Il grande Gatsby |
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Un film di Baz Luhrmann.
Con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher.
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Titolo originale The Great Gatsby.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- Australia, USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 16 maggio 2013.
MYMONETRO
Il grande Gatsby
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Luhrmann come Fitzgeralddi ScoopFeedback: 513 | altri commenti e recensioni di Scoop |
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sabato 25 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il regista è fedele in tutto e per tutto allo spirito del romanzo. Quando Fitzgerald scrisse Il grande Gatsby si trovava in un periodo difficile a causa di problemi legati all'alcol. La figura di Gatsby non era altro che il suo alter ego; Fitzgerald sentiva di dover mettere ordine ai suoi pensieri e alla sua vita perchè sentiva di essere rifiutato da quell'esplosione di "civiltà", di ricchezza finanziaria del paese, di espansione industriale, di folle pronte ogni sera a divertirsi, di frenesia generale che non lasciava spazio a nulla se non al materialismo. I ruggenti anni '20 e l'Età del jazz sono stati tutto questo sia per Fitzgerald sia per Gatsby. Entrambi, tuttavia, cercano qualcosa di proibito in tutta quella frenesia, cioè di seguire sogni semplici e spirituali, come l'amore. Gatsby incarna quindi l'altra faccia della medaglia: la solitudine, ciò che Fitzgerald definisce come la malattia di quell'epoca. Nel film vengono ricalcati il medesimo stile e gli stessi espedienti narrativi impiegati nel libro, come la voce narrante di Nick Carraway, spettatore sempre più sconcertato dalla povertà di sentimenti che anima la ruggente New York che rimane, tuttavia, sempre più appariscente e luminosa. Rimanendo fedele allo spirito del libro, Baz Luhrmann ha evitato di scadere nel banale o nell'eccessivo estetismo fine a se stesso, ma l'ha ben integrato e contrapposto alla sostanza dei suoi personaggi e allo spessore dei dialoghi: ha creato un mix fresco che rende Il Grande Gatsby godibile per gli occhi e il cuore. D'altronde nemmeno il romanzo di Fitzgerald rifiuta la realtà ricca ed esagerata di quegli anni ma si limita a descriverla così come viene vissuta. I suoi personaggi ne sono coinvolti, la animano a loro volta, e non c'è da stupirsi se nel libro come nel film non ci sono nè eroi nè vincitori, ma solo dèi ed icone decadute, dimenticate come tutto quello che è di consumo; non brilleranno forse per i grandi ideali o sentimenti che hanno, ma non è colpa loro, bensì di una società che richiede l'apparenza.
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