Nell'estate del 1921 la popolare rivista francese «Cinémagazine» bandì un concorso fotografico per incoronare la più bella ragazza di Francia. Vinse la diciassettenne Liliane Carré di Bordeaux: per lei cominciò una stagione di appuntamenti mondani, feste, pranzi. Un giorno, mentre si trovava a Biarritz, venne notata dal Re di Spagna il quale chiese che le venisse presentata quella «damita dal maillo rojo» (la ragazza dal costume da bagno rosso). A Lili piacque quel complimento e quando la Société Generale de Production Cinématographique le offrì di interpretare Le Prince charmant (1921), adottò come pseudonimo proprio «Damita dal maillo rojo». Nelle recensioni del film, Lili ebbe un coro di apprezzamenti per la sua fresca bellezza e per la spigliatezza con cui dimostrava di sapersi muovere dinnanzi alla macchina da presa. Maurice Chaillot, che l'aveva diretta in quel primo film, fu ben felice di farle interpretare Maman Pierre (1921) e Lili si scelse un nuovo pseudonimo, Lily Deslys. Seguirono altri film, tra cui un ciné-roman in più episodi, L'Empereur des pauvres (1922), La Voyante (1923), ultima apparizione di Sarah Bernhardt che sarebbe morta di lì a poco, e Corsica (1923), fosco dramma isolano dove Lili «jolie parisienne» dovrà vedersela con la vendicativa Paula (interpretata da Pauline Pô, altra vincitrice d'un concorso di bellezza), alla quale ha sedotto il fidanzato.
Recatasi a Vienna per interpretare accanto a Max Linder Der Zirkuskönig, preferì lasciare la parte a Vilma Banky, accettando l'offerta di essere la protagonista di un film di Mihàly Kertesz, Das Spielzug von Paris (1925), una commedia deliziosamente libertina, dove Lili fa ampio sfoggio delle sue grazie. Esportato in tutt'Europa ed anche in America, il film conoscerà un vasto successo.
Il conte Kolowrat, patròn della Sascha, sollecitato anche dal principe Hohenzollern, al quale Lili si è legata, le offre una favolosa scrittura, registi a sua scelta (e saranno ancora Kertesz, e poi Wiene e Pabst), soggetti scritti per la sua giovane seducente figurina, per farla diventare una delle più brillanti stelle del firmamento cinematografico europeo.
In effetti fu così: i film che Lili interpretò a seguito di questo accordo furono tutti dei grossi successi dal punto di vista del botteghino, anche se non rimarranno nella storia del cinema. Comunque, Lili era divenuta davvero una stella europea e si preparava al grande balzo a Hollywood, da dove erano cominciate a giungere le prime proposte. Fu Samuel Goldwyn a spuntarla, la venne a prendere a Vienna e se la portò in California, dove era pronto per lei il set di The Rescue (1929), un adattamento del racconto di Conrad con partner Ronald Colman, cui seguì un altro film «letterario», The Bridge of San Luis Rey (1929): due ruoli sbagliati in due film piuttosto noiosi. Andò meglio quando Raoul Walsh le fece interpretare una sirena dei tropici in The Cock-Eyed World (1929), al fianco del famoso duo Mc Laglen-Lowe.
Intanto il sonoro s'era affermato e Lili, non perfettamente padrona dell'inglese, venne utilizzata per interpretare le versioni francesi dei film americani, quando ancora non era in uso il doppiaggio. E se il suo nome appariva ancora brillante in Europa, negli Stati Uniti ci si cominciò a dimenticare di lei. Tornata in Francia, Lili vi interpretò due film; nel 1935 sposò Errol Flynn e si ritirò senza rimpianti. Le cronache si interessarono ancora di lei a causa del matrimonio con Flynn che si rivelò piuttosto tempestoso e finì col divorzio nel 1942. Il loro unico figlio, Sean, morì in Vietnam.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.