Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svizzera |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Francesco Rizzi (II), Francesco Rizzi |
Attori | Vinicio Marchioni, Sabine Timoteo, Leonardo Nigro, Giorgia Salari, Jun Ichikawa Andrea Bruschi, Alberto Ruano, Jean-Pierre Gos, Monica Budde, Lorenzo Pedrotti, Carla Cassola, Adele Raes, Jasmin Mattei, Joachim Aeschlimann, Nils Habermacher, Kaspar Weiss. |
Uscita | venerdì 2 luglio 2021 |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 giugno 2021
Un uomo solitario instaura un rapporto con una donna ribelle che sta cercando di elaborare un trauma.
CONSIGLIATO SÌ
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Di Michael non sappiamo nulla, se non che è un tipo solitario, che si aggira di notte tra distributori di benzina e stazioni di servizio. Una notte si accorge di lui Anna, insonne, dopo essersi chiusa fuori di casa. Ma Anna non sa che Michael la sta seguendo né perché lo stia facendo.
A colpire le giurie dei festival che lo hanno premiato, è stata la natura duplice di Cronofobia: un dramma su vite umane lacerate, camuffato da thriller nerissimo.
Il ticinese Francesco Rizzi gioca a lungo su questa dualità, lasciando credere che Michael possa essere un killer, o un personaggio disposto a tutto, con un torbido passato da nascondere. Ce lo suggeriscono gli incubi sanguinosi, sembra dircelo l'atteggiamento ambiguo di chi indossa sempre una maschera. Ma sono molte le verità destinate a essere rimesse in discussione in un'affascinante riflessione sul disagio contemporaneo.
Il titolo, meno ovvio di quanto sembri, allude infatti alla peggiore paura del presente, quella del tempo, costantemente in esaurimento. Determinante l'ambientazione: una Svizzera privata di identità, multiforme e astratta, come un gigantesco e anonimo ufficio dislocato su più sedi e costellato di distributori di benzina. Un luogo in cui viaggiare, nascondersi o confondersi, in cui il fattore umano è messo sempre più in secondo piano.
Anche il bar della poesia di Bukowski citata nel film, oasi di pace effimera, non è in fondo che un prosaico autogrill. Ma la verità si trova su un altro livello, e spesso richiede uno strato di finzione per potersi rivelare appieno.
Rizzi gioca sapientemente con le potenzialità offerte dai non-luoghi della Svizzera italiana, aiutato da una coppia di protagonisti affiatata: Vinicio Marchioni conferma le proprie doti con un ruolo che pare tagliato su misura per lui, mentre Sabine Timoteo riesce a infondere spessore drammatico al personaggio di Anna, che reca il fardello di un passato doloroso e all'orizzonte scorge solo un futuro incerto e irto di insidie.
Bel film che in parte mi ha ricordato "Le conseguenze dell'amore" di Sorrentino.
Cronofobia punta tutto sul camuffamento dell'io: il film è il racconto dell'abbandono del soggetto rispetto alla realtà, o della sua sostituzione integrale con una maschera accuratamente scelta. Il protagonista è Michael Suter (Vinicio Marchioni) che per professione si occupa di valutare la qualità del servizio delle attività nei riguardi della clientela.