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Sergio Hernández

Sergio Hernández è un attore, è nato il 27 aprile 1945 Sergio Hernández ha oggi 79 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Volto popolare in Cile, attore in progetti impegnati all'estero

A cura di Annalice Furfari

Attore teatrale, televisivo e cinematografico molto popolare in Cile, Sergio Hernández è noto all'estero per il lavoro con autori cileni impegnati e apprezzati nei circuiti dei festival internazionali, come Sebastián Lelio, Miguel Littin e Raoul Ruiz. Hernández nasce il 27 maggio 1945 nella città di Arica in Cile. Nel 1966 si iscrive alla Scuola di Teatro dell'Università di Santiago del Cile. Inizia, così, a calcare i palcoscenici teatrali in veste di attore. Una delle sue prime interpretazioni è nello spettacolo "Fulgor y Muerte de Joaquín Murieta" di Pablo Neruda. Si accosta al mondo della televisione come attore di "Teleteatros", le rappresentazioni trasmesse dalla tv cilena. Variamente impegnato sul fronte della cultura, lavora come produttore nel dipartimento di Programmi Culturali del Canale 9 dell'Università di Santiago del Cile. Interessato anche alle attività intellettuali di ricerca sul teatro, e non solo alla performance, dal 1973 al 1986 si trasferisce in Europa, dove diventa membro di "Gardzienice", gruppo del Movimento di Antropologia Teatrale sviluppato dal Teatro Laboratorio polacco diretto da Jerzy Grotowski. Dopo aver realizzato lavori di indagine, formazione, regia e interpretazione teatrale in Polonia, fa lo stesso in Francia, Spagna, Italia e Jugoslavia.

Il successo in Cile a colpi di teatro, telenovelas e cinema
Hernández esordisce come attore sul grande schermo con un piccolo ruolo nel drammatico Juventud desnuda (1971) di Alfredo Salazar. Al rientro in patria, dopo le trasferte in Europa, inizia a lavorare come attore di telenovelas, debuttando con Matilde dedos verdes nel 1988. Nel 1991 è uno dei protagonisti di Villa Nápoli. Ormai conosciuto nell'ambiente delle telenovelas, comincia a ricevere una gran quantità di offerte: ne gira una all'anno, a ritmo pressoché incessante dagli anni Novanta ai Duemila, e il suo volto diventa molto popolare presso il pubblico televisivo cileno. Ma non abbandona il suo impegno teatrale e, dai primi anni Novanta, si dedica in maniera costante anche al cinema. Nel 1991 è diretto dalla cineasta cilena Valeria Sarmiento e recita al fianco di Franco Nero nel drammatico Amelia Lópes O'Neill. Lo vediamo, inoltre, ne La frontera (1991) di Ricardo Larraín e Johnny Cien Pesos (1993) di Gustavo Graef Marino, film che trattano le conseguenze sociali del ventennio di dittatura militare in Cile.

I lavori con cineasti cileni impegnati e apprezzati all'estero
Già molto famoso in patria, è negli anni Duemila che il nome di Sergio Hernández inizia a circolare anche nei circuiti cinematografici al di fuori dell'America Latina, soprattutto grazie al sodalizio con il regista cileno Sebastián Lelio, che si fa apprezzare ai festival internazionali. Nel 2004 il cineasta sceglie l'attore come protagonista del suo esordio dietro la macchina da presa, La Sagrada Familia, che vince numerosi premi in giro per il mondo. Qui Hernández interpreta il padre carismatico di una famiglia cilena intenta a festeggiare la Pasqua. Il figlio, sovrastato dai successi del padre, invita la sua prima fidanzata ufficiale, una giovane e affascinante ribelle che invade la casa con la sua carica erotica ed emotiva. Nel 2009 è il comandante Jorge Sallay nella coproduzione latino-americana Isola 10. Il film, diretto dal celebre cineasta cileno Miguel Littin, racconta la storia dei più stretti collaboratori e ministri di Salvador Allende, rinchiusi nel campo di concentramento dell'isola di Dawson, soprannominata la Guantanamo cilena, all'indomani del colpo di stato militare del 1973.
Nel 2011 torna a lavorare con Sebastián Lelio nel drammatico The Year of the Tiger, ambientato subito dopo il terremoto cileno del 2010, quando la distruzioni di alcune carceri provocò la fuga di diversi detenuti. Anche questo film, di cui Hernández è protagonista al fianco di Luis Dubó e Viviana Herrera, ottiene importanti riconoscimenti in festival internazionali. Nello stesso anno l'attore recita nell'opera prima di Fernando Guzzoni, Carne de Perro, dramma esistenziale, duro e claustrofobico, che descrive le pene interiori di un cinquantenne con un oscuro passato di torturatore nelle milizie della dittatura militare cilena, emarginato dopo il ritorno della democrazia. Nel 2011 è nel cast di Salt di Diego Rougier, avventura western nel deserto cileno, che diventa metafora dell'arte sfuggente della regia. L'anno successivo è il protagonista dell'ultima riflessione cinematografica, sulla vecchiaia e la morte, del cineasta cileno Raoul Ruiz, La noche de enfrente, in cui incarna Don Celso, un prete che sta per andare in pensione e frequenta un corso di francese. Nel 2013 è il vigliacco coprotagonista maschile di Gloria, nuovo e apprezzato lavoro di Sebastián Lelio, straordinario ritratto di una cilena di 58 anni ancora follemente innamorata della vita, che vale alla protagonista Paulina García l'Orso d'argento come migliore attrice al Festival di Berlino 2013. Nel 2015 interpreta Jorge Mario Bergoglio nel biopic diretto da Daniele Luchetti, Chiamatemi Francesco.

Ultimi film

Commedia, (USA - 2018), 102 min.
Drammatico, (Cile, Spagna - 2013), 94 min.
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