Geniale commedia del leggendario maestro del cinema afroamericano indipendente Melvin Van Peebles, è il suo primo film americano e l'unico prodotto da una major. Espandi ▽
Jeff Gerber è un borghese bianco che lavora come venditore di assicurazioni. È sposato con Althea ed è padre di due bambini. Mentre la moglie ha una mentalità più progressista, lui invece è razzista e sessista. Ogni mattina si sveglia, si allena, fa la lampada solare e poi esce di casa per andare a lavorare sfidando di corsa il bus per arrivare prima di lui alla fermata. Una notte va in bagno, si guarda allo specchio e scopre che la sua pelle è diventata nera. All'inizio pensa che sia un incubo, ma non è così. Appena la moglie lo vede, inizia a urlare. Jeff a quel punto le prova tutte per cercare di tornare bianco: si lava più volte, si fa il bagno nel latte ma non cambia nulla. Alla fine decide di farsi coraggio e di tornare ad affrontare la vita di tutti i giorni. Ma non sarà così facile.
C'è un urlo nel fermo-immagine finale. È proprio nell'ultima inquadratura che Watermelon Man sprigiona tutta la sua rivolta, umana e politica.
Un film come questo rappresenta un piccolo miracolo. Regge benissimo come commedia ma anche come inquietante quadro del razzismo nascosto dietro la facciata del perbenismo, come nelle telefonate anonime ricevute da Jeff. È uno spaccato intelligente, ironico, amaro ma già riesce a guardare verso il futuro.