in altre mani sarebbe potuto diventare (avendone in nuce tutte le potenzialità) un melodramma di bassa caratura. Pedro vi trasfonde (come quella flebo che vediamo in dettaglio in apertura) tutta la propria sensibilità. Le variabili sessuali di genere non sono per lui un problema ma anzi una fonte di ispirazione che riesce anche a tenere a distanza dall'altro temibile rischio: quello di un'algida referenzialità cinefila. E' un film carico di umanità ma anche di sorprese quello che Almodovar propone agli spettatori. Si tratta di scoperte che vanno fatte passo passo insieme a Manuela (interpretata dall'argentina Cecilia Roth) perché ognuna di esse, anche quella più sopra le righe, apporta una nuova consapevolezza ai personaggi e favorisce un'empatia con mondi che il regista conosce e ama nella loro complessa contraddittorietà.
Madrid: Manuela ha un figlio di diciassette anni che muore travolto dalla macchina su cui viaggia una famosa attrice impegnata nella pièce Un tram che si chiama desiderio. Manuela decide di trovare il padre del ragazzo che vive a Barcellona ed è diventato Lola, un travestito. La donna incontra Agrado, altro travestito, che fa la vita, conosce anche l'attrice indiretta responsabile della morte del figlio. Alla fine Manuela, che aveva esperienza di palcoscenico, reciterà nel Tram. Nel frattempo ecco una suora incinta (anche lei di Lola), e un paio di uomini assolutamente idioti e sessualmente confusi.
Variabile straordinaria, di Almodovar. Il suo miglior film, completo e consapevole. Una volta accettato il mondo di Almodovar, che è assolutamente incapace di concepire la normalità soprattutto quella sessuale, il film è uno straordinario manifesto di fantasia, dolcezza, soprattutto umanità. E di pittura. Il regista va dritto per la propria strada, estremizza tutto per esperimere la sua tesi. Successo di pubblico e di critica. Vincitore dell' Oscar come miglior film straniero.
Straordinaria pellicola di Almodóvar che ne conferma il grande talento. Un film decisamente al di fuori di ogni schema, al quale non importa minimamente mostrare il lato più irrazionale della società d’oggi. Un tema ricorrente, quello delle donne, per il maestro spagnolo che qualche anno più tardi vincerà l’Oscar con Parla con lei e nel 2006 irromperà con Volver, valorizzato dalla suprema prova di [...] Vai alla recensione »
La morte del figlio diciottenne spinge Manuela a ritrovare se stessa e a scavare nel suo passato. Questo la porterà a Barcellona, dove cercherà quello che ha lasciato partendo alla volta di Madrid con Esteban in grembo. Con un vero e proprio viaggio nel tempo proverà ai riempire il vuoto incolmabile lasciato dalla scomparsa del figlio e ad affrontare i fantasmi del passato, che fino a quel momento [...] Vai alla recensione »
E' possibile recuperare la vita dopo un dramma che ti scardina dall'esistenza come la morte di un figlio? Il coraggio di Almodovar sta nel rispondere affermativamente. E come? Recuperando il passato e lasciandosi alle spalle anche le colpe e i torti di chi ci ha fatto male. Ma soprattutto incontrando l'altro, nel modo più naturale, senza pretendere nulla da lui, aprendosi soltanto [...] Vai alla recensione »
Un riquadro al femminile dove il dolore, la perdita e la morte si confondono e si mescolano con la sensibilta' e la dolcezza di donne diverse, diverse tra loro eppure ognuna ha un grosso e pesante fardello che aggrava sulla loro anima. Prima c'e' Manuela una giovane donna rimasta incinta frse troppo presto, perdera' il suo unico figlio Esteban (nome e personaggio che fanno da filo [...] Vai alla recensione »
Pedro Almodòvar, già regista di alcune pellicole di successo che gli fecero ottenere una certa visibilità anche a livello internazionale, mette a segno un colpo da maestro con il film che lo consacrò definitivamente come autore vero e proprio, facendogli vincere anche il Premio Oscar al miglior film straniero: riconoscimento doveroso e meritato, dato che Tutto su mia [...] Vai alla recensione »
Non è la prima volta che guardo un film di Pedro Almodóvar, ma è la prima volta che decido di recensirne uno. C’è qualcosa in “Tutto su mia madre” che mi ha colpito più profondamente di ogni altra sua fatica, qualcosa capace di farlo entrare prepotentemente in quella lista di film che consiglio a chi cerca di innamorarsi del cinema.
