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Che cosa dire di "Alice in Wonderland"? Per certi versi si tratta di un film eccezionale, per altri non lo è poi così tanto.
Se teniamo in conto il montaggio è, indubbiamente, un capolavoro come pochi registi possono realizzare. Confesso di averlo visto in HD e di averlo trovato impressionante, quindi deve essere ancora più sbalorditivo in 3D, come, purtroppo, non ho avuto occasione di vedere. Effetti speciali da brivido. Una colonna sonora perfetta e, in particolare, il brano di Avril Lavigne, "Alice". Un cast di vere stelle di Hollywood: a partire dal mitico Johnny Depp che interpreta il Cappellaio Matto - l'ennesimo personaggio bizzarro - fino a Anne Hathaway nei panni di una diafana regina magnanima, fino a Helena B. Carter, la terribile Regina di Cuori conosciuta per il suo celebre motto: "Tagliategli la testa!". E poi A. Rickman - il professor S. Peton di Harry Potter è il Brucaliffo - e T. Spall, mentre il Bianconiglio non è che Michael Sheen, l'eccentrico Aro dei Volturi nella Twilight Saga. Tutti attori in gamba, non ci piove.
Del resto, sono stati scelti da un bravo regista, benché, sinceramente, riguardo a questo film mi sarei aspettata un po' di più da Tim Burton. Ha sempre realizzato dei film piuttosto strani, ma stupendi, dalla trama intrigante e, allo stesso tempo, piuttosto comica.
E' proprio la trama del film ad avermi delusa. Inizialmente, sembra piuttosto accattivante: Alice, una ragazza particolare e, per questo, giudicata da tutti un po' strana fa dei sogni bizzarri e teme di essere matta, finché non si ritrova nel Paese delle Meraviglie, dopo essere precipitata all'interno della tana di un coniglio frettoloso. E' il paese che sogna fin da bambina, perché lei era stata lì e alcuni fotogrammi mostrano scene indimenticabili come quella che la immortala nell'atto di dipingere le rose bianche con la vernice rossa per non scatenare l'ira della Regina.
Eppure la trama - a eccezione di alcune scene comiche che riescono a strappare quache sorriso qua e là - diventa ben presto monotona: Alice, da viaggiatrice all'interno del Paese delle Meraviglie, si trova a essere la prescelta di una profezia e a dover essere il guerriero che scenderà in campo per proteggere la Regina Bianca contro la perfidia della Regina Rossa. Benché il film di Tim Burton sia qualcosa di inedito, ciò somiglia un po' al classico stereotipo del genere fantasy: una persona normale diventa l'eroe buono, che trovandosi in un mondo fantastico, deve afforntare un terribile nemico, alla fine vince portando a termine l'impresa. Come si suol dire: "Tutto è bene quel che finisce bene".
In conclusione: non è che non mi sia piaciuto, ma mi aspettavo un trama diversa.
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