Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 114 minuti |
Regia di | Sebastián Lelio |
Attori | Rachel Weisz, Rachel McAdams, Alessandro Nivola, Cara Horgan, Mark Stobbart Dominic Applewhite, Sophia Brown, Bernardo Santos, Anton Lesser, Nicholas Woodeson, Allan Corduner, David Fleeshman, Steve Furst, Trevor Allan Davies, Anthony Dowding, Bernice Stegers, Clara Francis, Lia Cohen, Orlando Brooke, Omri Rose, Liza Sadovy, Ruth Lass, Alexis Zegerman, Benjamin Tuttlebee, Rose Walker, Caroline Gruber, Eliot Alderman, Adrian Alexander, Joseph Thompson, Gabriel Gottlieb, Aaron Isaac, Julian Sander, Jason Blair, Moshe Caplan, Eliot Berman. |
Uscita | giovedì 25 ottobre 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Cinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,51 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 novembre 2018
Ambientata nella comunita ebraica ortodossa della Londra contemporanea, la storia dell'emancipata e anticonformista Ronit che torna a casa per i funerali del padre. In Italia al Box Office Disobedience ha incassato 336 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ronit, figlia del rabbino capo della comunità ebraico ortodossa di Londra, torna da New York, dove vive da lungo tempo, nella capitale britannica per i funerali del genitore. Qui ritrova Dovid, studioso della Torah, ed Esti di cui era amica e scopre che i due ora si sono sposati. Tra Ronit ed Esti c'era stata un'attrazione che un tempo aveva creato turbamento nella comunità e che ora rischia di tornare ad accendersi.
Sebastian Lelio continua la sua appassionata indagine sulla femminilità e sui pregiudizi che ancora ne condizionano la libera espressione.
Dopo il ritratto, al contempo tenero e drammatico, della cinquantenne Gloria e lo sguardo partecipe sulla condizione socio affettiva della trans Marina in Una donna fantastica si avvale ora del romanzo di Naomi Alderman e della collaborazione alla sceneggiatura di Rebecca Lenkiewicz.
Ciò che rende il suo cinema maschile e femminile insieme come intensità di sguardo è la sua straordinaria capacità di scegliere delle protagoniste in grado di sostenere fino in fondo ciò che lo script richiede loro. In questo caso siamo di fronte a Rachel Weisz e a Rachel McAdams (la prima anche coproduttrice) che danno vita a due personaggi analizzati nel profondo. Il che non esclude dalla valutazione positiva il Dovid di Alessandro Nivola. Perché questa di fatto è una storia a tre che richiede da parte dello spettatore una particolare attenzione all'omelia che il padre di Ronit tiene all'inizio del film.
È attorno ad essa che ruoterà una vicenda che viene ambientata nella comunità ebraico-ortodossa londinese ma che ha in realtà una valenza universale. Ritualità e dinamiche proprie dell'ebraismo vengono descritte con accuratezza ma ciò che a Lelio interessa non è l'ennesima denuncia dell'ortodossia di stampo religioso. O, meglio, ci si occupa anche di questo tema ma si guarda oltre.
Esti ha di fatto represso le proprie tendenze per aderire alle richieste del microcosmo in cui era nata. Ronit ha scelto di andarsene ma anche questa scelta è stata di fatto condizionata da ciò che di lei si poteva pensare. In un mondo in cui alcuni tabù sembrano essere stati in gran parte lasciati alle spalle il giudizio moralistico e non morale, che guarda cioè a ciò che appare senza interrogarsi sulle ragioni, non ha smesso di esistere e di condizionare le esistenze e non solo in specifiche situazioni.
I tre protagonisti, riuniti dopo molti anni, lo percepiranno con modalità diverse per ognuno ma comunque cariche di conflitti interiori causati da ciò che si è e da ciò che la società vorrebbe che fossimo pretendendo quell'obbedienza cieca che già qualcuno in passato ci aveva ricordato non essere più una virtù.
