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Ultimo aggiornamento giovedì 14 settembre 2017
Una ricostruzione d'epoca precisa ed emozionante, la storia di un'esperienza artistica che ha infranto lo stereotipo del maschio omosessuale trasfigurandolo in un'immagine di orgogliosa virilità. Al Box Office Usa Tom of Finland ha incassato 13 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Film d'apertura della trentaduesima edizione del Lovers Film Festival di Torino, Tom of Finland di Dome Karukoski, porta sullo schermo la storia di un artista finlandese per molto tempo dimenticato o noto solo negli ambienti omosessuali. Touko Laaksonen (Pekka Strang), in arte Tom of Finland, è stato uno dei pionieri dell'arte omoreotica: le sue illustrazioni raffiguravano uomini muscolosi, spesso poliziotti, con baffi e visi squadrati, in atteggiamenti di violenza ma esplicitamente sessuali o anche bondage, e caratterizzati sempre da una nota di tagliente ironia. Touko è un soldato che vive l'esperienza traumatica della Seconda Guerra mondiale, dopo aver ucciso un soldato russo, il senso di colpa inizia a tormentarlo mentre il volto quell'uomo diventa sogno e incubo per poi apparire costantemente nelle sue opere. L'esperienza della guerra sembra far scaturire nell'artista il desiderio di mettere su carta e plasmare, cercando di esorcizzare, i mostri generati da quello che può essere una guerra.
Tom of Finland ricostruisce da questo punto la strada di un uomo costretto a nascondersi, in una Finlandia che discrimina e punisce l'omosessualità costringendo a vivere la propria sessualità in fugaci incontri notturni.
L'ambiguità dell'arte di Laaksonen e il suo essere controverso è la forza di questo artista coraggioso che per la prima volta erotizza il mostro del nazifascismo declinando la sua arte in una sorta di manifesto del BDSM che mette a nudo fantasie impronunciabili e recondite. Arte controversa e bandita, soprattutto in un'Europa che vuole dimenticare, le illustrazioni di Laaksonen non sono soltanto un grido di libertà ma si collocano anche come gesto fortemente politico. Purtroppo il film di Karukoski si muove nell'universo del biopic convenzionale, ricostruendo il percorso che ha portato Touko Laaksonen a diventare un nome di spicco dell'arte omoerotica per poi fare un salto in avanti in un epilogo più che annunciato. Lo sviluppo e la struttura del film si concentrano su quella che è l'ascesa di questo artista, sostenuto dal compagno di una vita Dancer Veli (Lauri Tilkanen), sfiorando solo leggermente quella che è invece la sua forza, la sua indole provocatoria e controversa tanto da dare vita all'iconografia delle divise naziste come oggetto fortemente erotico. Laaksonen aveva infatti dichiarato di averle scelte perchè molto sexy.
Ad ogni modo Tom of Finland è un'opera di grande dignità che dà luce a un artista rimasto per troppo tempo nell'ombra a cui si deve gran parte della diffusione di un certo immaginario omosessuale, quella leather culture portata al cinema da mostri sacri come Fassbinder o William Friedkin. Tom of Finland, anche se con pochi guizzi, riesce a farci gustare il frutto proibito, un omaggio a un vero e proprio eroe nazionale che, volente o nolente, ha influenzato la nostra cultura e la percezione di alcuni ambiti della perversione sessuale. Tra i vari riconoscimenti, insignito del premio FIPRESCI al Festival Di Göteborg.