«Alice» si perde nel paese del 3D
di Francesco Bolzoni Avvenire
Tim Burton è un autore di qualità. Tutti i suoi film sono estrosi, significativi ( Ed Wood, Big Fish e La fabbrica di cioccolato) e da tempo appartengono alla storia del cinema. Non è un caso che il regista, abbandonata Hollywood, viva e lavori da tempo in Inghilterra. Eppure Alice in Wonderland
(dal 3 marzo in anteprima mondiale nelle sale italiane), ispirato al classico della letteratura inglese di Lewis Carroll, un libro che ha mutato per sempre la narrativa per ragazzi, un po' delude. È, per così dire, privo di nervo. [...]
di Francesco Bolzoni, articolo completo (3363 caratteri spazi inclusi) su Avvenire 28 febbraio 2010