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La gatta sul tetto che scotta fa outing

Bertinetti, lavorando al testo originale di Williams, ha rivelato il suo tema fondamentale: dichiarare se stessi o continuare a vivere nell'ipocrisia.
di Pino Farinotti

Elizabeth Taylor (Elizabeth Rosemond Taylor) Altri nomi: (Dame Elizabeth Taylor / Liz Taylor) 27 febbraio 1932, Londra (Gran Bretagna) - 23 Marzo 2011, Los Angeles (California - USA). Interpreta Maggie 'La Gatta' Pollitt nel film di Richard Brooks La gatta sul tetto che scotta.
giovedì 22 settembre 2022 - Focus

La gatta sul tetto che scotta è uno dei drammi più importanti e rappresentati nella storia del teatro americano. Tennessee Williams la scrisse nel 1954, la prima andò in scena al Morosco Theatre di Broadway il 24 marzo del 1955. Il regista era Elia Kazan. “La gatta” ebbe quasi 700 repliche. Approdò in Italia quattro anni dopo, protagonisti Gino Cervi, Lea Padovani e Gabriele Ferzetti.

Da quell’anno di esordio partì una parabola di revisione dei testi che arriva fino a noi, a questi giorni. Paolo Bertinetti, studioso e docente di letteratura inglese, ha rielaborato il testo iniziale dell’autore, che poi venne “corretto” dal regista perché il tema centrale era l’omosessualità, in quegli anni un argomento proibito. Lo si doveva al famoso, famigerato Codice Hays del 1930, che, di fatto censurava ciò che non era “moralmente accettabile” rispetto alla morale retriva, puritana, che doveva essere rappresentata dal cinema. Rimase in vigore fino al 1968. Il primo comandamento generale era questo: “Non sarà prodotto nessun film che abbassi gli standard morali degli spettatori. Per questo motivo la simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male e il peccato.” L’omosessualità, dunque, c’entrava in pieno. Il Codice creò problemi enormi alle produzioni, che cercarono in tutti i modi di aggirarlo. Come fece Hitchcock col famoso bacio fra Ingrid Bergman e Cary Grant in Notorious. Un bacio non doveva durare più di tre secondi e il regista lo scompose. I due si baciano a rate, staccandosi più volte. 

Bertinetti, lavorando sull’originale che Williams aveva scritto ignorando il Codice, per la prima volta propone un’edizione completa. L’omosessualità non è più nascosta.

La storia. I Pollitt sono una ricca famiglia del sud. Il dominus è il patriarca Big Daddy, che rientra dall’ospedale dove è stato curato per una forma di tumore del colon. In realtà la cura non è servita, l’uomo è destinato a morire presto, anche se non gli è stato detto. “Big” ha due figli, Cooper, integrato nell’azienda di famiglia, con moglie a sua volta integrata e quattro figli, e Brick, spirito alternativo, ribelle, che è stato giocatore di football. E poi Maggie, la “gatta” moglie di Brick. Moglie infelice perché nonostante cerchi in tutti i modi di interessare il marito, ne è sempre respinta. Aleggia poi il fantasma di Skipper, compagno di squadra di Brick, innamorato di lui e corrisposto. Skipper si è suicidato tormentato dall’antagonismo con Maggie che ha tentato di sedurre. Big Daddy ha un debole per Maggie e alla fine, quando tutta la famiglia ha preso atto della fine imminente del vecchio Maggie dichiara, mentendo, di essere incinta. Il dramma si chiude con la “gatta” che mette alle strette Brick: dovranno fare l’amore per rendere vera la sua bugia.

Nel 1958 la Metro produsse il film. Protagonisti Liz Taylor e Paul Newman, i due modelli più belli e sexy del cinema di allora. Vedere Liz che rincorre Paul durante tutto il film è poco credibile. Quanto a Skipper, l’omosessualità viene sorpassata. Si è ucciso perché si sentiva colpevole di avere tentato di tradire l’amico del cuore. Newman e la Taylor governano talmente la trama e lo schermo da far dimenticare le incongruenze dalla storia. Il momento decisivo del dramma è lo scontro verbale fra padre e figlio. Nel film i due evocano contrasti e disaccordi generici, di comportamento e di carattere, senza mai toccare l’argomento cruciale.

Adesso, col lavoro fatto da Bertinetti, si può ritrovare la scelta drammaturgica iniziale di Tennessee Williams e comprendere meglio il tema fondamentale del dramma, che non è solo una questione di sesso, ma il dilemma di dichiarare se stessi o continuare a vivere nell’ipocrisia.


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