TUTTO SU MIA MADRE (SP/FR, 1999) diretto da PEDRO ALMODòVAR. Interpretato da CECILIA ROTH, MARISA PAREDES, PENéLOPE CRUZ, ANTONIA SAN JUAN, CANDELA PEňA, ROSA MARIA SARDà, FERNANDO FERNàN GòMEZ, TONI CANTO Manuela vive a Madrid, fa l’infermiera e ha un figlio diciassettenne, Esteban, con la passione per la scrittura.
Tentando di ottenere l’autografo dell’attrice teatrale Huma (Marisa Paredes), Esteban (Eloy Azorin) muore investito. La madre (Cecilia Roth) decide di comunicarlo al padre (Toni Cantò), che nel frattempo ha cambiato sesso. Ad affermare le capacità di Almodòvar v’è una commedia tragica discreta su coincidenze e fatti strani sul sesso, sulla vita e sulla morte.
Manuela lavora presso un centro di donazione degli organi in un ospedale di Madrid. Vive con il figlio, Esteban; un ragazzo pacato, tranquillo che ogni mamma vorrebbe. Sin dalle prime battute si evince un fortissimo legame con la madre tanto da volerne descrivere le caratteristiche in un diario dal titolo (appunto) “Tutto su mia madre”.
Storia toccante, moderna, carica di umanità, colpi di scena e umorismo. Un mix tipico del cinema di Almodovar, mai scontato e ordinario. Peccato però che qua e là sembra voler forzare un pò troppo la mano, voler per forza scatenare la commozione o la sorpresa nello spettatore. Alcuni passaggi lasciano perplessi, altri si risolvono banalmente e con troppa facilità. [...] Vai alla recensione »
E' la pellicola di maggior successo di Almodovar, ma al netto della grande fama di cui gode è un piccolo film, non dissimile dai suoi primi sgangherati lavori: pittoreschi ma improvvisati. Ed è un peccato perchè il bellissimo incipit pareva preludere a un'opera matura e ragionata come il precedente "il fiore del mio segreto" ... e invece dopo un quarto d'ora la vicenda perde di lucidità, appare improvvisat [...] Vai alla recensione »
Quanta ignoranza c'è nel mondo...gente che dà 1-2 stelle a un simile capolavoro...ma si sà i geni sono sempre incompresi,e pedro è un genio.Tutto su mia madre assieme a parla con lei è il miglior film del miglior regista spagnolo in vita.Durante tutta la visione ti senti come di fronte a una genialata,è lo è,specialmente nel punto n cui lola parla a teatro.
