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Romulus, guarda l'inizio della serie di Matteo Rovere

Su MYmovies i primi minuti di una serie che narra le origini, fatte di sangue e acciaio, della città più importante di tutta l’antichità, un mito atavico che prende finalmente vita incarnandosi in un vortice violento di passioni, intrighi e ambizioni. Da oggi, ogni venerdì, su Sky e in streaming su NOW TV.
di Giorgio Crico

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venerdì 6 novembre 2020 - Sky

VIII secolo avanti Cristo, villaggio di Velia, poco più a sud di ciò che oggi chiamiamo Roma (e di cui nessuno, in quel momento, immagina anche solo vagamente la futura esistenza).

Spurious, il re, sta adempiendo ai suoi doveri religiosi, sta officiando un rito di transizione: decine di giovani della comunità sono chiamati– e letteralmente lanciati – verso il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Per riuscirci, devono attraversare una prova di sopravvivenza di sei mesi nel bosco che circonda l’insediamento. Questo rito, chiamato Lupercalia, segna il definitivo ingresso nella maggiore età per i giovani del luogo, i quali vengono costretti a vivere quasi come bestie nella selva, esposti al confronto con le bestie selvagge che abitano in quei luoghi e, soprattutto, con lo spettro della dea dei lupi Rumia, una misteriosissima ma inquietante entità boschiva che è un vero spauracchio per i giovani di Velia.

Mentre i ragazzi, seminudi e tremanti, oscillano come foglie al vento di fronte a Spurious che, sguainata la spada e cosparso il loro petto di sangue come vuole la tradizione, inizia a urlare e a incitarli per farli correre fuori dal villaggio più in fretta che possono: terrorizzati, i giovani si alzano e, come un gregge senza pastore, più velocemente possibile, si dirigono a spron battuto verso il bosco, ognuno di loro troppo sconvolto per fare davvero caso a dove stia andando o con chi. Sono i Lupercalia, è il momento in cui devono lasciare dietro di sé le certezze dell’infanzia e rinascere a vita adulta: per farcela, dovranno affrontare e vincere la prova più dura della loro breve vita.

Inizia con questa sequenza Romulus, la nuova serie di Sky scritta e diretta da Matteo Rovere (che ha condiviso la regia con Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale così come per la sceneggiatura ha goduto della collaborazione di Filippo Gravino e Guido Iuculano), la quale vede il cineasta tornare a occuparsi della stessa materia da cui aveva tratto il film per il cinema Il primo Re. Il riadattamento del racconto a un formato seriale sottolinea ulteriormente il contesto pagano, mistico, brutale e misterioso in cui gli eventi sono immersi e dona una nuova forma al mito, «più compiuta» per usare proprio le parole del regista.


«Che cosa potrebbe essere successo realmente nell’VIII secolo a.C., che ha generato la leggenda? Questa domanda è stata un motore continuo, ci ha permesso un lungo confronto con gli studiosi».
Matteo Rovere

Come spesso accade con questo genere di serie, il mondo in cui sono ambientate le vicende ha un’importanza capitale: se l’universo di riferimento concepito per il racconto tiene, allora trama e personaggi, di norma, funzionano di conseguenza. Con Romulus è appunto il processo di world-building a risultare impressionante: un mondo antichissimo e molto poco noto, quello di Roma prima di Roma, prende vita e porta alla luce usi, costumi, armi, vestiti, abitudini e codici di comportamento visceralmente arcaici, oggi dimenticati e sepolti sotto una spessa coltre di secoli. Tra questi, uno dei più sconcertanti e d’impatto è il misticismo misterico dell’epoca, una modalità di concezione del sacro molto lontana dalla nostra sensibilità ma allo stesso tempo affascinante, capace di tenere del tutto in scacco le vite degli antichi latini.

Ma la serie è più di un semplice dramma storico ambientato in un’epoca relativamente sconosciuta. Romulus è anche – se non soprattutto – una storia di cadute e riscatti, tradimenti e ambizioni, aspirazioni politiche e civili contrapposte al desiderio di vendetta e di riscatto del proprio sangue, del proprio lignaggio o della propria condizione svantaggiata. Tutto questo avviene quasi esclusivamente attraverso una delle poche vie note all’epoca della storia: la violenza. E la violenza più cruda, immediata, spietata. La radice più prossima della guerra.

Per quanto concerne il cast, i tre protagonisti sono: Andrea Arcangeli (già visto in Trust e The Startup - Accendi il tuo futuro), Francesco Di Napoli (apparso ne La paranza dei bambini) e Marianna Fontana (Indivisibili). Tra gli altri val la pena menzionare soprattutto Sergio Romano (La terza stella), Ivana Lotito (Gomorra - La serie) e Vanessa Scalera (Imma Tataranni, Sostituto procuratore).


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