Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Kitty Green |
Attori | Julia Garner, Matthew MacFadyen, Kristine Froseth, Dagmara Dominczyk, Makenzie Leigh Noah Robbins, Alexander Chaplin, Clara Wong, Juliana Canfield, Lou Martini Jr.. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 6 dicembre 2019
La quotidianità di una ragazza al servizio di un potente capo aziendale. Il film ha ottenuto 3 candidature a Spirit Awards, Al Box Office Usa The Assistant ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 1,1 milioni di dollari e 84,7 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Jane vive a New York e lavora come assistente di un potente produttore cinematografico. Ogni giorno è la prima ad arrivare in ufficio e a preparare i materiali per i colleghi. Tutti uomini, o quasi. Jane stampa le agende del giorno, organizza trasferte, porta il pranzo, riassetta le scrivanie, accoglie le aspiranti attrici, accompagna in hotel ragazze che potrebbero soffiarle il posto semplicemente perché bellissime. Lei però non è il tipo del capo, la rassicura il responsabile delle risorse umane, e quindi non ha nulla da temere: non siederà mai sul suo divano a tarda sera, quando gli uffici sono chiusi. A tarda sera, Jane esce sola dal palazzo e torna a casa, pronta il giorno dopo a tornare per non farsi sfuggire la grande occasione che le è capitata.
Una giornata nella vita di una donna qualunque, sottilmente molestata dai colleghi e testimone di una forma di sessismo tanto strisciante quanto pervasiva, accettata per interesse o convinzione.
La protagonista di The Assistant, la trentenne Jane, è una figura anonima probabilmente presente in ogni ambiente di lavoro. Laureata in un college prestigioso, di bell'aspetto ma non appariscente, riservata nei modi, è costretta a svolgere un lavoro umiliante che non rispetta le sue qualifiche e in molti casi eccede i suoi doveri. Jane è testimone di una rappresentazione del potere fondata su due elementi: l'autorità maschile come fatto acquisito e l'ambizione come obiettivo comune. La sua storia riguarda il mondo del cinema, la città di New York, la società americana, ma in generale il mondo in cui viviamo. È la storia di una violenza dell'uomo sulla donna, del potente sul fragile, del sistema sul singolo.
Il film è così efficace da essere quasi elementare. La regista Kitty Green, già autrice nel 2013 del documentario sulle Femen, Ukraine Is Not a Brothel, e nel 2015 di Casting JonBenet, riprende la protagonista con piani frontali o laterali che ne mostrano lo smarrimento e la solitudine in spazi stranianti, in uffici, corridoi, sale d'attesa, sedili posteriori di automobili d'ordinanza.
Il senso del lavoro che svolge si disperde nelle centinaia di particolari che osserva, orecchia o legge come parte di un sistema retto da una figura potente e invisibile e su nessuno ha il controllo: né la stessa Jane, sottilmente vessata da chiunque e a umiliarsi anche quando viene riconosciuta la sua bravura, né i suoi colleghi di vario ordine e grado, anch'essi parte di una macchina che procede in modo automatico con l'accordo silenzioso dei suoi membri.
Nel momento chiave del film, Jane prova anche a denunciare qualcosa di cui è stata testimone - forse un abuso di potere su una giovanissima ragazza - ma proprio l'incertezza di ciò che ha visto, frutto di abitudini e consuetudini assodate, non può che portare a un nulla di fatto. Jane è destinata al silenzio, all'invisibilità, ed è perfetta, in tal senso, la scelta di affidare la parte a Julia Garner, bravissima nel nascondere la propria bellezza, nello smorzare i lineamenti, nel contenere la voce. La sua anonima eroina è il simbolo di una battaglia per le donne che va ben oltre il neo-femminismo hollywoodiano, a cui pure The Assistant appartiene (anni fa su un soggetto simile si facevano film come Secretary...). In lei, nella sua sottile disperazione, Kitty ha raffigurato un corpo dietro una finestra; una figura sola nella vetrina di un diner; una donna del sistema che accetta di farsi schiacciare, mentre dall'altra parte della porta, dietro altre finestre, il potere procede indisturbato.
Jane (Julia Garner) è una degli ultimi arrivati negli uffici di un'importante casa di produzione cinematografica, ed è una lavoratrice responsabile, sempre la prima ad arrivare e l'ultima ad andarsene. Il suo impiego di assistente e segretaria va avanti da due mesi in un clima lavorativo assolutamente stressante, tra colleghi meschini e richieste continue.