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Berlinale: Orso d'oro al Perù con La teta asustada

Vince l'impegno di una donna alla 59esima Berlinale.
di Giancarlo Zappoli

Un verdetto soddisfacente
Claudia Llosa - Scorpione. Regista del film Il canto di Paloma.

domenica 15 febbraio 2009 - News

Un verdetto soddisfacente
Accade raramente di essere quasi totalmente concordi con le giurie dei più importanti festival internazionali. Troppo spesso compromessi vari ne rendono in tutto o in parte opinabile il giudizio. La giuria della Berlinale numero 59, presieduta da Tilda Swinton, ha invece colpito quasi del tutto i bersagli riuscendo a cogliere nell'ampia selezione del Concorso i segnali giusti.
Diciamo allora subito, per sgombrare il campo, dove non ci ha convinti. Conferire l'Orso per la Migliore Attrice e anche il Grand Prix della Giuria a Alle Anderen di Maren Ade ci sembra davvero eccessivo. È vero che i film tedeschi erano presenti in forze in tutte le sezioni e che questo dato non poteva essere dimenticato ma ci troviamo di fronte ad un'opera davvero debole e priva di mordente.
Esaurite le dolenti note scorriamo l'elenco dei premi e vedremo che la Berlinale anche nei premi ha rispettato il suo ruolo di Festival attento al sociale ma che questa volta lo ha fatto, grazie appunto alla giuria, in modo meno rigido. Cominciamo con il rilevare i 3 premi, tutti meritati, andati al film Gigante del'argentino Adrian Biniez. La storia del corpulento guardiano Jara che si innamora dell'immagine , prima che della persona, di una delle inservienti del centro commerciale che controlla, è di quelle che rischiano il deja vu. I premi per l'Opera Prima, le Nuove Prospettive il Grand Prix della Giuria (in ex aequo) sono il segno del riconoscimento a tutto campo di un talento nascente che ha avuto l'intelligenza e l'umiltà di girare un piccolo film ricco di attenzione per gli esseri umani e il loro sentire. Gigante si è poi trovato in ottima compagnia avendo ottenuto il riconoscimento per le Nuove Prospettive insieme a un grande Maestro capace ancora di sperimentare: Andrzej Wajda che con Tatarak, grazie a una grande Krystyna Janda, ha portato sullo schermo una rischiosa ma perfettamente riuscita elaborazione del lutto.
Anche un riconoscimento tecnico come quello del miglior Sonoro ha centrato il bersaglio: Katalin Varga è un film lynchiano che punta molto sul clima sonoro che contribuisce a creare la tensione al di là dei gesti e delle parole. Il cinema made in Usa ha avuto a sua volta il suo momento di gloria 'politica' ma non solo con The Messenger la cui sceneggiatura, soprattutto nella pörima parte, è di assoluto rilievo. Il premio per il Miglior Attore andato a Sotigui Kouyaté per London River ha riconosciuto nell'attore africano la capacità di esprimere, con un totale understatement, un dolore ancestrale messo a confronto con la ferocia dei tempi moderni.
Il cinema iraniano, finalmente mutato di segno rispetto a quelle che si erano ormai cristallizzate come retoriche politiche e cinematografiche ha avuto nel premio per la Migliore Regia andato ad Asghar Farhadi per About Elly un riconoscimento a un'apertura critica di cui anche la società iraniana sembra avvertire il bisogno.
Concludiamo con l'Orso d'Oro. Claudia Llosa, con La teta asustada ha offerto un ritratto del suo paese, il Perù, filtrandolo attraverso la vicenda di una giovane donna cresciuta nel terrore ma destinata alla speranza. È anche questo un Premio meritato a testimonianza della vitalità di un cinema, quello sudamericano, che troppo raramente ha la possibilità di affacciarsi sui nostri schermi.

I premi
ORSO D'ORO

Claudia Llosa per La teta asustada

GRAN PREMIO DELLA GIURIA

Maren Ade per Alle Anderen
(Ex aequo)

Adrián Biniez per Gigante
(Ex aequo)

ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA

Asghar Farhadi per About Elly

ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE ATTRICE

Birgit Minichmayr per Alle Anderen

ORSO D'ARGENTO PER IL MIGLIOR ATTORE

Sotigui Kouyaté per London River

ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA

Alessandro Camon e Oren Moverman per The Messenger

ORSO D'ARGENTO PER IL CONTRIBUTO ARTISTICO

Katalin Varga
( "Per il sonoro" )

PREMIO ALFRED BAUER

Adrián Biniez per Gigante
Andrzej Wajda per Tatarak

Gallery


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