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Splendor 22, la sincerità nel mondo della finzione

Il ruolo dell'attore, del regista, del comico tra verità e immaginazione. Cristina Donadio, Michele Riondino e Giovanni Veronesi tra gli ospiti di Mario Sesti.

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lunedì 23 aprile 2018 - Splendor

Al giro di boa della prima parte della stagione 2018, Splendor ospita al Teatro Rossellini di Roma Michele Riondino, Giovanni Veronesi, Cristina Donadio, Stella Egitto ed Edoardo Ferrario.

L'attore Michele Riondino è a Splendor nei panni di promotore e direttore artistico del Primo Maggio a Taranto, dove "avvengono suoni e visioni di un futuro che vorremmo. Usiamo la musica per veicolare messaggi per la festa del lavoro anche perché su Taranto gravano diversi paradossi. Quale città migliore... Faccio tutto questo perché è quello che avrei voluto per la mia città quando ero ragazzino".

Giovanni Veronesi sulla parola chiave della puntata, la sincerità, dice "la sincerità è una cosa per gente normale. Quelli che fanno questo mestiere sono una manica di malati di mente. Parlano di cinema dalla mattina alla sera, guardano gli incassi...".
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L'attrice Stella Egitto dal 25 aprile in sala con Tu mi nascondi qualcosa di Giuseppe Lo Console dice: "si tratta di una commedia a episodi. Ognuno legato a una bugia. Noi entriamo in questi spaccati della vita di coppia. Il mio personaggio è una pornostar, fedele al suo compagno che ha accettato il suo lavoro. Fino a quando anche lui si fa venire dei dubbi e cade in tutti i soliti cliché". Sulla sincerità dell'attore dice: "se menti, in scena, le storie crollano. Bisogna mentire con verità".

Cristina Donadio attrice di cinema e teatro, diventata notissima col personaggio di Scianel in Gomorra, alla parola "sincerità" reagisce così: "detto a un'attrice sembra un controsenso. Invece è perfetta. La nostra sincerità è l'autenticità, non la verità. Se non fossi stata autentica non sarei stata credibile nel personaggio di Scianel per il quale ho pensato a un archetipo come Lady Macbeth o Medea. C'è un verbo di cui noi attori abusiamo, che è "fare". Fare non significa niente. Bisogna essere. Io dovevo essere Scianel". Il suo è un ruolo che rispecchia la parità di genere nel crimine: "Con questo personaggio ho avuto una stoffa meravigliosa per farmi un abito ed è stata una grandissima libertà per me. Ringrazio Sollima per aver dato a noi attori qualcosa da creare".


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Stella Egitto.
Michele Riondino.
Giovanni Veronesi.

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