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Hollywood onora Enzo Ferrari con due film

ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti.

In foto Enzo Ferrari (al centro) insieme a Villeneuve e Pironi.

domenica 30 agosto 2015 - Focus

Gli americani annunciano ben due film su Enzo Ferrari, e in gioco non ci sono piccoli nomi, trattasi di Clint Eastwood e Michael Mann registi e di Robert De Niro e Christian Bale, attori. Tutti hanno fatto dichiarazioni entusiastiche. In tutto questo c'è una logica. Gli americani sono sedotti dalle biografie nei film. Naturalmente se le biografie... valgono la pena. E quasi sempre è così. Quel cinema ha raccontato le vite di quasi tutti gli eroi americani nei vari campi. Il sentimento, chiamiamolo così, è decisamente anglosassone, oltre che patriottico naturalmente.

Ho scritto "eroe", il concetto è, appunto, seduttivo: colui che cambia le regole e la storia, che vince, che si impone, che "ce la fa", che conquista il mondo. Nelle citazioni non posso che rimanere alla punta dell'iceberg, sono centinaia i "biopic". E così ecco i Presidenti: da Lincoln a Kennedy a W. - e questo è un'anomalia interessante, perché Oliver Stone trattò George W. Bush non solo come un non-eroe, ma come un idiota. Le biografie dei militari sono un'altra scheda importante del cartello: da Patton a MacArthur, generali, a Audie Murphy il soldato più decorato della seconda guerra mondiale a Chris Kyle, il cecchino delle guerre del golfo, l'American Sniper di Eastwood. Gli scrittori: da Allan Poe a Fitzgerald e Hemingway e ai "beat" Kerouac e Ginsberg. Un'autentica venerazione è verso i compositori, ci sono tutti da Gershwin a Porter a Berlin e così via. E poi i campioni dello sport, un genere straordinariamente funzionale al cinema. Basta solo pensare ai pugili e a chi ha dato corpo e volto: Paul Newman (Graziano), Robert De Niro (La Motta), Will Smith (Muhammed Alì), Russell Crowe (Braddock), fra gli altri. E uno degli eroi assoluti del secolo scorso, patrimonio di tutti, coraggio sovrumano, Charles Lindbergh. E siamo, come detto, alla punta.

Nella chiave "eroi" gli americani si sono già occupati dell'Italia, e la scelta è stata assolutamente legittima. Riguarda il più grande artista italiano del novecento, Federico Fellini; è stato rappresentato... di rimbalzo, col remake di 8 1/2, Nine, che racconta la vicenda di Guido, il Mastroianni dell'originale che era semplicemente l'alter ego del regista riminese. Un altro italiano adottato laggiù, un altro monarca è Caruso, col relativo biopic hollywoodiano con Mario Lanza nella parte. E non c'è dubbio che, in America, se devi accreditare un altro eroe italiano, il nome che si forma è Enzo Ferrari. La Ferrari non è un marchio, è uno stemma regale, è la macchina più famosa del mondo. E non era un risultato semplice da raggiungere. Ci sono altri marchi nobili, figli naturali del made in Italy che è sinonimo della qualità più alta: l'Isotta Fraschini, usata da Billy Wilder in Viale del tramonto, la Bugatti, altra leggenda, ospite in un recente telefilm con Poirot. Ma la Ferrari è un unicum, è la Ferrari. La concorrenza sarebbe fortissima, in gioco tutte le marche del mondo, le più grandi e ricche. Ci sono sportive magnifiche, esteticamente magari più aggressive, più sexy della Ferrari, come la Lamborghini per esempio. Ma il trono, lassù, non viene minacciato. Un dato che conta: l'America è il primo mercato della marca di Maranello e la Ferrari frequenta costantemente quel set, una citazione su tutte: la Testarossa guidata da Krockett-Johnson in Miami Vice.

Enzo Ferrari ha fondato la sua azienda nel 1947. Da allora sono arrivati tutti i record nella Formula Uno: 31 titoli e 22 vittorie nei gran premi. Ma anche questa è una "punta". C'è tutto il resto. C'è la leggenda. La "rossa" è stata guidata dai più grandi campioni: da Fangio ad Ascari, e poi Hawtorn, Hill, Surtees, Lauda, Scheckter, Schumacher e Räikkönen, tutti campioni del mondo, ma anche da Villeneuve, il più amato dal Enzo Ferrari. Villeneuve, un coraggioso, morto per il suo coraggio. C'è una serie televisiva italiana sul Drake, con Castellitto protagonista. Ma niente di ricordabile. Si prospettano preventivamente ricordabili i film in progetto. De Niro ha dichiarato di essere emozionato e di privilegiare in assoluto quel ruolo. Bale lo stesso. Le notizie non sono ancora precise. Sembra che l'arco temporale del racconto vada fra la fine della guerra e gli anni ottanta. Enzo Ferrari nacque nel 1898 e morì nel 1988. Una curiosità: vedere come si conciliano, anagraficamente, De Niro, classe 1943, e Bale, classe 1974. Il grande Ferrari è comunque in buone mani. Gran parte delle riprese sono prevista in loco: Maranello, Emilia, Italia.

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