Il ritratto di silenzio e solitudine della Cina post-rivoluzionaria e dello spaesamento dei cinesi. Recensione di Francesca Ferri, legge Lorenzo Parrotto.
di A cura della redazione
Tre esistenze distanti colte nella stessa tensione: la ricerca dell'identità in un presente in continua trasformazione. Ognuno di loro è nato dopo il 1989, fine di tutte le rivoluzioni. Alle loro spalle una storia contraddittoria, dalla caduta dell'Impero all'era moderna, che ha inizio col primo sparo rivoluzionario, il 10 ottobre 1911.
I registi Federico Francioni e Cheng Yan tornano a quel primo sparo che diede inizio alla rivolta di Wuchang, primo passo per la Rivoluzione Cinese che portò al crollo della dinastia Qing e all'instaurazione della repubblica.
È lo sguardo vuoto dei tre ragazzi, la malinconia di vivere senza prospettive, la solitudine, che i registi riprendono in un documentario che è il ritratto del silenzio dopo quel primo sparo. The First Shot è un'opera discontinua, densa, potente che cerca la realtà oltre l'estetica. In occasione della presentazione di The First Shot (guarda la video recensione) a ShorTS International Film Festival, in programma dal 29 giugno al 7 luglio a Trieste, Lorenzo Parrotto interpreta la recensione di Francesca Ferri.