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Padanian Dream: Mr. Smith va in via Bellerio. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto Umbero Bossi, da poco dimessosi dalla carica di segretario della Lega Nord.

domenica 15 aprile 2012 - Focus

Ho accettato questo incarico perché mi sono sempre sentito italiano. Sono nato in Sicilia e qualcosa significa. Chi mi ha chiamato qui da voi – non posso dire chi è, lo chiamerò "presidente" per semplicità – riponeva in me molte speranze. Conosceva la mia storia. Una premessa devo farla, un promemoria utile. Era il 1934 quando venni invitato alla Casa Bianca. La faccio breve. Dopo la frase di prammatica, "ho visto tutti i suoi film", il presidente Roosevelt mi disse che io potevo fare molto per il Paese così sofferente dopo la grande crisi del '29. Poi venne al dunque: "Mr. Capra le chiedo di fare dei film che possano dare speranza agli americani, e un po' di allegria e di felicità, in attesa che le cose migliorino. E... io le farò migliorare". Mentre un addetto mi accompagnava all'uscita incrociai qualcuno che conoscevo bene, Walt, che stava per essere introdotto nella stanza ovale. E in fondo all'ultimo corridoio, vidi un tipo elegante che muoveva i piedi da seduto. Anche lui conoscevo bene. Era Fred. Disney e Astaire, gente che sapeva divertire e dare felicità, non c'era dubbio. E così, in quegli anni, ho fatto i film che ho fatto, vinto gli Oscar che ho vinto. E, chiedo scusa, ho divertito e dato felicità.

Da Mister Smith va a Washington alla storia di via Bellerio
Le indicazioni del "presidente" erano quelle di un competente, come ho detto. "Mr. Capra, noi abbiamo un movimento, si chiama Lega, nato spontaneamente, con una partecipazione popolare autentica, una cosa antica e nuova. Il movimento è diventato un partito, molto importante, il cui programma era il federalismo e l'indipendenza della Padania". È sceso in altri particolari per arrivare al momento attuale, con le procure che indagano, la faccenda dei soldi eccetera. Cose risapute. Poi ha concluso. "Le chiedo di applicarsi come fece a suo tempo in America, lei è stato un grande testimonial dell'american dream, siamo sicuri che nel movimento del nord ci sia ancora del buono che vada ripristinato. Lei ha fatto grandi film e grandi documentari. Era responsabile per il Ministero della guerra della propaganda bellica. Parlo di Normandia, del Pacifico e di tutto il resto. Decida cos'è più opportuno, la fiction o il documentario. Chi meglio di lei?..."

Come prima idea ho pensato a un personaggio alla James Stewart, che se ne va al senato in quel mio film Mister Smith va a Washington, cerca di capire cosa succede per poi agire. Così sono stato accompagnato in quella Via Bellerio per il sopralluogo. Devo dire che un film di finzione lo avevo scartato quasi a priori. Io ho lavorato con Gary Cooper, Clark Gable, Spencer Tracy, Bette Davis, Katharine Hepburn, Barbara Stanwyck. Conosco il panorama del vostro cinema, ottimi attori ma... confesso la mia debolezza, non sarei riuscito a inserirli in un mio film. Lo so, sono criticabile, è legittimo dire: bella forza fare grandi film con divi come quelli, prova a fare un grande film con... Fabio Volo e Luciana Littizzetto. Che peraltro sono bravi e simpatici, ma non sono per Frank Capra. Allora ho scelto il documentario. Così ho chiesto di vedere del materiale di archivio, letteratura utile a farmi un'idea della storia, della filosofia, dell'immagine di quel movimento. Ho incaricato un mio collaboratore fidato di prendere visione e di farmi una relazione sull'essenziale. Slogan e sintesi di discorsi. Eccola la sintesi: "... noi ce l'abbiamo duro; la Lombardia è una vacca da mungere; la civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni; quegli islamici... li prenderemo per la barba e li rispediremo a casa a calci nel culo; meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne che quelli di sinistra che vanno coi culattoni; non abbiamo mai tirato fuori i fucili, ma c'è sempre una prima volta; il dio Po testimonia la purezza del nord".

