Hollywood

Film 2020 | Drammatico

Regia di Ryan Murphy. Una serie Da vedere 2020 con David Corenswet, Darren Criss, Patti Lupone, Joe Mantello, Dylan McDermott. Cast completo Genere Drammatico - USA, 2020, - MYmonetro 2,93 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 20 aprile 2020

Non si può riscrivere la storia, oppure sì? La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a ADG Awards,

Consigliato sì!
2,93/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,35
PUBBLICO 2,95
CONSIGLIATO SÌ
Ryan Murphy inventa la Hollywood dei sogni in un arcobaleno di diversity fin troppo zuccheroso.
Recensione di Andrea Fornasiero
martedì 26 febbraio 2019
Recensione di Andrea Fornasiero
martedì 26 febbraio 2019

Poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il reduce Jack Castello sogna di sfondare a Hollywood, ma la sua carriera non decolla e in più la moglie è incinta di due gemelli, così Jack accetta l'offerta indecente di Ernie, proprietario di una stazione di servizio in cui i ragazzi si prostituiscono. Per non essere costretto a marchette omosessuali convince Archie, afroamericano gay nonché sceneggiatore, a lavorare da Ernie e occuparsi dei clienti maschi. Questi conosce così il ragazzo che diventerà famoso con il nome di Rock Hudson, da cui è però ossessionato anche il perverso e potente agente Henry Wilson. Nel mentre il copione di Archie, dedicato a una ragazza suicida gettatasi dalla grande scritta "Hollywoodland" sulle colline, finisce in mano al regista Raymond Ainsley, che convive con la promettente attrice afroamericana Camille Washington e sogna di farne una star.

La ricostruzione di una Hollywood scandalosa, tra prostituzione, festini e depravazioni si alleggerisce via via in una mecca del cinema che non è mai esistita, dove le varie minoranze hanno miracolosamente modo di emergere.

Il cinema può riscrivere la storia, l'ha dimostrato più volte negli ultimi Quentin Tarantino che in particolare proprio con il suo ultimo film si è dedicato a Hollywood. Ryan Murphy però porta questa idea molto oltre e se parte con un ritratto leggero ma allo stesso tempo sordido, in una sorta di incrocio tra una commedia e Hollywood Babilonia, finisce in un sogno a occhi aperti, una fantasia superprogressista e ucronica: una sorta di realtà alternativa, dove la correttezza politica si è affermata già a fine anni 40 e a Hollywood si aprono spazi per la diversity, cambiando implicitamente il mondo intero.

Solo tre anni fa, Murphy ha realizzato con Feud una fra le sue opere migliori, dedicata alla Hollywood degli anni 60 e alla faida tra Bette Davis e Joan Crawford. Un ritratto degli ingiusti trattamenti subiti dalle donne in una società così maschilista da vampirizzare e vilipendere persino le proprie star femminili.

Ora si prende invece la libertà, insieme al coautore Ian Brennan con cui già aveva collaborato su Glee e Scream Queens, di mettere in scena la Hollywood dei suoi sogni, prendendo lo stesso periodo dei romanzi di James Ellroy come "L.A. Confindential" e giocando a ribaltarlo.

Nella realtà sarebbe arrivato il maccartismo con la sua caccia alle streghe rivolta a stanare i comunisti, mentre nella Hollywood di Murphy e Brennan comunista è solo un'offesa generica, usata un paio di volte contro gli alfieri della rappresentanza delle minoranza, senza che di comunismo ci sia effettivamente alcuna traccia. Chiaramente, nonostante Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, il socialismo non è una questione alla moda come la diversity e si preferisce scoparlo sotto il tappeto.

La serie è per certi versi un'operazione riparatoria nei confronti dell'asiatica Anna May Wong, che non ebbe mai le occasioni che avrebbe meritato per via della propria etnia, così come si vuole ricordare la pena subita da Rock Hudson, costretto per tutta la vita a nascondere la propria omosessualità che qui invece può far uscire allo scoperto. C'è dunque un'amarezza implicita nel progetto, rimarcata anche dal taglio metatestuale di alcuni titoli di episodio, in particolare i primi due Viva Hollywood: Parte 1 e 2 e l'ultimo Finale in stile Hollywood, dove Murphy torna sulla cerimonia degli Oscar come in una delle puntate migliori di Feud.

Il tono di Hollywood però non è quello musical (usato invece dai Coen nel sognante Ave, Cesare!), non ha nulla del registro onirico e anzi scegliendo la commedia leggera con tanto di lietissimo fine inonda lo schermo di una stucchevolezza quasi insostenibile. Gli ultimi episodi per altro corrono sul piano narrativo e risolvono sempre più rapidamente le situazioni tra i personaggi come se, una volta svelato l'intento immaginifico, non si potesse più credere alle loro vicende e fosse meglio riassumerle che raccontarle, in una frenesia che mette al primo posto il messaggio.

