Anno | 2016 |
Genere | Commedia, Drammatico |
Produzione | Italia, Francia, Spagna, USA |
Regia di | Paolo Sorrentino |
Attori | Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepherd (II), Cécile De France Javier Cámara, Ludivine Sagnier, James Cromwell, Guy Boyd, André Gregory, Sebastian Roché, Marcello Romolo, Ignazio Oliva, Vladimir Bibic, Nadie Kammalaweera, Daniel Vivian, Toni Bertorelli, Armando Pizzuti, Allison Case, Biagio Forestieri, Giuseppe Panebianco, Maurizio Lombardi, Lino Musella. |
Tag | Da vedere 2016 |
MYmonetro | 3,95 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 giugno 2021
Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino esordisce alla regia di una serie televisiva in otto puntate incentrata sulla storia di un papa. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a CDG Awards,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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La vicenda di Lenny Belardo, salito al soglio pontificio con il nome di Pio XIII, primo papa americano della storia. La sua elezione sembra utilissima per avviare un'efficace strategia mediatica. Ma non è così facile piegarlo, né ai voleri della Curia né di chiunque tenti di manipolarlo.
I primi due episodi della serie (che ne prevede dieci) offrono già la possibilità di riflettere sul complesso di un'opera che si prefigura, se manterrà le promesse ma non c'è motivo di dubitarne, come uno dei vertici della filmografia sorrentiniana. Innanzitutto perché la misura ampia di scrittura che la serialità consente fa sì che lo sceneggiatore Sorrentino sembri aver trovato lo spazio ideale in cui dispiegare la propria visionarietà ma anche la ricchezza quasi inesauribile di occasioni di riflessione che la durata di un film, per quanto ampia, non consente. Quasi a contraddire quanto appena scritto (ma la contraddittorietà produttiva di senso è al centro del comportamento di Lenny/Pio XIII), la materia che viene sviluppata viene sintetizzata così da Sorrentino: "I segni evidenti dell'esistenza di Dio. I segni evidenti dell'assenza di Dio. Come si cerca la fede e come si perde la fede. La grandezza della Santità, così grande da ritenerla insopportabile".
È ovviamente uno sguardo laico quello che ci viene proposto ma profondamente intriso
di sapere sia sul piano teologico che su quello delle dinamiche interne alla curia. Se
Moretti ci aveva proposto un pontefice che sentiva come troppo gravoso il peso dell'incarico conferitogli, Sorrentino ce ne propone uno che, come ci suggerisce la prima inquadratura (grazie anche a un sempre più intenso Luca Bigazzi), tenta di emergere da un'infanzia che ancora lo segna profondamente tanto da spingerlo a individuare nella suora che lo accolse in passato un sostituto ancora valido della figura materna. Il Santo Padre ha ancora un assoluto bisogno per sé di un padre con entrambe le iniziali (maiuscola, nei cieli e minuscola sulla Terra). La sua ironia, la sua apparente determinazione, il suo atteggiamento, a tratti sprezzante e a tratti disponibile all'ascolto, hanno un pensiero alla loro base: "Dio è come l'uomo: non cambia". Frase che può essere interpretata sia su un piano di pessimismo cosmico sia su quello di una certezza, di una pietra angolare su cui edificare un'idea di Chiesa.
Sorrentino, come il suo papa interpretato con grande aderenza da Jude Law, è abilissimo nello spiazzare lo spettatore quando sembra spingere sul pedale della satira anticlericale ritraendosi però al momento giusto per suggerire la possibilità (mai ovviamente la certezza) di un 'oltre' che vada al di là degli intrighi e della pochezza di uomini che vorrebbero essere di Dio. In fondo Pio XIII non è così lontano da chi lo ha creato: entrambi amano la ritualità perché offre loro innumerevoli possibilità di sconvolgimento concettualmente che per Sorrentino, anche quando pensa al
cosiddetto piccolo schermo, è sempre e comunque Cinema.
