Anno | 1998 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Fulvio Wetzl |
Attori | Anna Bonaiuto, Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Jacques Perrin, Barbara Enrichi Andrej Chalimon. |
Tag | Da vedere 1998 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,28 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un bambino viene allevato dal padre che lo isola dal mondo e anche dalla figura materna. Alla morte del genitore si troverà solo ad affrontare una rea... Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni,
CONSIGLIATO SÌ
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Un bambino viene allevato dal padre che lo isola dal mondo e anche dalla figura materna. Alla morte del genitore si troverà solo ad affrontare una realtà che non lo comprende. Infatti il genitore gli ha insegnato a parlare con un codice linguistico del tutto particolare. Toccherà a una psicologa, che si prende a cuore il suo caso, cercare di scoprirne la chiave d'accesso. Film anomalo nel panorama italiano. Si avvale di una buona idea di sceneggiatura anche se poi alcuni attori (Sandrelli e Chalimon in testa) non risultano in parte. All'estero è piaciuto. Vincitore del Castello d'argento al Festival di Bellinzona.
"Prima la musica poi le parole" ci cattura in un vortice di emozioni in cui è facile riconoscersi quando si soffre il peso dell'incomprensione: non solo quella che si subisce quando non si è capiti ma anche quella che si fa patire all'altro quando non si riesce a capirlo o non si vuole capirlo, perché magari ci costa sacrificio.
Fin dal titolo, Prima la musica, poi le parole, il film di Wetzl rimanda a un modo totalmente diverso di concepire l’ordine delle cose: quello di Giovanni, il piccolo protagonista, il cui linguaggio è incomprensibile agli altri poiché strutturato su schemi logici differenti da quelli convenzionali, ma anche quello proprio di chi compone canzoni, la cui regola principale è di creare prima la melodia [...] Vai alla recensione »
Il professor Lanfranco vive con la moglie Clara, molto più giovane di lui, in un villa in Toscana. Il rapporto tra i due non è sereno. Passano sette anni ed ecco Lanfranco, sempre dedito agli studi, affiancato ad un bambino, Giovanni, che gioca nel giardino. Giovanni parla uno strano linguaggio, e Lanfranco gli risponde nello stesso misterioso italiano pieno di enigmi.
Un bambino vagabondo per la campagna, che parla in un modo incomprensibile, è il protagonista d'un film diverso da tutti. Una storia di amori o disamori; e insieme un'analisi seria e specifica sugli strumenti del comunicare, quindi sulle maniere degli esseri umani di rapportarsi gli uni agli altri; e insieme una lezione sul linguaggio e sulla solidarietà.
Il piccolo attore russo già interprete dell´Oscar-film «Kolja», Andrej Chalimon, è protagonista di «Prima la musica, poi le parole» di Fulvio Wetzl, film visto e premiato in numerosi festival internazionali: una storia di amori o segreti e insieme una lezione sul linguaggio e sulla solidarietà, un´analisi seria e specifica sugli strumenti del comunicare basata sul «Quartetto per archi N.
Che cos'è il linguaggio? «Una convenzione arbitraria», suggerisce Saussure, ma a prenderlo in parola, come fa il professore Lanfranco, padre autoritario e linguista fanatico, si rischia di provocare dei danni. Curioso film, Prima la musica, poi le parole, che Fulvio Wetzl, cineasta padovano trapiantatosi in Toscana da anni, ha girato un po' come fosse un giallo, magari con un occhio all'insuperabile [...] Vai alla recensione »
Secondo Ferdinand de Saussure, i segni linguistici sono arbitrari: il significante "cavallo", la parola, non ha nulla a che fare con l'animale alla cui idea rimanda. Ma Lanfranco (Jacques Perrin), intellettuale anzianotto e antipatico decide di verificare le teorie del linguista svizzero. Si fa partorire un bambino da Amanda Sandrelli e gli insegna un vocabolario che scambia i significanti italiani [...] Vai alla recensione »
Che cosa siamo disposti ad affrontare in nome della scienza e della sua verità? Questo gioiello di narrativa apodittica, divertente, istruttivo, commovente e dotato di suspense, reinvenventato da memorie di Rossellini e De Sica, racconta la misteriosa vicenda di Giovanni, trovatello incapace di comunicare, se non attraverso un'indecifrabile dislessia linguistica che associa parole apparentemente in [...] Vai alla recensione »