Per quanto sia nobile quello che Muprhy e Brennan vogliono dirci, ci appare però anche ovvio e calarlo in modo del tutto inverosimile alla fine degli anni '40 ha l'effetto di una colata di melassa. Si ha la sensazione di passare da una satira sulla Hollywood Babilonia a una edificante serie Disney del 2020, dove possono trovare spazio e felicità omosessuali, donne indipendenti, asiatici e afroamericani, in un arcobaleno di diversity che supera persino il progressismo della Hollywood odierna, ancora poco propensa a premiare con l'Oscar le minoranze. Ci si vorrebbe lasciar trascinare da questa fantasia, ma il gioco è fin troppo esplicito, zuccheroso e, da un certo punto in poi, del tutto prevedibile nel suo predicatorio schematismo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 2 maggio 2020
Ghisi Grütter

Questa recente serie TV di sette puntate è stata molto apprezzata da vari critici. Natalia Aspesi, ad esempio ne è entusiasta e gli ha dedicato un intero paginone de “La Repubblica” del 30 aprile scorso. La serie è stata scritta da Ryan Murphy - già autore di altre serie note come “Pose” e “Glee” - e Ian Brennan ed è ambientata [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 19 maggio 2020
Alice Cucchetti
Film TV

«Vuoi dire che per tutto questo tempo avremmo potuto essere amiche?». Se lo chiedevano, come un'epifania, Bette Davis e Joan Crawford nella puntata finale di Feud, un'altra serie targata Ryan Murphy ambientata dietro le quinte della Hollywood che fu. Se lo chiedevano, comprendendo d'un tratto la quantità di potenziale inespresso e d'infelicità inflitta alle loro vite, ma solo in sogno.

lunedì 18 maggio 2020
Fabiana Proietti
Sentieri Selvaggi

Una volta calato il sipario sulla notte degli Oscar del '48 ricostruita e colored-washed, il dubbio che rimane è se ci si trovi di fronte a un'operina ingenua o a una patinata trollata al Sistema. Ripassando velocemente il percorso artistico e produttivo di Ryan Murphy - da showrunner controverso, dai pilot così audaci da essere spesso rigettati dalle produzioni a golden boy dell'industria televisiva [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 maggio 2020
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Ci sono le "favolacce", come suona il titolo di un film dei fratelli D'Innocenzo rintracciabile "on demand", e ci sono le favole a lieto fine, come suggerisce una miniserie tv di Netflix in sette puntate (disponibile dal 1° maggio). Ho esitato un po' a vederla, avendo letto sarcasmi e stroncature; poi, invece, benché poco incuriosito dal tema iscritto nel titolo, me la sono cuccata tutta in due sere. [...] Vai alla recensione »

domenica 10 maggio 2020
Luca Beatrice
Il Giornale

È pressoché un' equazione: più il sistema tende a essere perbenista, chiuso e bigotto, più si sviluppa la voglia di trasgredire fino all' esagerazione e al trionfo dell' eccesso. Il mondo del cinema americano negli anni '50 era proprio così, una facciata di rispettabilità che non riusciva a nascondere omosessualità, prostituzione, alcolismo, promiscuità a tutti i livelli.

lunedì 4 maggio 2020
Cristina Quattrociocchi
Cinemonitor.it

"Signor Samuels, i film non mostrano solo com'è il mondo, ma anche come potrebbe essere e se cambiamo il modo di fare film, si può cambiare il mondo". Pensiamo alla pandemia attuale, che ha costretto anche Netflix a rinunciare al doppiaggio delle nuove serie. Pensiamo di essere fermi, con un sogno che ha troppi ostacoli da superare. Ora, trasliamo tutto nel Dopoguerra, immaginando sei ragazzi che [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 maggio 2020
Serena Nannelli
Il Giornale

La nuova serie tv di Netflix, "Hollywood", racconta le vicende di un gruppo di aspiranti attori, sceneggiatori e registi intenzionati a realizzare il Sogno Americano, non importa a quale prezzo. Indicata come una delle produzioni televisive più importanti dell'anno e firmata da Ryan Murphy, già creatore di "Glee" e "American Horror Story", "Hollywood" è ambientata nell'età dell'oro del cinema, il [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 maggio 2020
Edoardo Balcone
Il Fatto Quotidiano

Dreamland, la terra dei sogni. Ecco cos' è Hollywood a metà degli anni Quaranta: un trampolino di lancio, una calamita per tutti i giovani che sognano di diventare delle star E che spesso finiscono in fila fuori dagli studios per un ruolo da comparsa. Ma "dreamland" è anche una parola d' ordine. A pochi chilometri dagli stessi studios, Ernie gestisce una pompa di benzina che, oltre a vendere carburante, [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 aprile 2020
Natalia Aspesi
La Repubblica

Cosa legava negli anni luminosi del ritorno alla pace gli Studios di Hollywood a un distributore di benzina in Hollywood Boulevard? Che cosa condividevano le dive e i divi più famosi e i giovani e aitanti benzinai appena ritornati dalla guerra? Il sesso, ovvio, ed è da questo ricordo che parte la miniserie Hollywood , sette puntate di una certa vivacità sessuale che, con la scusa di raccontarci come [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 aprile 2020
Matteo Sacchi
Il Giornale

Giovani attori che cercano di emergere, comparse che si accalcano ai cancelli degli studios, vecchie glorie del cinema muto che provano a dare un senso alla loro vita bruciata nel tentativo di emergere e poi rimaste fuori dai giochi quando il sonoro ha cambiato tutto. Sbandati che provano a campare di espedienti ma sognano - pur senza arte né parte - di fare gli sceneggiatori e che sono difficili da [...] Vai alla recensione »

NEWS
NETFLIX
mercoledì 29 aprile 2020
Andrea Fornasiero

Un gioco fin troppo zuccheroso che vorrebbe trascinare lo spettatore in una fantasia. Su Netflix dall'1 maggio.  Vai all'articolo »

TRAILER
lunedì 20 aprile 2020
 

Regia di Ryan Murphy. Una serie TV con David Corenswet, Darren Criss, Patti Lupone, Joe Mantello. Guarda il trailer »

NETFLIX
venerdì 21 febbraio 2020
 

Nel secondo dopoguerra un gruppo di aspiranti attori proverà a sfondare nella controversa Tinseltown (pseudonimo dispregiativo della ben più patinata Hollywood).

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