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Storia di bambini in sette atti

Prima di L'Affido altri avevano provato a raccontare al cinema la prospettiva dei bambini. Ecco alcuni esempi.
di Pino Farinotti

Thomas Gioria . Interpreta Julien Besson nel film di Xavier Legrand (II) L'Affido - Una storia di violenza.
mercoledì 4 luglio 2018 - Focus

È arrivato nella sale L'affido (guarda la video recensione), diretto da Xavier Legrand, che racconta la vicenda di un bambino vittima del padre. "Minore" è un lemma di moda, legato a vicende individuali o collettive, che possono riguardare normali famiglie nelle periferie, oppure il Mediterraneo, o il confine fra il Messico e gli USA. Il regista si rifà a un suo corto, sviluppando l'argomento. L'undicenne Julien è conteso dai genitori che si sono separati dopo essersi molto odiati. Come spesso accade, il bambino diventa l'oggetto e il pretesto di tutte le frustrazioni, in questo caso persino della violenza repressa del padre che, non avendo più la moglie come bersaglio, si rifà sul piccolo. Legrand, che aveva già affrontato il tema della crisi famigliare con Avant que de tout perdre, mai arrivato sugli schermi italiani, applica i registri opportuni, rimanendo nei confini delicati di una violenza così impari che non è solo fisica, con Julien costretto ad assistere alle liti, mai risolte, anzi esasperate, dei genitori. Con quel padre sempre teso ad affermare un potere sulla famiglia che gli è sfuggito e che non meritava, con qualsiasi mezzo.

Il minore indifeso è stato un modello molto frequentato dal cinema, in tutte le forme, anche in quelle positive, persino eroiche, e in questa chiave c'è un titolo che si fa immediatamente largo nella memoria immediata, La vita è bella (guarda la video recensione), di Benigni, dove un padre tutela il figlio in quel lager, cercando di trasformargli una delle peggiori violenze dell'umanità in un gioco.
Pino Farinotti

Un grande inganno sublimato che non tutti, allora, apprezzarono e capirono e che fu invece perfettamente compreso da quelli dell'Academy Awards che nel 1999 attribuirono al titolo ben tre Oscar -miglior film straniero, migliore attore, miglior colonna sonora-. A ritroso nel tempo ecco un piccolo gioiello, quasi un primo motore, I bambini ci guardano del 1943, firmato da Vittorio De Sica. Era la storia di del piccolo Pricò. Anche la prospettiva di questa vicenda è al altezza bambino. E così Pricò vede la sua famiglia disgregarsi perché la mamma ha un amante ed è tanto coinvolta da abbandonare il piccolo a se stesso, su una spiaggia isolata. Dopo il suicidio del padre, Pricò viene affidato a un convento. Quando la mamma lo va a trovare si stringe a un frate al quale si è affezionato. Storia e sentimenti di un'epoca lontana.
Più vicina e sempre attuale è la storia del piccolo Billy Kramer, abbandonato dalla madre in Kramer contro Kramer, un titolo importante del 1979 di Robert Benton con Dustin Hoffman e Meryl Streep, premiato con ben 5 Oscar, tutti i più importanti. Dustin, un pubblicitario ultra impegnato riesce a conciliare il lavoro col ruolo di padre. Fra i due "maschi" nasce un rapporto forte e quando Meryl si rifà viva per riavere il bambino, sostenuta anche dalla giurisprudenza che sta sempre dalla parte della madre, si accorge che il piccolo Billy sarà più felice col papà.


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