Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Django: competente intensità.di kevin de blasioFeedback: 505 | altri commenti e recensioni di kevin de blasio |
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lunedì 28 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dal titolo del film, che rende omaggio al Django di Franco Nero del ’66, al cameo offerto allo stesso attore italiano, la nota passione di Tarantino per il cinema nostrano degli anni ‘60/’70 si manifesta palesemente ancora una volta. Oltre ai collaudatissimi Samuel L. Jackson e Christoph Waltz, il regista statunitense nel dare vita al suo Django coinvolge nientemeno che Leonardo Di Caprio e Jamie Foxx. La qualità c’è e si vede. Di Caprio, sempre più espressivo e perfettamente a suo agio nel ruolo, interpreta magnificamente il giovane e ricco latifondista Calvin Candie. L’odio che il suo personaggio e quello del fidato Stephen (S. L. Jackson) deve provocare nello spettatore è percettibile già nei primi sguardi che il regista regala dei due. A Christoph Waltz invece il compito di insegnare a Django (J. Foxx) l’arte di uccidere. Da buon austriaco, l’attore veste alla meglio i panni del tedesco cacciatore di taglie dottor Schultz. Quanto alla storia e ai contenuti, Django Unchained parla di razzismo e di schiavitù e lo fa alla Tarantino: sparatorie e morti a gogò, sangue che schizza dappertutto, violenza senza grossi limiti. Sorvolando sulla quantità di sangue che Tarantino “spreca” in ogni film, è indubbio che, come capita di notare anche in altri lavori del regista, sin dai primi minuti di visione si viene avvolti da una competente intensità. Ab initio Django trasporta lo spettatore nel consueto saggio mix tarantiniano fatto di scelte estetiche azzeccate, dialoghi sempre interessanti, bella fotografia, ottimo utilizzo della colonna sonora. Collocate il tutto a metà Ottocento, nel sud latifondista e schiavista degli Stati Uniti, Mississippi, aggiungete un pizzico di mitologia nordica e avrete l’ultima opera di Tarantino. Non so a voi ma a me, vedere, seppur al cinema, un tedesco nell’800 sacrificare la propria vita, pur di non stringere la mano ad uno schiavista accanito, è piaciuto.
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