DISOBEDIENCE disponibile in DVD o BluRay |
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Sebastian Lelio è un regista cileno che ama indagare nei sentimenti di persone in qualche modo “diverse”, per poi mettere in luce le loro sofferenze. In questo film affronta il tema delicato come la diversità sessuale, anche quella non palesemente dichiarata, in una piccola comunità ebraica di Golden Greens a Londra, in epoca contemporanea o forse di poco retrodatata. [...] Vai alla recensione »
Ambientato in una comunità ebraica ortodossa, il film si apre su un discorso del rabbino capo sulla differenza tra angeli (che non possono fare a meno di perseguire il bene) bestie (che seguono soltanto gli istinti) e gli esseri umani, cui invece è concesso il libero arbitrio. Questo preludio è fondamentale per introdurre la vicenda di una lenta ma progressiva educazione sentimentale, che coinvolge [...] Vai alla recensione »
“Disobedience”, ovvero quando si va contro ai dettami stabiliti, è l’ultima pellicola del regista argentino Sebastian Lelio che affronta il delicato e quanto mai scomodo tema di una relazione sentimentale omosessuale. Nel suddetto film, più precisamente, si tratta del legame tra due donne della comunità ebraica ortodossa londinese che ovviamente, desta scandalo [...] Vai alla recensione »
Disobedience ti s'impiglia dentro , lo analizzi e mentre lo riguardi nella tua mente trovi sempre più elementi che lo rivelano come il capolavoro che é. Tre protagonisti ,2 donne amiche ed amanti ed il marito di una di loro; il triangolo affettivo descritto con una delicatezza commovente. Il tema del padre assente, il rammarico della figlia per non avergli dichiarato il suo amore, il padre che disereda [...] Vai alla recensione »
Cosa significa disobbedire? Ribellarsi per il puro gusto di farlo o piuttosto salvarsi la vita esercitando il dono del "libero arbitrio" ? È questo il tema portante di quest'opera in cui la comunità ebraico-ortodossa (con i suoi riti, i suoi dogmi ed i suoi tabù) e l'amore passionale tra due donne (con la sua carica dirompente di scandalo e [...] Vai alla recensione »
Disobedience fin dal titolo manda un chiaro messaggio di ribellione alle regole morali imposte, salvo poi affacciarsi a un finale ambiguo che lascia più domande che risposte. Lo straniante accompagnamento sonoro, un tono fotografico tendente a colori cupi che ben si adatta all'uggioso clima londinese e una narrazione compassata, che adatta con fedeltà l'omonimo romanzo, fanno [...] Vai alla recensione »
Sebastiàn Lelio è un cineamatore che ha sempre avuto particolarmente a cuore il tema della libertà personale e, in particolare, per quanto concerne la sfera sessuale. Ciò è attestato dai suoi film precedenti, opere semi-sconosciute di fattura decisamente bassa le cui maturità si concentrano in quella che è la forma di Disobedience.
Inizialmente fuorviante alla fine rivelatrice la scena con cui si apre il film Siamo in una sinagoga dove il Rabbino sta tenendo un sermone "Dio ha creato dapprima gli angeli poi le bestie ed infine l'uomo e la donna la differenza tra le creature risiede nel fatto gli esseri umani posseggono il Libero arbitrio esse infatti possono scegliere.." all'improvviso il Rabbino si accascia e muore Giunge [...] Vai alla recensione »
Una storia con un potenziale altissimo e due attrici eccezionali, con queste premesse era difficile giocarsi così male le carte. Uno spreco. Poteva diventare una pietra miliare della categoria, un inno alla forza, alla ribellione, alla spirito di rivalsa. Invece è un film tiepido, timido, che ti trascina verso un finale che aspetti per tutto il film sperando nell'esplosione e invece si rivela cauto, [...] Vai alla recensione »
Alla morte del padre, rabbino capo della comunità ebraico ortodossa di Londra, Ronit torna da New York per i suoi funerali. L’unica figlia del rabbino era letteralmente scappata 7 anni prima quando la sua storia d’amore con Esti aveva fatto scandalo, in quanto omosessuale. Per fuggire dalla situazione oppressiva Ronit aveva lasciato tutto e non aveva più dato notizie di sé, [...] Vai alla recensione »
Il film di Sebastian Lelio, Disobedience, può essere letto su diversi piani. Può darsi che la tematica dell’amore lesbico e dei relativi pregiudizi in un ambiente rigidissimo come quello ebraico londinese abbia tenuto l’attenzione lì puntata, non solo dello spettatore ma anche del regista. Osservando pure la lunghissima sequenza sospirosa tra Ronit ed Esti che fanno [...] Vai alla recensione »
Premesse intriganti, una storia con un potenziale altissimo, due attrici sensazionali. Difficile sbagliare con queste carte in gioco, eppure ci sono riusciti. Peccato che il film sia lento fino alla noia per tre quarti della sua durata, e poi frettoloso e sbrigativo nel finale. E per quanto riguarda il suo tema, la disobbedienza, ce n'è davvero poca.
La morte del padre rabbino porta la fotografa Ronit Krushka, che vive e lavora a New York, a Londra per i funerali, che si svolgeranno nella comunità ebraica ortodossa di cui il padre era la guida spirituale . Ci viene fatto capire subito che si tratta di un ritorno difficile , così come intuiamo a prima vista che Ronit non è l’ebrea ortodossa che ci aspetteremmo.
Quasi un capolavoro, consiglierei di vederlo senza sapere nulla della trama, così per un terzo del film la sapiente sceneggiatura vi porterà verso direzioni consuete per poi stupirvi con una scena nella quale il vero tema del film emerge inaspettatamente. Ma purtroppo se siete su questa pagina, avrete già letto qualche recensione [...] Vai alla recensione »
Ronit torna a Londra perché suo padre, il rabbino della comunità, è morto. Ormai vive a New York, lontana dalla rigida vita condotta dalla comunità ebraica da cui è praticamente scappata. Qui ritrova due grandi amici, Dovid ed Esti, che a sua insaputa si sono sposati. Ma tra Ronit ed Esti c'è qualcosa di più di una storica amicizia e dovranno vivere questo loro segreto in un contesto subito pronto [...] Vai alla recensione »
il film in se, non e' niente male , magari un po' lento ma del resto con una trama del genere era inevitabile, unico vero neo e' che il finale non arriva mai... quando credi che sia finito in realta' non finisce, cercando (il regista) di ottenere un' effetto sorpresa che alla fine non c'e'...diamogli cmq 3 stelle piene e non di piu!!!