The Young Pope racconta l'inizio del controverso pontificato di Pio XIII, al secolo Lenny Belardo (Jude Law), un personaggio complesso e contraddittorio, così conservatore nelle sue scelte da rasentare l'oscurantismo ma allo stesso tempo straordinariamente pieno di compassione per poveri e i deboli. Un uomo di potere, che caparbiamente resiste a coloro che corteggiano il Vaticano, noncurante delle implicazioni derivanti dalla propria autorità. Nel corso della serie, Belardo si troverà a confrontarsi con l'abbandono degli affetti personali e con la costante paura di essere abbandonato anche dal suo Dio. Egli è tuttavia un uomo che non ha paura di farsi carico della millenaria missione di difendere proprio quello stesso Dio e il mondo che Lo rappresenta.
Parlando della serie, Paolo Sorrentino ha affermato: "I segni evidenti dell'esistenza di Dio. I segni evidenti dell'assenza di Dio. Come si cerca la fede e come si perde la fede. La grandezza della santità, così grande da ritenerla insopportabile. Quando si combattono le tentazioni e quando non si può fare altro che cedervi. Il duello interiore tra le alte responsabilità del capo della Chiesa Cattolica e le miserie del semplice uomo che il destino (o lo Spirito Santo) ha voluto come Pontefice. Infine, come si gestisce e si manipola quotidianamente il potere in uno Stato che ha come dogma e come imperativo morale la rinuncia al potere e l'amore disinteressato verso il prossimo. Di tutto questo parla The Young Pope".
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Dice bene Giancarlo Zappoli nella recensione su MyMovies, Paolo Sorrentino ha trovato (diversamente da Zappoli io non utilizzo il dubitativo)"lo spazio ideale in cui dispiegare la propria visionarietà ma anche la ricchezza quasi inesauribile di occasioni di riflessione". The Young Pope è davvero un'opera perfetta. Difficile trovare un difetto, una battuta fuori posto, un'inquadratura stonata che pure, [...] Vai alla recensione »
Invece che far agiografie di preti e suore realmente esistiti, Sorrentino e collaboratori hanno scelto la strada della distopia (o utopia, a seconda delle opinioni): partendo da un'idea fuori dal tempo, l'elezione di un papa ultraconservatore piovuto dal passato remoto, hanno creato un mondo di personaggi e situazioni all'insegna dell'imprevedibile e del provocatorio.
Una serie televisiva che esprime tutta la genialita' del nostro (lo voglio ripetere....nostro....che soddisfazione ..una boccata di ossigeno nelle mediocrita' di questo paese) grande regista Sorrentino che riesce ad inventarsi una storia fantastica, in tutti e due i significati del termine. Riesce ad amalgamare dei personaggi della storia in un ambiente cosi'''difficile''d [...] Vai alla recensione »
Jude Law e Silvio Orlando sono geniali. Fotografia e sceneggiatura sono meravigliosi. Colonna sonora e costumi sono perfetti. La sigla, la prima volta che compare nel terzo episodio, l'avrò vista 3 volte. Temi trattati con eleganza e senza nessun eccesso. Dialoghi di livello altissimo. Ultimi due episodi non all'altezza dei primi otto.
Dal punto di vista cinematografico nulla da dire sulle perfette interpretazioni e sulle scene riprodotte in grande stile, qual è quello del regista Premio Oscar Sorrentino, così come l’interpretazione del protagonista Jude Law, che nella serie interpreta Pio XIII, così come quella dell’attore italiano Silvio Orlando nei panni del Segretario di Stato, nel film Card. Vai alla recensione »
Ti spiazza,a volte piacevolmente,a volte meno. C'è tutto in quel papa,soprattutto il Napoli(squadra di calcio;la t-shirt a Diane Keaton-suora "I'm a virgin,but this t-shirt is old",c'è scritto sopra-; l'orfanotrofio, purtroppo però non quello dei 'Blues Brothers' della 'Pinguina';il cardinale amico d'infanzia e di brefotrofio che si fa la moglie del boss della droga (col Suv) che poi uccide il porporato [...] Vai alla recensione »
Lenny Belardo è un quarantasettenne cardinale bellissimo ma angosciato e infelice, che diventa Papa con il nome di Pio XIII. È il primo papa americano della storia e proviene da un orfanatrofio statunitense, dove è stato abbandonato da piccolo. È cresciuto tormentato dal desiderio di rivedere i suoi genitori “figli dei fiori” e a tutt’oggi ne soffre.
