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Il film Per amore di una donna di Guido Chiesa è un falso, stemperato di buonismi alla vogliamoci tutti bene, per impressionare un pubblico disinformato, che crede ancora che gli Israeliani siano soltanto dei coloni buoni alle prese col dominare e far fiorire una natura ostile, minacciati stabilmente dall’attacco dei cattivi Palestinesi. Si tratta di un falso, condiviso e portato avanti dai sionisti dal 1882 a tutt’oggi, che la Palestina fosse disabitata (e il regista mostra un territorio privo di villaggi palestinesi, così come facevano i pittori israeliani, dimenticando nei loro paesaggi ogni segno dei villaggi locali. O perlomeno da far scomparire i Palestinesi che da secoli ivi abitavano. Come? Scacciandoli, rubando loro la terra, o gli averi, che apparteneva all’Impero Ottomano, e che non ne avevano la proprietà perché affittuari da secoli, o massacrandoli. Solo con la sconfitta dell’Impero Ottomano, subentrati gli Inglesi, venivano introdotte logiche da proprietà privata, capitalista, che tanto ci ricordano i nativi (e gli eccidi, per non parlare dei genocidi) dell’America Latina, dell’America del Nord, dell’Australia. Di un falso, perché gli Israeliani, per far fiorire la loro terra (a cui noi assistiamo), sottraevano anche l’acqua ai Palestinesi, favorendone la desertificazione. Una cosa è certa: la storia (quasi sempre) è scritta dai vincitori.
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