Disobedience |
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Un film di Sebastián Lelio.
Con Rachel Weisz, Rachel McAdams, Alessandro Nivola, Cara Horgan.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 114 min.
- USA 2017.
- Cinema
uscita giovedì 25 ottobre 2018.
MYMONETRO
Disobedience
valutazione media:
3,55
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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sabato 27 ottobre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Sebastian Lelio, Disobedience, può essere letto su diversi piani. Può darsi che la tematica dell’amore lesbico e dei relativi pregiudizi in un ambiente rigidissimo come quello ebraico londinese abbia tenuto l’attenzione lì puntata, non solo dello spettatore ma anche del regista. Osservando pure la lunghissima sequenza sospirosa tra Ronit ed Esti che fanno l’amore. Ma cosa sappiamo veramente di profondo dei personaggi del film? Del padre di Ronit, Rav Krushka [Anton Lesser], sappiamo che sta facendo una riflessione a voce alta su l’essere umano, dotato e voluto così da Dio, a differenza degli angeli e degli animali, della libertà e del carico di fare delle scelte personali e individuali, il libero arbitrio. Direi della responsabilità del fare o del non fare. Forse sta pensando che la sua riflessione dovrebbe essere da lui applicata anche alla sua perduta figlia, perché diversa da come lui avrebbe voluto, quindi da punire, infatti già diseredata, ma non ha tempo di metterla in pratica perché si accascia e muore. Diranno poi di polmonite. Di Ronit [Rachel Weisz] sappiamo molto, diversa, inquieta, e ghettizzata dal suo ambiente, ad un certo punto si eclissa senza più dare segni di vita, che vive da sola a New York, fotografa forse per riempire con immagini da fuori quelle che mancano all’interno, che ha delle relazioni occasionali con dei maschi nei cessi, immagino di qualche bar, forse più per punirsi che per godimento, che passa il suo tempo libero come può, basta riempirlo, che il suo pensiero dominante è che suo padre sapesse che lei l’aveva amato. Ma non trova alcun riscontro a posteriori che fosse nella testa di suo padre, neanche prima. Ronit aveva già avuto una relazione in gioventù con Esti perché suo padre era occupato a leggere la Torà, a leggere le note della Torà, a fare degli appunti sulla Torà, sulle note della Torà, quindi sugli appunti e sugli appunti degli appunti. Ronit è un anima in pena, fragilissima, che fa finta di essere autosufficiente e di dimostrare che sa come vivere, può benissimo essere anche lesbica, ma non ha un padre. Privilegiato è colui che sa di essere nella testa del proprio padre nella diversità, e che può tenergli la mano piangendo e accarezzandolo, mentre sta morendo. Altrimenti non c’è pace. Ed è subito sera.
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