Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Cile |
Regia di | Raoul Ruiz |
Attori | Christian Vadim, Sergio Hernández, Valentina Vargas, Chamila Rodriguez, Pedro Vicuña Cristián Gajardo, Santiago Figueroa, Pedro Villagra, José Luis López. |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,25 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 maggio 2012
Ruiz incentra la storia su un uomo in pensione che, di fronte alla morte, rivive episodi della sua infanzia.
CONSIGLIATO SÌ
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Don Celso sta per andare in pensione, anche se la sola idea fa piangere la segretaria. Don Celso è convinto che il tempo funzioni come un gioco di biglie. Per questo, forse, lo vediamo anche bambino, negli anni '40, mentre spende i suoi giorni parlando con gli amici immaginari Beethoven e Long John Silver. Nel presente, invece, Celso frequenta il corso di francese del professor Jean Giono e i due discutono della traduzione dei vocaboli e dei concetti in francese e in spagnolo. Ma la morte corteggia Don Celso.
Ultimo film di Raul Ruiz, primo ad uscire postumo (un altro è atteso per la fine dell'anno), La noche de enfrente è un piccolo scrigno che contiene una grande prova di libertà creativa. Ermetico ma non per forza tacciabile d'intellettualismo, nonostante le citazioni colte, il film è fedele allo stile del regista, che procede per associazioni d'idee e stratificazione dei livelli di lettura e delle immagini stesse, nel profilmico. Malgrado il piccolo budget, che inficia talvolta la qualità tecnica e fotografica, il film non risente di altri limiti, grazie ad una squadra di supporto affidabilissima, nella quale primeggiano la montatrice e compagna del regista Valeria Sarmiento e l'attore Christian Vadim. Non ne risentono, per esempio, gli ambienti, gli oggetti e i costumi, di questa Santiago ispirata dai racconti di Hernan del Solar (tra i quali lo splendido "Rododendro"), che qui hanno un valore importante perché evocativo, mentre le parole hanno un peso al tempo stesso sostanziale e ludico e rilanciano continuamente il film, per l'appunto come una biglia che ne incontra un'altra e la fa muovere verso un'altra ancora.
Attraverso Don Celso e i suoi dialoghi con l'interlocutore di turno, Ruiz orchestra una riflessione sulla vecchiaia e sulla morte che non si cura di rimare ma è una poesia dal verso libero, piena di umorismo e di umanità, ancora più sorprendente se si pensa come l'appuntamento del regista con la morte fosse imprevedibilmente vicino.
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