Apparentemente dolce e delicata, capace di interpretazioni sofferte e ricche di emozioni diverse. Miou-Miou è solo un nome d'arte ma rappresenta, grazie alle suggestioni dei suoni della parola, il carattere un po' felino e sornione di una delle attrici francesi più apprezzate al mondo. Una delle più conosciute ma rimasta sempre indipendente, in continua ricerca della libertà; proprio come un gatto.
Dal cabaret al cinema
I primi passi nel mondo dello spettacolo sono quelli vivaci del cabaret parigino. Dopo gli studi di recitazione, infatti, diventa protagonista di una compagnia di teatro dell'improvvisazione assieme a Coluche e Patrick Dewaere. Dai palcoscenici sotterranei di Parigi al cinema il passo è breve. Nel 1971 debutta sul grande schermo con La Vie Sentimentale de Georges Le Tueur, seguito poco dopo da La Cavale. Tutti già la chiamano Miou-Miou, soprannome datole da un fidanzato del tempo. Il pubblico rimane affascinato dalla forza dell'attrice, coraggiosa nel mostrarsi nuda senza remore, e dotata di una voce profonda e sensuale che suggerisce un animo vivo e tormentato. Seguono altri film: Il grande bordello (1973), La mia legge (1973) e Non c'è problema (1974). L'occasione più importante del periodo le viene offerta dal regista Bertrand Blier in I santissimi (1974), storia anticonformista e anarcoide in cui affianca due giovani attori (poi divenuti famosissimi), Gérard Depardieu e Patrick Dewaere. Con quest'ultimo avrà una lunga relazione sentimentale, dalla quale nascerà Angèle, la primogenita.
I primi film importanti
Trascorre qualche tempo in Italia, dove recita per Damiano Damiani nello spaghetti western Un genio, due compari, un pollo (1975), al fianco di Terence Hill, e nel film antimilitarista Marcia trionfale (1975) di Marco Bellocchio, dove la vediamo duettare con Michele Placido. Tornata in Francia, approda alla commedia grazie al bellissimo film Jonas che avrà vent'anni nel 2000 (1976) di Alain Tanner, seguito da altri numerosi ruoli da protagonista: dall'italiano Al piacere di rivederla (1976) al francese Gli aquiloni non muoiono in cielo (1977) di Claude Miller, dal grottesco L'ingorgo - Una storia impossibile (1979) di Luigi Comencini al musical Le strade del Sud (1978) di Joseph Losey.
Milou a maggio di Louis Malle
All'inizio degli anni Ottanta si dedica a film meno impegnati (Le sembra ragionevole?, Canicola, Lui portava i tacchi a spillo), ma non tralascia rappresentazioni di qualità come La gueule du loup (1981), Guy de Maupassant (1982), Prestami il rossetto (1983) con Isabelle Huppert e La lettrice (1988). Fino a toccare la grandezza di Louis Malle con il drammatico Milou a maggio (1989), storia ambientata in campagna, dove la borghesia e i benpensanti vengono presi di mira, analizzati e criticati. Miou-Miou incarna perfettamente contraddizioni e sfaccettature dei personaggi, dimostrando una versatilità sorprendente.
Tutti i generi per una diva
Lavora nuovamente con Gérard Depardieu nel film drammatico Germinal (1993) di Claude Berri ma, nello stesso anno, la vediamo anche con Philippe Noiret in Tango di Patrice Leconte. In patria lavora anche nella commedia Un indiano in città (1995), in L'ottavo giorno (1996) di Jaco Van Dormael, ambientato in una comunità di down, in Dry Cleaning (1997) di Anne Fontaine e nel dramma tutto al femminile Tout va bien (on s'en va) (2000). Tra i lavori del periodo, spiccano Agathe et le grand magasin (2001) e L'après-midi de monsieur Andesmas (2004).
Gondry e Mihaileanu
Nel 2006 partecipa al fantasioso film L'arte del sogno di Michel Gondry, seguito da Avril (2006) e Alibi e sospetti (2008). Nel 2009 esce nelle sale con il delicato Il concerto, storia di un direttore d'orchestra scapestrato alla ricerca di un riscatto esistenziale.
