Da sempre un riferimento non solo per la comunità LGBTQI, ma per i cinefili in genere, il Lovers Festival di Torino (ex TGLFF, ex "Da Sodoma a Hollywood") si presenta totalmente rinnovato per la sua edizione 2017, in corso dal 15 al 20 giugno sotto la Mole Antonelliana, al cinema Massimo. Al timone una direttrice artistica che il cinema lo fa e non lo giudica: Irene Dionisio, regista di Le ultime cose, presente all'ultima edizione della Settimana Internazionale della Critica veneziana, che ha assemblato insieme al suo staff un programma ricco di anteprime internazionali e mondiali.

All'insegna dello slogan Queering the Borders, il Lovers edizione 2017 vuole mescolare le carte più che mai: 80 film, provenienti da 30 Paesi, con l'intento di ridefinire l'identità LGBTQI in un'epoca di sovraesposizione queer ma anche di approssimazioni e incomprensioni.

Un maggiore riconoscimento dei diritti richiede, più che mai, grande attenzione verso gli stereotipi. Il Lovers Festival lo sa e parte da qui per proporre una ricca settimana di proiezioni. Ad aprire sarà Tom of Finland, biopic anomalo dedicato a una figura chiave della cultura LGBTQI, che nel dopoguerra con le sue illustrazioni costruisce l'immaginario leather, destinato a connotare la trasgressione sessuale nei decenni a venire (da Cruising di William Friedkin in giù).

Ritorna una sezione dedicata interamente ai documentari, in cui spicca il taiwanese Small Talk, vincitore del Teddy alla Berlinale: dialogo tra una figlia e una madre, che rivela inclinazioni insospettabili in chi si credeva di conoscere da sempre. Tra le novità anche una sezione dedicata al cinema sperimentale, curata in collaborazione con Artissima.

Tra i film in concorso molti i titoli di sicuro appeal. Il già chiacchierato Taekwondo degli argentini Berger e Farina: un ritiro di giovani atleti, che si dichiarano etero, in cui nascono complicità inaspettate. Oppure Belle Dormant, rielaborazione contemporanea - e ovviamente queer - della favola della Bella Addormentata.

Titolo chilometrico per un gioiello della sempre più ricca scena franco-canadese, Ceux Qui Font Les re'volutions à moitiè n'ont fait que se creuser un tombeau. Letteralmente "Quelli che lasciano le rivoluzioni a metà si sono scavati una fossa". La storia è quella di Maple Spring, collettivo studentesco di protesta, e di come questo degeneri verso atti di terrorismo.

Il talento di Yann Gonzalez, autore dello scioccante Les Rencontres d'Après Minuit, ritorna con il cortometraggio Les Îles, fresco vincitore della Queer Palm al Festival di Cannes. Ma il Lovers Festival non si limita al cinema. A completare il quadro contribuiscono due tributi ad altrettante icone della libertà e fluidità sessuale nel pop, come Prince e George Michael, e un fitto calendario di incontri e dibattiti, che caratterizzeranno una settimana torinese più che mai colorata di arcobaleno.