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Lucy Doraine

Lucy Doraine (Ilonka Perenji) è un'attrice ungherese, è nata il 22 maggio 1898 a Budapest (Ungheria) ed è morta il 14 ottobre 1989 all'età di 91 anni a Los Angeles, California (USA).

Figlia di un alto funzionario di Stato, il barone Perenji, la giovane Ilonka è stata una sorta di enfant prodige, poiché a quattordici anni esordì in pubblico in un concerto di pianoforte, dimostrando una grande perizia d'interprete. Successivamente si iscrisse alla scuola di recitazione dell'Associazione Attori Magiari e a diciotto anni entrò, col nome di Ilonka Kovacs, nel mondo del cinema, in piccole parti, generalmente diretta da Mihaly Kertész, che di lì a poco sarebbe diventato suo marito.
Costretti alla fuga dopo la caduta della Repubblica dei Consigli di Bela Khun, i coniugi Kertész si trasferirono a Vienna, dove il Conte Alexander Kokowrat, il proprietario della Sascha, li scritturò entrambi.
Fu un periodo fecondo per la cinematografia austriaca, ravvivata anche da un altro transfuga ungherese, Alexander Korda. Ilonka, sceltosi il nome di Lucy Doraine, apparve in una serie di spiritose commedie, una più briosa dell'altra, ove Kertész non si risparmiava per mettere in evidenza le doti di attrice brillante della moglie, che seppe anche affrontare ruoli più maestosi in opere di maggior impegno come Der Stern von Damaskus (1920) e soprattutto Sodom und Gomorrha (1922), film monumentale con cui la Sascha intendeva contrapporsi ad analoghe superproduzioni d'oltreoceano.
Finito il matrimonio con Kertész, Lucy si trasferì a Monaco di Baviera e lavorò per la Emelka, poi, in collaborazione con la Messter-Ostermayr, fondò una propria casa di produzione, la Lucy Doraine GmbH per la quale girò due film di un certo impegno, Schicksal (1924) con Conrad Veidt e Der Prinz und die Kokotte (1926) con Hans Albers. Anche per lei si aprirono le porte di Hollywood: la First National la invitò a trasferirsi negli Stati Uniti nel 1927, ma non fu un'esperienza felice. Dopo qualche ruolo minore, Lucy venne utilizzata per le versioni tedesche dei film americani. Nel 1929, Lucy se ne tornò in Europa, si risposò e si ritirò da ogni attività, facendo perdere ogni traccia di sé.
Il suo momento migliore lo ha avuto all'inizio degli anni Venti: giovane, bella, anche accattivante in una recitazione non scevra di leziosità, è stata la reginetta del cinema danubiano che però, in quegli anni, non aveva possibilità di esportazione nei paesi ex-nemici, in quanto i film, come tutti gli altri suoi prodotti, erano sottoposti a boicottaggio.
E fu proprio Lucy Doraine l'ignaro ariete che sfondò le frontiere sbarrate dall'interdizione, almeno per quanto riguarda l'Italia: un intraprendente distributore di film stranieri, recatosi a Vienna, comperò in blocco i film della Doraine, li sottopose poi ad una accurata «francesizzazione», lanciandoli come la «serie Lucy Doraine, attrice parigina». Miss Tutti Frutti divenne per l'Italia Mademoiselle Bon Coeur, Cherchez la femme conservò il titolo originale in francese. La censura non se ne accorse o finse di non vedere. Il pubblico abboccò e corse a vedere i film della piccante «francesina», di cui la pubblicità non si stancava di rimarcare l'origine e la prurigine.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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