Nasceva 120 anni fa uno dei maggiori innovatori nell'arte cinematografica del primo Novecento.
di Andrea Chirichelli
Celebrato per l'occasione anche da un "doodle" di Google, nasceva oggi, 120 anni fa, Sergei Eisenstein, uno dei maggiori innovatori nell'arte cinematografica del primo Novecento. Specifichiamo "innovatore", perché considerare Eisenstein "solo" un regista e/o un produttore sarebbe davvero limitante.
Il suo nome completo era Sergej Michajlovic Ejzenštejn e nacque a Riga, oggi capitale della Lettonia, che ai tempi faceva parte del territorio dell'impero Russo, poi diventato Unione Sovietica. I suoi primi lavori furono dei filmati propagandistici per l'Armata rossa, di cui lui peraltro era membro effettivo, avendo abbandonati gli studi da architetto per arruolarsi.
Dopo un periodo di gavetta in teatri e come autore di cortometraggi, si dedicò alla (allora) nascente arte cinematografica sovietica.
Il suo film più celebre, La corazzata Potëmkin, del 1925, ottenne un enorme riscontro di pubblico e critica a livello internazionale.
Oltre alle tematiche trattate, sempre di taglio fortemente "sociale", i film di Eisenstein sono celebri per la cura formale nelle scene di massa e per l'utilizzo rivoluzionario del montaggio, che diventa per la prima volta un valore aggiunto capace di trasformare completamente l'esperienza cinematografica.
L'esempio più eclatante resta quello della sequenza girata sulla scalinata di Odessa, proprio ne La corazzata Potëmkin (sequenza poi gustosamente parodiata da Paolo Villaggio ne Il secondo tragico Fantozzi) caratterizzata da continui tagli, movimenti di camera e inquadrature che concentrano l'attenzione su dettagli dei personaggi (l'occhio della madre!) e dello scenario (la carrozzella col bambino che cade per i gradini della scalinata, elemento ripreso anche da Brian De Palma ne Gli Intoccabili).
Tra i grandi successi del regista ricordiamo Ottobre, Il Vecchio e il Nuovo, Aleksandr Nevskij e Ivan il Terribile. In mezzo, anche una parentesi hollywoodiana, rimasta purtroppo "virtuale", visto che il progetto di adattare il romanzo "Una tragedia americana" di Theodore Dreiser per Paramount non andò in porto.
Sergei Eisenstein morì per un arresto cardiaco il 2 febbraio del 1948, a soli 50 anni.