Il film non è male però l'ho trovato un po' troppo furbetto, nel senso che cerca troppo la lacrima facile, dall' inizio alla fine. Come se in ogni scena si cerchi il diluvio sul bagnato. La sceneggiatura ha un suo perchè e l'Idea di sviluppo ci sta tutta. Trovo anche scarsa la caratterizzazione di uno dei personaggi che avrebbe dovuto essere tra i più importanti [...] Vai alla recensione »
L'ho visto solo ora.Lo considero decisamente inferiore a "Parla con lei", un film davvero umano ed interessante,tra l'altro il primo film per intero che ho visto di Aldomovar, vincendo resistenze e pregiudizi che me lo facevano vedere come un autore sgangherato.Tutt'altro. A parte le trame l'ho trovato invece un regista piuttosto razionale e "Parla con lei" è decisamente buono, coniugando trama improbabile [...] Vai alla recensione »
Annotate una nuova parola, Almodrama. Che non vuol dire un film drammatico, non vuol dire un film sentimentale, non vuol dire melodramma. Ma che identifica quel mix miracoloso di tragedia e commedia, di pianto e risate, di sentimenti e sfondo sociale che è l'inconfondibile carattere dei film di Pedro Almodovar. Tutto su mia madre - che non ha vinto la Palma d'oro a Cannes, ma solo il premio per la [...] Vai alla recensione »
Nessuno come Pedro Almodóvar sa raccontare le donne: le stupide e le sublimi, le vittime di tragedia e le squilibrate, le giovani e le vecchie. In Tutto su mia madre il regista, raggiunta una nuova maturità nel suo stile brillante, rinuncia a certe sue caratteristiche (frivolezza, isterismi, eccessi sardonici, bisogno puerile di stupire) per approdare a un mix realistico di dramma e divertimento su [...] Vai alla recensione »
Per la serie "come passa il tempo", sono trascorsi quasi vent'anni da Pepi, Luci, Bon e le altre ragazze del mucchio, esordio ufficiale nella regia di Pedro Almodòvar. È diventato grande, lo spudorato ragazzo nato nella Mancha e cresciuto nell'Extremadura, che all'inizio degli anni 80 venne a rivelarci come in Spagna esistesse un cinema nuovo, spudorato e mutante, goliardico e barocco, ironico come [...] Vai alla recensione »
Concedetevi, è una delle rarissime volte in cui ne vale veramente la pena, una doppia visione del film di Almodovar la prima razionale, la seconda emozionale. La prima serve a ricomporre questo splendido puzzle, ammirando l'estro sublime di un regista, capace di rendere l'impossibile credibile e il credibile affettuosamente familiare. Nel film di Almodovar c'è una suora che non rispetta per nulla le [...] Vai alla recensione »
Da qualche anno, ogni nuovo film di Almodovar ha i toni di un'opera tragica e buffa. Qui accade che l'infermiera di un reparto specializzato in espianti d'organi (luogo e situazione tornano intatti dal Fiore del mio segreto) perda il figlio amatissimo in un incidente: il figlio Esteban che vive solo con lei, che accusa con dolcezza l'assenza di un padre di cui non ha mai saputo nulla, che vuole diventare [...] Vai alla recensione »
Orchestrate come una partitura musicale, incatenate le une alle altre, si susseguono le citazioni che compongono e illuminano il tessuto narrativo di Tutto su mia madre: la Bette Davis di Eva contro Eva, la Blanche Dubois di Un tram che si chiama desiderio, della quale tutte le protagoniste sembrano ripercorrere lo strazio, la Fedora di Billy Wilder (che appare su in alto, nel cimitero, nei panni del [...] Vai alla recensione »
A Cannes 1999 Almodóvar con Tutto su mia madre si è aggiudicato con pieno merito la Palma d’Oro per la migliore regia, ma il film è stato unanimemente indicato come vincitore morale del festival. Tutto su mia madre è una pellicola di difficile definizione: un film drammatico frammentato da notevoli inserti di commedia – per descriverlo in Spagna hanno addirittura coniato il termine Almodrama, che forse [...] Vai alla recensione »
L'amore al contrario. Il più riuscito dei melodrammi Di Almodovar, secondo posto a Cannes 1999. Una madre assiste all'investimento mortale del figlio che insegue l'attrice del cuore per un autografo. Questa premessa apre un vaso di Pandora di eccentricità amorose, moralità inveite e sentimenti tradizionali, tra travestiti "padri", suore madri e lesbiche tossicodipendenti.
Pedro Almodóvar è un regista seriale. Rifà lo stesso film, più o meno come Woody Allen, ma il suo rapporto con la donna è più complesso: Allen la vuole giovane e bella, come lui non è, e innamorata del suo ego quanto lo è lui; Almodóvar la vuole quarantenne, in lei cerca la madre dato che il suo rapporto con la donna può essere solo quello del figlio, di un figlio che si vorrebbe figlia, per diventare [...] Vai alla recensione »