Giuro che ci ho messo tutta la buona volontà per cercare un recupero, uno stile, un'ottimizzazione. Ma non sono riuscito a ridurre quei concetti a qualcosa che potesse far parte di un documento i cui codici fossero "speranza, allegria, felicità". Non era semplice "ripristinare" quel gergo. Allora ho preso visione dei modelli, dal vivo. Possiamo chiamarle audizioni. Negli incontri non tutto mi appariva chiaro e definito. In una manifestazione ho visto il leader e il suo secondo, detto Bobo, che si abbracciavano, poi uno continuava a dire "complotto" e l'altro "pulizia". In un incontro, breve, col leader, certo un uomo provato, e va compreso, confesso di non potermi esprimere perché capivo una parola su dieci. Poi ho parlato col delfino, detto trota. Personaggio poco compatibile con qualsiasi rappresentazione artistica. Forse sarebbe stato un carattere buono per Walt, uno di quei soggetti che guizzano con la sirenetta "in fondo al mar", anche se la trota è pesce d'acqua dolce. Ho trovato, casualmente, non mostratomi dai delegati del movimento, un curioso filmato in cui il giovane politico prende denaro dall'autista. Azione desueta, capovolta. Ma ho rilevato, in chiave di regia, una prospettiva davvero interessante dell'inquadratura, nascosta e dal basso. Magari fosse stata possibile ai miei tempi. La segnalerò a Orson appena lo vedrò. Poi ho incontrato tale "nera". Donna aggressiva e corpulenta, di appeal... singolare. L'avevo già vista in un film che amo molto, 8 1/2, del mio amico Federico. L'aveva chiamata "Saraghina". Non potevo ripetere un personaggio così noto.

Ero stato informato naturalmente della ragione dell'imbarazzo e della difficoltà dei personaggi coinvolti nella vicenda del denaro. Tutti si sono dichiarati sereni. La "serenità" non è un sentimento utile per un filmato, offre scarse possibilità, sarebbe meglio il suo contrario, l'angoscia. A una manifestazione popolare ho assistito a canti, balli, slogan, barbecue, bandiere, camicie, cravatte (poche) e calzettoni verdi. Folklore chiassoso, certo da cinema e da documento, ma lontano... da me. Tornando da quella manifestazione viaggiavo su un pullman di poeti leghisti. Ognuno mi ha declamato una lirica. A quel punto ho deciso di aver visto e sentito abbastanza e ho ritenuto chiuso il sopraluogo.

Dunque, dopo aver preso atto del materiale e della fattibilità di un documentario mi rivolgo a chi aveva pensato a me per il progetto. "Caro presidente, ringraziandola per la considerazione di cui lei mi ha onorato, dopo aver posto tutte le migliori intenzioni per la realizzazione di un filmato che potesse essere utile all'immagine della Lega lombarda, sono costretto a confessare la mia inadeguatezza. La mia dotazione e il mio percorso artistico non si allineano con quel mondo, alludo a location, personaggi e linguaggio. Mi permetto di estendere dal particolare al generale, il mio giudizio: il compito di ripristino è impossibile per qualsiasi autore che faccia parte di una cultura cinematografica evoluta, o per lo meno... corretta. Il "padanian dream", pur forzando la creatività ed evocando il passato, non è recuperabile. Forse... qualche produzione domestica e amatoriale, ma allora il risultato non sarebbe utile a una propaganda, se vogliamo chiamarla così. Concludo con una considerazione più personale e... sentimentale. Lei ha usato le parole "speranza, allegria, felicità" e ricordando la Normandia, mi ha evocato un documentario storico e doloroso girato sulla spiaggia denominata Omacha, dove sbarcò l'avanguardia americana quel 6 giugno 1944. Mettendo i piedi su quella sabbia, fra mine, filo spinato e cavalletti, sotto il tiro dell'artiglieria e dei cecchini nazisti, avevi un'aspettativa di vita di quindici minuti. Ebbene le dico, presidente, che avevo più speranza, allegria e felicità a Omacha che in via Bellerio". Frank Capra

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