Ricordo che Ronit dice ad Esti: "Sarai una madre fantastica...mi farai sapere dove sarai? Ti amo"
( voto 4,5 ) Penso sia un buon film, dove sia possibile credo che la sincerita renda veramente felici, mi piace pensare che dopo un anno si siano messe definitivamente insieme, buono nei cineforum con dibattito finale. Non sapevo che le donne usassero le parrucche.
condivido l'opinione d Vera. E' davvero un capolavoro mancato. Finale pavido e deludente, Pur di riportare Esti "nelle regole sociali", dopo anni di matrimonio, arriva un' inaspettata (da Esti e dal pubblico) gravidanza Sarebbe stato meglio fare decidere Esti per Ronit o per David senza alcun condizionamento. Una domanda: in auto,nel finale, cosa dice Ronit a Esti salutandola [...] Vai alla recensione »
Lo strano momento politico e sociale che l'Occidente sta vivendo sembra aver suscitato nell'immaginario cinematografico un'esplosione di distopie. Al contrario dell'utopia, la distopia suggerisce infatti scenari di privazione della libertà, all'apparenza minacciosi per lo spettatore ma con un sottofondo di attrazione per il fatto che ogni alternativa alle strutture cui siamo abituati sembra del tutto improponibile. È curioso pensare a questo tema vedendo Disobedience, che si svolge nella Londra contemporanea in una comunità assai importante e stimata, quella degli ebrei ortodossi. Eppure, per chi guarda dall'esterno e con disinvoltura culturale, quel gruppo di persone e quell'organizzazione sociale riporta alla memoria per prima cosa Handmaid's Tale (sia pure deprivato di violenza) a cominciare dalle formule di rito e proseguendo con la posizione della donna nella comunità.
Ovviamente nessuno si può permettere di liquidare quell'articolazione religiosa e famigliare come se si trattasse di un culto pagano o di una dittatura, eppure il concetto di colpa femminile emerge con la medesima forza.
Se non fosse per un personaggio complesso, dignitoso e sfaccettato come il rabbino in pectore Dovid, ci potremmo anche trovare di fronte a un film di denuncia sospeso tra atto d'accusa e fantascienza sociale. Invece Disobedience è al tempo stesso un'analisi psicologica, una storia d'amore e un melodramma moderno. Il fatto che sia stato girato da un regista cileno non fa che confermare l'attitudine globalista del cinema, compreso quello d'autore, visto che temi universali slittano rimanendo abbastanza intatti da una cultura all'altra (a patto di ambientarne le declinazioni con precisione antropologica e geografica).
Disobedience, tratto dall'omonimo libro di Naom Alderman, porta la firma del regista cileno Sebastian Lelio, premio Oscar per la miglior opera straniera Una Muyer Fantastica, che anche stavolta affronta un argomento complesso - in questo caso un amore saffico - ed una ambientazione particolare - molto esplorata nella narrativa americana, ma poco frequentata dal cinema recente - come la comunità ebrea [...] Vai alla recensione »
Da adolescente Ronit (Rachel Weisz) ha avuto una relazione con l'amica Esti (Rachel McAdams) e per questo era stata espulsa dalla sua comunità di ebrei ortodossi a Londra. Quando suo padre, il rabbino Krushka, muore, Ronit, che è diventata una fotografa e vive a New York, torna in Inghilterra e viene accolta senza molto calore da Dovid, un amico d'infanzia (Alessandro Nivola) che intanto si è sposato [...] Vai alla recensione »
Ritratti di donne al limite sono le protagoniste dei film di Sebastian Lelio regista cileno Orso d'argento per Gloria, Oscar come miglior film straniero per Una donna fantastica dove Marina supera confini di genere. In Disobedience mette due donne a confronto nel loro rapporto d'amore. Il loro limite è segnato dalle regole della comunità ebrea ortodossa londinese e per loro costruisce una interessante [...] Vai alla recensione »
Tutti sembrano troppo impegnati a guardare gli Avengers, ma vale la pena dare un'occhiata anche a Disobedience - una magia scritta, recitata e diretta splendidamente, così fuori dall'universo Marvel da pensare che i problemi della gente reale siano più interessanti di quelli di un mix di supereroi. Ronit è un'espatriata inglese che lavora a New York come fotografa.
Una storia gay, al femminile, ambientata nella comunità ebraica di Londra. C'era il rischio barzelletta e, quello, non meno forte, similporno. Per fortuna il regista cileno Sebastian Lelio (autore del magnifico Gloria) ha evitato l'uno e l'altro nel raccontare con tatto e tenerezza l'amore impossibile tra la fotografa Ronit e l'insegnante Esti, moglie pentita di un rabbino.