Titolo originale | Taekwondo |
Anno | 2016 |
Genere | Commedia, Drammatico |
Produzione | Argentina |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Marco Berger, Martín Farina |
Attori | Gabriel Epstein, Lucas Papa, Nicolás Barsoff, Francisco Bertín, Arturo Frutos Andrés Gavaldá, Juan Manuel Martino, Darío Miño, Gaston Re, Verónica Argencio, Christian Chapi, Antonia De Michelis, Florencia Repetto, Agostina Fabrizio, Pilar Fridman, Lisandro Galceran. |
MYmonetro | 2,86 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 23 giugno 2017
Un ragazzo timido viene invitato ad una festa organizzata dal suo caro amico.
CONSIGLIATO SÌ
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Marco Berger e Martin Farina dirigono insieme Taekwondo, in concorso al Lovers Film Festival 2017. C'è lo sguardo omosessuale e quello eterosessuale, non perché sia importante l'orientamento dei registi, ma perché è evidente come il film si muova da due punti di vista, da un lato utilizzando con ironia i cliché, le battute e i modi del "maschio alfa" e dall'altro lo sguardo di un ragazzo gay in un ambiente etero. Fernando invita il suo amico di taekwondo, German, a passare qualche giorno nella sua bella villa di campagna, sono tutti etero, o presunti tale, in costume, spesso nudi, mentre l'obiettivo indugia sulle parti intime, sui dettagli di quei corpi statuari. I ragazzi trascorrono quei giorni tutti a stretto contatto, raccontano delle loro conquiste amorose, delle loro relazioni, si divertono e la vicinanza fisica tra gli uomini è costante. German è segretamente attratto da Fer ma non ha il coraggio di fare il primo passo, mentre i giorni trascorrono apparentemente senza nulla di straordinario il loro rapporto inizia a mutare.
Taekwondo è un film che con leggerezza gioca con gli stereotipi, li modella sui diversi personaggi del film, non si prende troppo sul serio ma allo stesso tempo stimola una riflessione più profonda.
German vive con fatica il fatto di doversi censurare e con il passare dei giorni è sempre più attratto da Fer che sembra inizialmente avvicinarsi per poi scappare: le discussioni notturne, quei corpi che si approcciano quasi a soffocare il desiderio. È la nascita di un amore, vista da occhi discreti, senza spinto voyeurismo e senza voler a tutti costi voler impiantare un'analisi sociale. All'interno del gruppo esplode sì un desiderio che viene esorcizzato con l'ironia, la gag e forse anche l'affermazione della propria eterosessualità, ma i registi riescono con uno sguardo sobrio a farne un film fluido e anche ad un primo livello molto leggero.
Lo spettatore attende che quella palese attrazione tra German e Fer, fulcro di tutto il film, venga al più presto esplicitata e quest'attesa provoca una crescente aspettativa che puntualmente viene disattesa. La piattezza è voluta e necessaria, forse affinché tutto cambi, nulla deve cambiare affermava qualcuno e Taekwondo si nutre di questo andamento. Lo spettatore diviene parte di quella vacanza, ma sta in un angolo aspettando che prima o poi succeda l'irreparabile o che il film raggiunga un punto di svolta. Nessun picco emozionale, nessuna sorpresa, il film non vuole eccedere ma mostrarci la vita in tutta la sua banalità, in tutto il suo fluire spesso prevedibile.