Presenza straordinaria ed espressione travolgente, fu il protagonista di cult come come Spartacus e Orizzonti di Gloria. A dare notizia della morte il figlio Michael con un post su Facebook.
È morto a Beverly Hills all'età di 103 anni Kirk Douglas, decano di hollywood e protagonista di titoli cult come Spartacus e Orizzonti di Gloria.
"Figlio di un venditore di stracci", come recita la sua autobiografia, Douglas fa buoni studi (Accademia di arte drammatica) e lo troviamo debuttante a Broadway nel 1941. Notato dagli agenti della Paramount si trasferisce a Hollywood dove vive la canonica trafila prima di ottenere una parte importante in Lo strano amore di Martha Ivers.
Douglas fa parte della seconda generazione del "cinema parlato", come Lancaster e Peck e Holden, dopo quella dei Cooper e dei Bogart e la sua attitudine è quella di una maggior ricerca e consapevolezza, e anche dolore.
L'eroe non è più buono, per lo meno non è più soltanto buono. Nei film è spesso l'ambizioso che si autodistruggerà (Il campione, Le vie della città, Le catene della colpa). Biondo, lineamenti classici, fisico da atleta vero, esuberante, estroverso, Douglas ha una presenza straordinaria e un'espressione quasi travolgente.
La grande occasione gliela dà Billy Wilder nel '51 affidandogli il ruolo di Tatum, giornalista senza scrupoli ne L'asso nella manica. È ormai una delle figure più rilevanti di Hollywood. Un altro grande cinico è il produttore impersonato da Douglas ne Il bruto e la bella di Minnelli. È poi la volta del gran maestro Kubrick a dargli una grande chance nella parte dell'avvocato militare nel declamato Orizzonti di gloria. È anche un ottimo westerner: eccolo Doc Hollyday in Sfida all'O.K. Corral.
Di Spartacus, oltre che protagonista è anche produttore, esercizio improbo, dovendosi confrontare con lo stesso Kubrick, personaggio certo non facile. Successivamente Douglas alterna scelte buone e mano buone: western discreti, iniziative impegnative (Il compromesso di Kazan). E non si risparmia in attività sociali e politiche, impegnandosi come "ambasciatore" americano in certi paesi del terzo mondo.
Negli anni Novanta diventa uno scrittore, discreto. Raccontava sempre un piccolo aneddoto: una volta a Beverly Hills fu fermato da una ragazza che esclamò: ma lei è il papà di Michael Douglas! Michael è un grande del cinema contemporaneo, ha già vinto un Oscar (sempre negato a Kirk), porta con onore il testimone di suo padre. Ma... non è suo padre.
A dare notizia della morte è proprio il figlio Michael, con un post su facebook: "È con grandissima tristezza che io ed i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciati, all'età di 103 anni. Per il mondo era una leggenda, un attore dell'epoca d'oro del cinema che ha vissuto a lungo nei suoi anni d'argento, un attivista umanitario la cui dedizione alla giustizia ha indicato uno standard al quale tutti noi possiamo aspirare. Ma per noi era solo un papà".