Poesia, fotografia, dialoghi spiazzanti e profondi. Questo è the Young Pope che più che un telefilm è un film di 10 ore. Sorrentino scava dentro i personaggi ma è come se lo fa con il nostro inconscio e lo fa con arte. Cast brillante, trama e musica originali. Un'opera che va oltre lo schermo e ci lascia e pone gli stessi interrogativi di questo misterioso papà.
Stupendo da vedere assolutamente!
Non si tratta di fede ma di attitudine alla pietas. Un ottimo esempio di come fede, rigore e pietas vivano in un solo uomo. Capolavoro con perle di teologia che forniscono spunti e stimoli per approfondimenti, a prescindere dalla fede. davvero lo vorrei rivedere.
beh, che habemus una serie televisiva... surreale lo si è capito..., i personaggi sfornati a stile ologrammi nella tv sono in tutto il mondo de maio nato con solvini alla ruota della fortuna, sin quando peppe non voleva comparisse alla tv non andava oltre il 10%, 16 per gli auguri... con stelline di natale... di qualcuno, e anche il santo padre ologramma tv relegato al ruolo fisso nel grand ang [...] Vai alla recensione »
Ormai siamo entrati nel mondo di Sorrentino ; sappiamo cosa colpisce la sua immaginazione, Camera. Moretti gli ha passato il testimone: dal papa Indeciso e insicuro, al Papa Polacco, più che Americano. M chiedo ; San Giovanni Paolo che ispira il personaggio era davvero così' Bello e Impossibile? Dal film emerge l'aspetto di Star della Fede, che in quanto tale [...] Vai alla recensione »
Stò seguendo "The young Pope" su Sky; a volte becco una puntata, a volte un'altra. Mi sembra di ritrovare San Giovanni Paolo 2 nella figura giovane , atletica, assertiva, intransigente di Lenny. come una Star della Fede, il Papa Polacco che diventa nella finzione Americano, sapeva di poter chiedere quello che voleva.
Una lettura retrospettiva di The Young Pope di Paolo Sorrentino, le due puntate pilota della serie, di dieci, presentate alla Mostra del Cinema di Venezia (che sarà trasmessa in Italia su Sky Atlantic), che ha sollevato la legittima reazione polemica, la solita dialettica dovuta. Sta nelle cose, sta nelle opere, sta nel festival.
Lenny Belardo, è il primo americano a diventare papa, interpretato da Jude Law, col nome Pio XIII. È un pontefice trasgressivo, dice "cose di sinistra e subito dopo cose di destra".
È progressista e conservatore. Sembra di sentir parlare i politici italiani, degli opposti schieramenti, nei talk. Per inciso: esprime concetti distanti anni luce dal papa-vero Francesco. Ma dico che è giusto, anzi, sacrosanto, così. Perché il cinema ha tutti i diritti e tutte le licenze, non ha il dovere della verità e neppure della verosimiglianza. Questa è una responsabilità che spetta alla scrittura, la sorella maggiore e nobile, quella vera naturalmente, che deve essere univoca. Il cinema può commettere errori, vive anche senza verità, ti chiede minore applicazione e anche per questo è... più divertente. È un concetto che mi appartiene da tempo, con tanto di prove che non sono solo indiziarie.