Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Bruce Webb |
Attori | Neve McIntosh, Liza Tarbuck, Bryony Seth, Josh Bolt, Connor McIntyre Eugene Byrne. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 1 ottobre 2009
CONSIGLIATO SÌ
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Robbie e Ziggy sono due adolescenti come tanti altri nel pieno fermento emotivo e ormonale dei loro quindici anni. In vacanza assieme ai genitori di Robbie sulla costa inglese, i due trascorrono le giornate fra chiacchierate sul sesso e bevute di nascosto in compagnia dell'amichetta Sophie. Sulla strada che li riporta a Liverpool, Robbie accusa un forte malore e viene ricoverato d'urgenza in ospedale dove nessuno, neanche i suoi genitori, gli spiega il motivo della sua prolungata degenza. Solo Ziggy, frugando di nascosto negli archivi dell'ospedale, riesce a scoprire che il suo migliore amico ha una grave cardiomiopatia e decide di aiutarlo nell'impresa di perdere la verginità prima che sia troppo tardi.
Quando i racconti sulla infoiata adolescenza oltrepassano l'Atlantico e le forme più popolari del cinema americano, anche dai bassi istinti della pubertà può scaturire un racconto garbato. Dopo gli adolescenti francesi sgraziati e riservati di Les Beaux Gosses, anche l'Inghilterra mostra l'altra faccia del teen movie, invertendo il modello a grana grossa della pesante eredità di Porky's e American Pie. Nel controcampo europeo, lo sboccato linguaggio adolescenziale agisce in funzione di un umorismo delicato e gioviale che si distanzia di molto dalla gag corporale, e anche i modi di guardare agli adolescenti, per quanto più discreti e posti a una certa distanza, si dimostrano assai più in empatia coi suoi personaggi di quanto possano esserlo i dettagli delle forme premature delle giovani star che sollazzano gli animi giovanili. Come nella migliore tradizione europea, in The Be All and End All il punto di vista viene quindi a configurarsi con quello dei giovani protagonisti e l'agire degli adulti, per quanto in buona fede, è viziato da frustrazioni e preoccupazioni inutili. Al contrario, il "fine ultimo" del mondo giovanile magari corrisponde ad un impulso non nobile, ma è comunque identificato come più naturale, sincero, vero.
Non è solo una questione di prossimità e di empatia: le scelte di Bruce Webb vanno volontariamente in una direzione che è esattamente opposta a quella della mediocrità del teen movie americano. Non ci sono moderni pezzi pop con funzione playlist (anzi, uno dei protagonisti ad un certo punto esclama: "Io lo odio Robbie Williams!"), e lo sguardo rifiuta quella patinatura che appiattisce e omologa gli impulsi vitali di un periodo complesso e sfaccettato come l'adolescenza. È piuttosto l'ironia della storia a dare vivacità e armonia all'insieme dei elementi: dai due interpreti così convincenti al loro linguaggio metropolitano, dai momenti più esplicitamente comici (la retata nel bordello) a quelli più intimi e drammatici (la presa di coscienza della morte; il rapporto coi genitori). The Be All and End All fa invece giocoforza della genuinità dei sentimenti giovanili e costruisce una storia di amicizia (un vero e proprio bromance secondo la dicitura americana) in cui l'ossessione per la perdita della verginità trova una forma leggera, agrodolce, e incontra il più inaffrontabile dei tabù: la morte.