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Luke Cage, da oggi su Netflix. Colter: 'Vi presento il mio anti-supereroe'


di Lorenza Negri

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In foto Mike Colter nei panni di Luke Cage, protagonista dell'omonima serie disponibile da oggi su Netflix.
venerdì 30 settembre 2016 - Netflix

"Ho sempre cercato di evitare i ruoli che richiedevano specificatamente un attore grosso, nero, pelato e minaccioso, perché di solito a queste parti non era associato un grosso sviluppo del personaggio", così il quarantenne interprete lanciato da Million Dollar Baby Mike Colter, che di fatto è grosso, nero, pelato e massiccio, ha spiegato la sua iniziale resistenza ad accettare il ruolo di Luke Cage, imponente super eroe dalla pelle inscalfibile che debutta oggi su Netflix con la serie monografica eponima. Aveva già debuttato in Jessica Jones, altra show originale della piattaforma online incentrato su un eroe Marvel.

A Luke Cage è, in effetti, concesso ampio margine di approfondimento nei tredici episodi della prima stagione ambientata ad Harlem, il quartiere originario del protagonista, nel quale il fuggitivo con la pelle a prova di proiettile fa ritorno dopo gli eventi di Jessica Jones.
Lorenza Negri

"Luke vuole a tutti i costi mantenere un profilo basso e si rifugia nel luogo dove sa di avere degli amici e qualcuno che può aiutarlo. Sbarca il lunario con mansioni modeste presso un barbiere e in un nightclub e non vuole essere coinvolto in nessun tipo di bega, ma naturalmente sarà messo di fronte a fatti che lo costringeranno a chiedersi se vuole davvero accantonare le proprie capacità quando potrebbe, invece, fare del bene" ha spiegato Colter, che abbiamo intervistato.


GUARDALO SUBITO: LUKE CAGE

Perché il pubblico dovrebbe sentirsi attratto da Luke Cage?
Perché è diverso dagli altri supereroi, e non solo perché è nero; ci sono già stati eroi di colore protagonisti in TV o sul grande schermo come Spawn o Blade - anche se i loro adattamenti non sono stati fatti così bene - ma il fatto che sia nero risalta comunque. Inoltre, Luke non è di un altro mondo, come Thor, e non è ricco, come Tony Stark: è una persona comune, uno di noi, con problemi realistici e questo lo rende approcciabile.

Dopo la Hell's Kitchen di Jessica Jones è la volta di Harlem, altro quartiere newyorkese nel quale è ambientata la serie.
È normale che una persona torni nei luoghi della sua infanzia nei momenti di difficoltà. Luke è stato "via" dal quartiere: quando questo accade magari diventi più sofisticato, cambi modo di parlare, abitudini, stile di vita, alimentazione. Ti reinventi e quando torni a casa tutto ti sembra diverso e tu stesso sei un po' spaesato. Per Cage è lo stesso.

Quanto è importante il fatto che lo show sia ambientato proprio qui?
Harlem è l'anima della serie, la nostra evoca gli anni 70, periodo in cui le strisce dell'eroe spopolavano. Il produttore Cheo Hodari Coker voleva sottolineare il fatto che il personaggio non è solo costume, superpoteri e blaxploitation, il nostro è un adattamento contemporaneo, ma ha voluto comunque attingere ai film ambientati a New York in quegli anni e alle pellicole come i film di Shaft.


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Pensi che le serie, più dei film, offrano spazio alla diversità, specialmente quelle di genere fantascientifico?
Senz'altro nella Sci-fi noto più diversità, ma in ogni caso ultimamente c'è più spazio per i personaggi neri, anzi, più estesamente c'è più apertura in generale verso i personaggi di colore e LGBT dopo che per tanto tempo TV e il cinema hanno offerto un ritratto poco realistico della composizione della società americana.

In Luke Cage ci sono situazioni familiari fondate su rapporti di amicizia duraturi, per esempio tra il paterno barbiere Pop e il tuo personaggio: come hai lavorato con il resto del cast sul set?
L'aspetto più difficile è sempre ricominciare tutto da zero, a ogni ingaggio. Di rado capita di lavorare con le stesse persone, per lo più sono volti nuovi e bisogna legare velocemente, per esempio con il collega che interpreta il tuo migliore amico. Noi attori facciamo amicizia molto più in fretta delle altre persone, è un'esigenza entrare il prima possibile in sintonia, altrimenti non ci sarà alchimia nel film o nella serie. Può capitarti che ti presentino la persona con cui devi girare una scena di sesso due ore dopo e l'intimità tra voi due deve essere realistica. Non è facile, specialmente se mentre parlate ti accorgi che il partner non ti piace.

Parliamo delle scene d'azione: Luke Cage ha uno stile di lotta... particolare.
Luke combatte in un modo diverso dagli altri supereroi perché, essendo indistruttibile, non ha bisogno di prodursi in schivate di pallottole o sfoggiare abilità superiori nelle arti marziali per sopraffare il nemico. Inoltre, è una brava persona, e non vuole uccidere nessuno: la sua forza è micidiale, per cui si trattiene. Abbiamo dato un nome al suo modo di combattere, lo chiamiamo "Smack Fu": in pratica, Cage si limita a prendere a manate la gente levandosele dai piedi quasi con sufficienza [alla Bud Spencer, per intenderci, ndr]: è molto divertente sia per me che per lo spettatore che assiste. La sua forza e impenetrabilità, poi, gli permettono anche di abbattere muri, lanciare automobili... è un ottimo intrattenimento.

Una curiosità: Nicolas Cage ha preso il suo nome d'arte proprio da questo supereroe: si è fatto vivo?
Con me, no, ma sono a disposizione!


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